LA MEMORIA DIMENTICATA |
a cura di Teresa Maria Rauzino |
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Il professor Filippo Fiorentino non c'è più. Il suo cuore generoso si è fermato, “smarrito" di fronte alla fulminante malattia che l'ha stroncato in pochi mesi.
è
stato un grande uomo di scuola, oltre che critico letterario e
organizzatore culturale di alto profilo. Stimato e amato da tutti coloro
che ricercavano le radici dell'identità pugliese. Sempre entusiasta delle
innovazioni, attento a tutto ciò che lo circondava, disponibile a comprendere e
a far comprendere, con la sua pacata carica di ironia, le dinamiche degli
eventi. è
stato un rigoroso maestro di ricerca, compagno di strada su vie incerte e
scoscese: una presenza incoraggiante per tutti gli studiosi e per le
Associazioni culturali del Gargano, che già avvertono, con grande tristezza,
l'enorme vuoto causato dalla sua precoce perdita.
Fiorentino
sostenne l'idea dell’istituzione del Parco del Gargano sulle colonne del più
antico “foglio” del Promontorio: Il Gargano nuovo, ma soprattutto
introducendo nei “curricula” della scuola le nuove tematiche di educazione
ambientale, non soltanto a livello teorico ma nella prassi della formazione dei
tecnici del territorio. Per la sua intensa attività di innovazione didattica,
quando era preside dell'Itcg
“Mauro del Giudice” di Rodi Garganico ricevette dal Ministero della Pubblica
Istruzione, nel 1989, il Diploma di Benemerenza di prima classe con Medaglia
d'Oro per la scuola, la cultura e l'arte e, nel 1990, il Premio della
Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In seguito Dirigente
scolastico del Liceo Scientifico “Nitti” di Napoli, anche in Campania si è
distinto con iniziative di cui è stato intelligente pioniere.
Ispettore
onorario del Ministero dei Beni culturali ed ambientali, ha pubblicato numerose
opere a carattere storico-demologico (L'altro Gargano nel 1981,
Le impronte del tempo, nel 1993; Gargano itinerari tematici, nel
1986; Gargano antico e nuovo. Voci e volti nel tempo, nel 1989; Paesaggio
nel Gargano, nel 1993; Vico città d'arte, nel 1996; La memoria
abitata, nel 1998, Nel Gargano dei grandi viaggiatori, 2003; L'accademia
degli eccitati viciensi, nel 2003).
Attraverso
le pagine di Fiorentino ci appare un Gargano nuovo, dove i «paesi della memoria
che si vorrebbero rimanessero paesi dell’anima» diventano una sorta di luoghi
interiori che non hanno ancora smesso di testimoniare immediatezza e raccolto
fascino. Nell’ultima opera, L’Accademia degli eccitati viciensi,
l’Autore analizza e trascrive alcuni preziosi manoscritti rinvenuti
nell’Archivio Privato della famiglia Della Bella di Vico del Gargano.
L’Accademia, fondata nel 1759 nella città garganica, costituì il fulcro
rigenerativo che partendo dalla tradizione letteraria dell’Arcadia, affrontò
i mutamenti non solo politici ma anche filosofici che caratterizzarono la
transizione della società meridionale alla fine del secolo XVIII. Fu la
cappella dell'Addolorata della Chiesa del Purgatorio ad ospitare, negli scranni
di legno del coro, questi illuministi ante litteram. Erano sacerdoti, padri
cappuccini, dottori, fisici. Si incontravano a cadenza settimanale, per
dissertare contro i ritmi «dimezzati della vita quotidiana», in questa chiesa
fuoriporta alla piccola città vichese racchiusa nelle mura, singolare
miscuglio di trappeti sotterranei e di dimore palaziate.
Gli
Eccitati pensavano di poter introdurre una proiezione sulla ricerca della
felicità degli uomini del Gargano del Settecento. In che modo? Eccitandoli.
Svegliandoli dal sonno dell’incultura. Simbolo dell’Accademia è infatti
Pallade che sveglia gli uomini, presentando loro un libro. Gli Eccitati si
pongono sotto la custodia della “Madonna dei Sette Dolori”, ma
l’intendimento è laico; un’approfondita ricerca della ragione. Discutono,
con grande competenza, di questioni sociali ed economiche. Credono fermamente
che la rinascita degli studi sia l’unico elemento di incivilimento umano per
contrastare i nuovi barbari. Il dinamismo dell’impegno intellettuale è
testimoniato dalla varietà dei temi dibattuti: la moneta, la legislazione, ma
anche i culti di altri popoli, come il confucianesimo. Lo trattò un socio dal
singolare nome di “Serpillo amante”. Ma il tema esotico non nasceva
dalla “stravaganza eccitata” di Serpillo. Era in atto, nel mondo cattolico,
un acceso dibattito sul modo più opportuno in cui i missionari dovevano
rapportarsi con le popolazioni orientali da convertire. Il fatto singolare
è che questo fermento sia stato prontamente recepito dagli utopisti Eccitati di
Vico del Gargano, protesi verso il futuro… che vogliono “convincere ed
avvincere” un’umanità avvolta nell’oscurità. L’impegno è rivolto ai
giovani per affinarli alla ricerca ed alla crescita civile.
è l’ultimo messaggio di Filippo Fiorentino, grande “Eccitato” viciense.
L'addio a Fiorentino, inguaribile cantore della storia del Gargano Tanta
la folla che ieri pomeriggio ha dato l'ultimo saluto a Filippo
Fiorentino. I funerali sono stati celebrati dall'arcivescovo, Mons.
Domenico D'Ambrosio. Una perdita incolmabile per il Gargano e la
Capitanata; infatti, con Fiorentino il mondo della cultura garganica
perde una delle menti più prestigiose, la Scuola una guida autorevole.
Fiorentino ha tracciato percorsi culturali molto interessanti. Le pagine
dei suoi libri rappresentano un raro esempio di ricchezza e proprietà
linguistica. Gli scritti Ha
scritto soprattutto della sua terra, delle genti garganiche, dei
fermenti culturali che - come amava ripetere - erano parte viva di
comunità mai rassegnate. Non è certamente questo il momento delle
analisi, ci saranno altre occasioni per parlare della sua produzione
letteraria, ma anche di quanto Fiorentino avrebbe certamente saputo
ancora dare, se il destino non si fosse accanito in modo tanto crudele.
Vogliamo accennare soltanto ad un suo progetto che, come sempre,
guardava a creare occasioni di crescita e arricchimento culturale, ma
anche alla valorizzazione di tanti giovani intellettuali. Parco letterario Filippo
Fiorentino stava lavorando ad una grande idea: il Parco letterario «Gargano
segreto», come memoria di un Gargano mai avaro di uomini di cultura.
Parco letterario che avrebbe legato a Pasquale Soccio. «Alla sua opera,
visione coerente, raffinata e rigorosa di scrittore poeta - spiegava
Fiorentino illustrando il progetto - resa sempre umanissima dalla
mobilità della mente e del cuore, dovrà richiamarsi il Parco Gargano
segreto, l'antica intimità della voce di una terra porosa perennemente,
che unisce i diversi e li integra l'uno nell'altro». La perdita La
sua immatura scomparsa ha impedito che, accanto ai Parchi pugliesi
Ettore Fioramosca di Barletta e Formiche di Puglia delle province di
Bari, Brindisi e Taranto, luoghi di eventi storici e di metafore
sociali, nascesse il Parco letterario Gargano segreto: «Un motivo di
valorizzazione del Promontorio - sottolineava - che rinnovi la
comunicazione simbolica affidata ai libri attraverso la proposta, anche
ai flussi turistici, di un mosaico di fermenti in atto, può essere
governato non da specialisti ma dai giovani del presente». L'eredità Un'eredità
che qualcuno dovrà raccogliere e portare a termine: sarà il modo
migliore per ricordarlo e unirlo alla grande famiglia degli
intellettuali garganici. Filippo Fiorentino è stato anche tra i
fondatori del periodico «Il Gargano nuovo» al quale, anche dopo il suo
trasferimento a Napoli, non ha mai fatto mancare il puntuale e
attesissimo contributo. Il numero di febbraio del giornale pubblica
l'ultimo suo scritto: «Diomede, victor Gargani, tra mito e
storia": una coincidenza che rende ancor più doloroso il distacco
da un amico fraterno. Storia patria Filippo
Fiorentino, dirigente scolastico dell'Istituto superiore Nitti di
Napoli, era socio ordinario della Società di Storia Patria per la
Puglia e Ispettore onorario del Ministero dei Beni culturali ed
ambientali. Le sue pubblicazioni: L'altro Gargano. Le impronte del
tempo; Gargano itinerari tematici; Gargano antico e nuovo; Voci e volti
nel tempo; La memoria abitata, che gli valse il premio Emily
Dickinson per la saggistica; Nel Gargano dei grandi viaggiatori;
coautore di Paesaggio nel Gargano e di Vico città d'arte;
ha curato Vestigia del Gargano Nord per il Crsec distrettuale
Foggia 28. Benemerenza Il Ministero della Pubblica Istruzione gli conferì il diploma di benemerenza di prima classe con medaglia d'oro per la scuola, la cultura e l'arte, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Premio della Cultura. Francesco
Mastropaolo, dalla "Gazzetta del Mezzogiorno" del
22/02/2005 |
©2005 Teresa Maria Rauzino; testo apparso sul "Corriere della sera-Corriere del Mezzogiorno" il 22 febbraio 2005.