LA MEMORIA DIMENTICATA |
a cura di Teresa Maria Rauzino |
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La prima sede dell'ITC
Pietro Giannone di Foggia.
Il
Regio Istituto Tecnico "P. Giannone" fu istituito nell'anno 1885 per opera
del cav. Antonio Cicella, membro del Consiglio Provinciale di Capitanata.
Egli
presentò una proposta al Consiglio stesso affinché a Foggia fosse
istituito un Istituto Tecnico che rendesse importante la città, tanto da poter
essere paragonata a quelle più grandi d'Italia.
Prese
parte alle trattative tra Comune, Provincia e Governo e, riunito il Consiglio
Provinciale nella seduta del 2 dicembre 1884, riferì su quanto già operato
fino allora favorendo lo stanziamento di somme occorrenti per il primo impianto
della scuola da parte della Provincia; in quella tornata, il Consiglio
Provinciale, dopo una lunga e travagliata discussione approvò l'ordine
del giorno in cui si riaffermava il voto unanime emesso con delibera precedente
il 31 maggio 1882 raccogliendo voti presso il Ministero della Pubblica
Istruzione per l'istituzione del Regio Istituto.
Non
fu semplice tuttavia impiantare l'Istituto stesso, poiché subito dopo la
prima approvazione da parte del Consiglio Provinciale, sorsero i primi contrasti
tra questo Ente ed il Comune di Foggia.
Già nella lettera del 31 luglio 1884, il Sindaco scrisse al Prefetto inviandogli la Delibera Consiliare del 24 maggio 1884, approvata dal Consiglio Provinciale Scolastico e dalla Deputazione Provinciale, con la preghiera di sottoporre la pratica al Consiglio Provinciale per il concorso delle spese previste dalla legge. Nella lettera anche il Sindaco evidenziava l'importanza dell'apertura di un altro istituto tecnico maggiormente specializzato e, pregava il Prefetto di sollecitare il Consiglio Provinciale Scolastico di porre al vaglio la questione per accelerare i tempi.
Inizialmente
e con Delibera Comunale del 24 maggio 1884 era stato stabilito che l'Istituto fosse amministrativamente Governativo e che comprendesse
tre sezioni: la prima ad indirizzo fisico-matematico, la seconda di
agrimensura, la terza di ragioneria e commercio. Era inoltre stato stabilito che
per il pagamento del personale insegnante e direttivo, sarebbe stata stanziata
la somma annua di L. 40.000 versata per metà a carico dello Stato e per
metà a carico della Provincia; seguendo lo stesso criterio per il pagamento
degli stipendi al personale non insegnante, al Segretario della Presidenza, agli
ausiliari compresi gli assistenti ed
i macchinisti, sarebbe stata stanziata la somma annua di L. 6.000; inoltre
sarebbe stata a carico della Provincia la fornitura del materiale scientifico per i laboratori di fisica e
chimica, per le macchine e gli
strumenti topografici, per la collezione di materie prime e di prodotti
industriali, per la biblioteca scolastica e quanto altro necessario al funzionamento
della scuola, per un ammontare complessivo di L. 4.000 per le spese
di primo impianto.
Sarebbe
stata a carico del Municipio la disponibilità dei
locali e degli arredi occorrenti alla scuola, e la Provincia per l'affitto dei locali
avrebbe pagato una pigione annua da stabilirsi in seguito.
A
tale riguardo si pensò prima ai locali del Monastero di S. Chiara, poi a
quelli del Monastero dell'Annunziata che si presentavano ampi ed idonei allo
scopo. Nel verbale si legge:
«[…] Il Consiglio Comunale esprime un caldo voto all'Amministrazione
Provinciale perché voglia prendere in considerazione l'immenso beneficio che
l'Istituzione non mancherebbe arrecare alla Provincia e voglia contribuire
per la sua parte nelle previsioni di legge a far che l 'Istituto Tecnico
per la Provincia di Foggia possa al più presto essere fatto concreto».
A
tal fine, si incaricava il Sindaco, Francesco Valentini Alvarez, di espletare
tutte le ulteriori pratiche con il Governo e con l’Amministrazione Provinciale.
In
seguito il Prefetto vista la Legge sull'Istruzione Pubblica n. 3295 del 13
novembre 1859, inviò agli enti il Decreto del 24 gennaio 1885 che gli era giunto
dal Ministero della Pubblica Istruzione, con cui si approvava definitivamente
a Foggia l'apertura di un Istituto Tecnico con i tre indirizzi scelti
in precedenza, con le seguenti motivazioni: la sezione fisico-matematica avrebbe
avuto carattere di scuola di cultura generale e, con l'indirizzo scientifico
la scuola avrebbe eguagliato gli istituti umanistici per l'importanza delle
materie insegnate. La sezione di agrimensura, avrebbe avuto tra gli insegnamenti
gli elementi di geografia descrittiva, le costruzioni e la geometria
pratica, infine la sezione di ragioneria e commercio avrebbe reso i giovani:
«[...
] provetti nel meccanismo degli scambi, nella conoscenza delle lingue straniere
ed in tutti gli argomenti di economia politica applicata, di statistica, di
geografia e di diritto, specie ora che il commercio ha tanta parte nella vita dei
popoli e sono scomparse le dighe innalzate dai Governi assoluti per tener divise
le nazioni[...]».
Fino
allora la scuola tecnica già esistente, con sede presso l'Orfanotrofio
M. Cristina, aveva dato solo un modesto completamento della scuola
primaria sia per le materie di cultura generale sia per quelle tecniche; pertanto
il nuovo Istituto per raggiungere i risultati sperati avrebbe dovuto assumere
personale specializzato, ciò avrebbe reso migliore la qualità della scuola
stessa ed avrebbe dato ai giovani l'occasione di istruirsi meglio raggiungendo così, gli obiettivi perseguiti.
I
bisogni della Provincia erano tali da rendere indispensabile l'apertura del
nuovo Istituto, che avrebbe formato gli allievi alla conoscenza delle tecniche
più avanzate, garantendo nuovi posti di lavoro. A tale riguardo, il cav.
Vincenzo Lacci, Segretario Capo dell'Amministrazione Provinciale nella
sua relazione sull'impianto dell'Istituto scriveva:
«[...] La immensa utilità della Sezione di Commercio è vivamente dimostrata dai bisogni speciali della nostra Provincia, che forma un centro di progredite e molteplici transazioni commerciali;[..,] le sezioni di Agrimensura e Ragioneria torneranno praticamente assai utili ai nostri giovani; specialmente perché, promulgata la Legge sulla perequazione fondiaria, la misurazione scientifica del territorio italiano, [...] daranno loro larghissimo lavoro pel non breve periodo di anni 20.[...] La Sezione di Agronomia, fornisce la teoria dell'arte agraria, cioè le nozioni tecniche generali dell'Agricoltura.[,..] La Capitanata racchiude una estensione di 350 mila ettari dì terre coltivate, e capaci dì coltura.[...] Ma una delle principali cagioni della decadenza dell 'Agricoltura di Puglia -scriveva il nostro grande tecnologo foggiano Giuseppe Rosati - consiste nella ignoranza del mestiere, diffusa non solo nei contadini,[...] ma benanco nei proprietarii e generalmente in tutti gli altri che non si brigano di queste industrie... col mezzo più valevole, onde vincere questo difetto e far risorgere l'agricoltura nel suo pieno vigore è il sapere.[...] Per creare un ambiente favorevole alla propagazione dello stesso, non può procacciarsi, se non col magistero dell'Istituto Tecnico. [...] L'Agricoltura italiana ha infiniti problemi, dei quali attende la soluzione. E noi [...]per la vasta estensione del territorio di questa Provincia, abbiamo ben troppo bisogno di migliorarne, anzi di trasformarne la coltura. A conseguire tanto scopo, è d'uopo che i nostri giovani imparino anzi tempo a sciogliere tutt 'i problemi che si riferiscono alla produzione del suolo, a conoscere il valore relativo dei concimi e le diverse proprietà dei terreni coltivabili, la composizione delle piante, [...] ebbene lo studio tecnico fa molto di più per l'operaio ignorante, e per la varia e numerosa famiglia degli esercenti industrie. Esso non solo da indirizzo al braccio dell 'uomo, ma ne ravviva la forza visiva, e più che una guida da all'operaio luce d'intelletto, ponendolo in grado dì meditare e cogliere in atto la vis naturae, per farne pratica ed utile applicazione ai bisogni della vita; nel che sta proprio il substratum delle discipline tecniche».
II
cav. Lacci concludeva le sue considerazioni sostenendo che se uomini illustri come Giuseppe Rosati ed altri avevano reso grande la città
con il loro intelletto, con l'apertura del nuovo Istituto Tecnico altri
giovani si sarebbero distinti grazie
all'insegnamento tratto dalle nuove materie.
Intanto,
il Ministero detta Pubblica Istruzione in una nota inviata al Prefetto
comunicava che avrebbe concorso economicamente ed amministrativamente
all'apertura dell'Istituto in questione previa ispezione dei locali messi a
disposizione Fatte tutte le considerazione del caso il Consiglio Provinciale
nella tornata di ottobre 1885 stabilì che L'Istituto Tecnico avrebbe avuto vita
a partire dall'anno scolastico 1885/86, che
sarebbe stato sotto l'aspetto amministrativo
di tipo Governativo a patto che il Comune e la Provincia con propri
stanziamenti avessero contribuito alle spese di primo impianto per il periodo
suddetto.
Intanto,
il Ministero della Pubblica Istruzione in una nota inviata al Prefetto
comunicava che avrebbe concorso economicamente ed amministrativamente
all’apertura dell’Istituto in questione previa ispezione dei locali messi a
disposizione dal
Municipio per accertare che gli stessi fossero idonei alle esigenze della scuola.
Ispezionati
i locali dell'Annunziata, essi si prestavano solo momentaneamente
alle esigenze della scuola stessa che li avrebbe occupati per una durata massima
di due anni, fino a quando il Municipio a proprie spese non avesse provveduto a
costruire un altro stabile. Così, iI Ministro detta Pubblica Istruzione, on.
Coppino, chiese al Parlamento di stanziare la somma
necessaria per l'apertura dell'Istituto Tecnico e con Dispaccio del 20 marzo
1885 interrogò gli enti preposti sulle loro intenzioni. A tale riguardo il Cav.
Antonio Cicella, rispose che la Deputazione Provinciale aveva già deliberato
favorevolmente affinché entro l'anno scolastico 1885/86 l'Istituto avesse
vita e per l'intitolazione della scuola aggiunse:
«[...]
si delibera che nella nostra Provincia il più
grande cittadino che siasi rivelato
fin dal secolo XVII
è
lo storico Pietro Giannone nato in Ischitella, Comune
del Gargano[...]».
Pertanto
aveva proposto che l'Istituto fosse intitolato a P. Giannone; la proposta
stessa fu approvata con voto unanime. In quella tornata fu stabilito che
fosse fornito un elenco di aspiranti insegnanti da proporre su istanza degli stessi
al Ministro della Pubblica Istruzione che con Dispaccio del 18 maggio 1885
deliberò favorevolmente circa l'apertura della scuola.
Intanto
il 23 maggio 1885, l'ingegnere Capo dell'Ufficio Tecnico Provinciale A. Pinto e l'ingegnere Municipale Achille Petti redassero una
relazione tecnica sullo stato dei locali dell'Annunziata e, dopo essersi
recati ad ispezionare l'Istituto Tecnico di Bari ed aver dialogato con il
Preside della scuola, dedussero che varie
ragioni impedivano che la scuola foggiana fosse allogata presso l'Annunziata, adducendo la motivazione che occorreva che
la scuola avesse un'estensione complessiva di 2600 mq., con ampi locali
per i laboratori di chimica e di fisica
nonché per la biblioteca scolastica, la sala dei docenti, l'Aula Magna
ecc. L'edificio dell'Annunziata si estendeva su una superficie complessiva di mq. 1650 e, pertanto, era inidoneo allo scopo
poiché mancava il primo dei
requisiti: l'ampiezza.
La
seconda motivazione fu riscontrata nella disposizione del fabbricato, anche
se fossero stati eseguiti lavori di ripristino dei locali, fra demolizione dei
tramezzi e consolidamento della struttura non si sarebbe raggiunto lo scopo,
oltre alla spesa eccessiva che il Comune avrebbe dovuto sostenere; il parere
dei tecnici dunque, non lasciava speranze al riguardo.
Il
18 settembre 1885, il Ministro Coppino inviò una lettera al Prefetto ed
al Presidente della Deputazione Provinciale con cui riproponeva la disponibilità
del Ministero a farsi carico dello stanziamento delle somme occorrenti
per l'apertura della scuola, pur essendo venuto a conoscenza che i locali scelti
e messi a disposizione dal Municipio in realtà non si prestavano allo
scopo; tuttavia, se solo ci fosse stata la garanzia che per i primi due anni la
scuola, in ogni caso, fosse stata aperta e, soprattutto, se il Comune avesse dato
la piena disponibilità alla costruzione di un nuovo edificio il Ministro avrebbe
appoggiato la richiesta.
Cosi
il 5 ottobre 1885 il Prefetto convocò il Sindaco affinché sentito il Consiglio
Comunale si deliberasse favorevolmente in merito alla richiesta ma, il
15 ottobre questi rispose dichiarando che i locali dell'Annunziata erano già pronti
per accogliere la scuola facendo anche rilevare che il Comune già aveva dovuto
far fronte ad ingenti spese per i lavori di ripristino; assicurò, comunque,
che entro il biennio successivo si sarebbe impegnato per garantire la
costruzione di un altro edificio.
Stabilita
definitivamente l'apertura, l'incarico di Preside del Regio Istituto
"P. Giannone", fu affidato al prof. Vincenzo Nigri, con uno stipendio annuo di L. 300, a lui fu assegnata anche la cattedra di Agronomia e
Fisica. Nel 1888/89 fu istituita la biblioteca scolastica e la direzione
fu affidata al prof. Giovanni Martinelli,
insegnante di Storia Naturale, con uno stipendio di L.
150 annue.
Dopo
l'apertura dell'Istituto, ogni anno il Presidente della Giunta di Vigilanza
della scuola inviava al Prefetto e al Presidente della Deputazione Provinciale
una relazione redatta dal Preside dell'Istituto sull'andamento dell'anno
scolastico; quella del 1887-88 redatta dal Preside Prof. Narciso Mencarelli
riportava:
«[...]
è un esame che mi riempie di soddisfazioni
perché nulla può tornare tanto gradito a me vecchio insegnante quanto
il dovere lodare l'opera di coloro che mi
sono compagni nell'alta missione di ammaestrare la gioventù nei
principi del vero, [...] la
massima parte degli insegnanti di questo Istituto attesero
amorosamente dal principio alla fine dell'anno al compimento dei loro
doveri scolastici. Ed è con animo riconoscente che io rivolgo loro una parola
di lode e d'incoraggiamento per non avermi mai costretto al compimento
di uffici che mi sarebbero tornati sempre duri e spiacevoli.[...]».
La
relazione si concludeva con l'auspicio che nell'Istituto potesse essere
installato un nuovo impianto di azienda rurale che sarebbe sorto accanto
alla sezione di agraria.
Negli
anni successivi la situazione rimase pressoché invariata anche se più volte i
Presidi succeduti avevano inoltrato agli organi preposti le richieste per
avere un nuovo edificio. A tale riguardo il Preside Prof. Michele Coppola nella
relazione del 1890 sollecitava il Ministero della Pubblica Istruzione
affinché l'Istituto potesse avere un'altra sede scrivendo:
«[...]
L'Amministrazione Comunale avrebbe dovuto già
mantenere i suoi impegni assunti col Governo, quando l'Istituto fu dichiarato Regio col provvedere
in modo conveniente a quanto più volte si è richiesto. Ma credo fuor
di proposito di ricordare che l'Istituto Tecnico per il lustro e decoro, onde
riesce alla città dovrebbe essere tenuto in maggior considerazione.[…]».
Nel
1886 all'Istituto furono donati dieci ettari di terreno adiacente all'orto
botanico affinché il prof. Antonio Lo Re potesse proseguire le sue sperimentazioni
cerealicole per perseguire gli obiettivi volti al miglioramento delle
colture della Capitanata; in quello stesso anno fu deciso di donare altro
terreno per la sezione di Agronomia con la facoltà di decidere sull'istituzione
della cattedra di Patologia Vegetale, il cui insegnante sarebbe stato retribuito
dalla Provincia.
Oltre
all'illustre prof. Vincenzo Nigri, parteciparono alla vita attiva dell'Istituto
valentissimi docenti tra cui spiccano i nomi di: Antonio Lo Re, titolare
della cattedra di Agraria ed Estimo, ricoprì l'incarico
di Preside facente funzioni per quattro volte, fu autore di numerosi volumi
sull'agricoltura della Capitanata e, più volte, fu insignito di onorificenze,
tra queste: il 26 febbraio 1914 gli fu conferita la medaglia d'argento
da S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione per l'impegno profuso in
occasione della Festa degli Alberi. A ricordo della sua infaticabile opera di
educatore gli fu dedicata un'epigrafe che riporta la seguente iscrizione:
ANTONIO LO RE |
DAL PRIMO SORGERE DELL 'ISTITUTO TECNICO DI FOGGIA |
IN XXXII ANNI D'ININTERROTTO MAGISTERO |
LA CATTEDRA DI AGRARIA E D 'ESTIMO |
ONORO ' CON LA PAROLA E CON GLI SCRITTI |
PRECIPUAMENTE ILLUSTRANDO TESORI E BISOGNI |
DELLA CAPITANATA DILETTA |
LE AMMINISTRAZIONI DELLA PROVINCI A E DEL COMUNE |
MCMXX |
Domenico
Santoro, valente Preside, ricoprì tale incarico dal 1° ottobre 1912
al 30 settembre 1922, commissionò il busto di bronzo di P. Giannone e il
22 giugno 1913, in occasione della cerimonia inaugurale del monumento, pronunciò
il suo discorso precedendo il Prof. Umberto Tria.
Carlo
Palmeri, Preside, pittore e uomo di grandissima cultura. Nel 1965
ricoprì la carica di Presidente dell'Ente Nazionale Protezione Animali. Fu
precursore dei suoi tempi richiamando l'attenzione degli studenti su argomenti
fino allora mai affrontati, tra questi: introdusse l'ascolto della musica
classica sia nell'ora di entrata nelle classi, sia durante la ricreazione; fece
in modo che una parte dell'edificio della sezione staccata dell'Istituto fosse
adibita ad asilo nido per i figli dei docenti; aderì a qualsiasi iniziativa che
rivestisse carattere culturale facendo partecipi sia gli studenti sia gli insegnanti.
Nel
1956, nell'Istituto fu istituita una
sezione sperimentale per l'allevamento
dei bachi da seta; l'iniziativa era stata lanciata dall'Ente Nazionale Serico di
Milano, d'intesa con l'Istituto Agrario di Capitanata, eccellenti
furono i risultati, tanto che il 18 giugno 1956 la scuola fu premiata con
il Diploma di Merito.
In
quello stesso anno alcuni studenti si iscrissero al Corpo Nazionale Giovani
Esploratori Italiani prendendo parte alle spedizioni organizzate dal gruppo
scout foggiano.
Successivamente,
gli studenti presero parte al corso di Cultura Aeronautica
organizzato dal Ministero della Difesa, il corso si svolgeva durante
le vacanze natalizie, pasquali ed estive ed aveva una durata massima di
6 giorni con due tipi di attività: la prima rivolta agli studenti delle ultime classi,
il programma comprendeva anche le prove di volo ecc.; l'altra era rivolta ai
ragazzi delle città prive di strutture aeroportuali; i partecipanti migliori
furono premiati con pubblicazioni sull'aeronautica.
Nel
1961, con un gruppo di studenti universitari ex alunni, professori e studenti
frequentanti l'Istituto, il Preside Palmeri fondò 1'ASSOCIAZIONE
INTERNAZIONALE
DI CULTURA
con sede a Foggia che aveva come voce
ufficiale ai sensi dell' Art. 1 bis del proprio Statuto Sociale la Rassegna
La
Rassegna aveva un formato di cm. 21x31 e, sulla copertina di ogni numero
il titolo era preceduto dalla citazione evangelica: «Amiamoci
gli uni gli
altri», mentre
in basso al centro un'altra citazione recitava: «Noi
siamo guidati
dalle luci che illuminano e non dalle torce che incendiano; vogliamo costruire,
non distruggere...».
Nel
primo comitato di redazione furono annoverati i seguenti illustri docenti:
Giorgio Banfo, Pompeo Bucci, Saverio Buffa, Ivo Beni, Salvatore Maria
Briguccia, Rosa Caracciolo, Vincenzo Coresi, Giulia Di Leo Catalano, Angelo
de' Baroni di Gosta, Giuseppe Fabiano, Reno Fedi, Carlo Gentile, Pietro
Giuseppe Lovato, Michelangelo Meola, Grazio Mandelli, Savino Melillo,
Michele Notarangelo, Orazio Notarangelo, Enrico Pappacena, Guido Pepe,
Donato Piantanida, Carmen Prencipe Di Donna, Vittorio Salvatori.
Nel
terzo anno di vita della rivista i docenti Antonio Mandelli e Savino Melillo
furono sostituiti da Fausta Nigri e Luigi Treggiari. L'impronta a carattere
altamente scientifico e culturale proponeva vari argomenti che spaziavano
dalla letteratura alla storia, dall'arte alle scienze, dall'esoterismo alla
filosofia, dallo sport all'attualità; tutti gli articoli pubblicati erano d'interesse
nazionale, l'editoriale a firma del direttore responsabile, solitamente
trattava argomenti informativi inerenti alle ultime leggi scolastiche
ed, a volte, erano pubblicati i testi delle circolari ministeriali con i programmi
degli Istituti Tecnici. Spesso, quando gli argomenti assumevano importanza
internazionale, erano pubblicati in quattro lingue: Francese, Inglese,
Tedesco e Spagnolo.
Sul
primo numero del 2° anno di vita della rivista, il Preside Carlo Palmeri pubblicò due tavole fuori testo rappresentanti due delle sue
opere dal titolo: Luci ed
Ombre tav. XXXVI,
ed
Aurora a S. Lucia tav. XXXVIII.
Sul
secondo numero dello stesso anno, egli pubblicò altre due tavole fuori
testo raffiguranti altre sue opere dal titolo: Autunno tav. IV
e Primavera
tav. V,
inoltre
in questa occasione eccezionalmente fu pubblicato un
dipinto della figlia Annalaura dal titolo Bambina tav. VI.
Sempre
su questo numero, apparve la prestigiosa firma del noto endocrinologo
romano Nicola Pende che disquisiva sull'argomento dal titolo: La
Psicologia differenziale dei popoli e le fasi psicologiche ritmiche della
Sul
quarto numero della rivista relativa allo stesso anno, egli pubblicava altre
tavole rappresentanti le sue opere dal titolo: Muta serenità tav. XI
e Solstizio d'inverno tav. X.
Probabilmente
anche su altri numeri successivi egli continuò ad inserire ed
a divulgare le sue opere.
Nell'editoriale
del primo numero del 1964, quarto anno della rivista, il Preside
Palmeri dopo aver dissertato sull'argomento dal titolo: Gli
Istituti Statali di Istruzione Tecnica, salviamo la scuola dalla peste
politica, parlando del poco impegno profuso dall'Amministrazione
Provinciale di Foggia, accennava alle
continue richieste che da tempo immemorabile aveva inoltrato all'Ente
affinché provvedesse a far pavimentare il cortile della sezione staccata della
scuola che aveva sede in P.zza Cavour, affinché potessero svolgersi gli
allenamenti della squadra di "Pallacanestro", ma fino allora l'Ente
non aveva provveduto ad evadere la richiesta; tuttavia il fiore
all'occhiello dell'Istituto era la squadra di Atletica Leggera; l'articolo proseguiva:
«[...] La proposta è stata fatta il 26 novembre 1961 l'assessore alla P.I. è andato un paio di volte a visitare il locale seguito dal segretario che prendeva appunti, da ingegneri e da geometri che prendevano le misure e facevano calcoli ma,.., ancora oggi non è stato fatto nulla. [...] Anche la richiesta di istituire un gabinetto igienico per gli insegnanti e uno per le insegnanti e un altro per le alunne nella suddetta sezione staccata, le cui aule sono distribuite in tre piani è rimasta inascoltata. E ' venuto il solito assessore, il solito segretario che prendeva note nel suo taccuino, i soliti ingegneri e geometri, che hanno preso le misure e fatto disegni... ma, ancora oggi, se un professore... ha bisogno... deve correre al "diurno"... che sì trova in "villa" di fronte al Tribunale […]».
Rilevava
inoltre, che per i laboratori di chimica e di merceologia occorreva una bidella,
che per le cinque cattedre complete relative alle materie
tecnico-pratiche esisteva un solo insegnante specializzato e che il tutto
era rimasto fermo all'epoca dell'esistenza di un solo corso.
Fin
dal 1962 egli aveva inoltrato la richiesta con la quale proponeva come
soluzione alternativa, l'inserimento di alcuni giovani di «[...]
eccezionale
valore, diplomarsi nello stesso Istituto con votazioni meritevoli di ogni
elogio[...]» e,
non avendo ancora ricevuto una risposta, aggiungeva: «[...]
Nella odierna ingarbugliata vita politica della nostra Patria, non è il merito
che si cerca, ma... le ragioni politiche!
[...]». L'articolo
si concludeva con l'invito da parte dei Professori e dello stesso Preside che,
riunitisi il 18 febbraio 1964, dopo
aver constatato l'inadempienza della Giunta Provinciale, chiedevano
alle autorità superiori di intervenire in tal senso affinché con i loro provvedimenti
rendessero più funzionali gli Istituti Tecnici senza che "estranei"
potessero interferire con le loro decisioni. L'articolo, datato marzo 1964, era firmato dal Preside dell'Istituto.
Queste
notizie offrono al lettore una breve nota su quanto accaduto in passato,
sottolineando l'attualità delle problematiche.
Tra
i docenti inoltre, è ricordato il prof. Orazio Notrarangelo; egli, come
si è visto, faceva parte del comitato di redazione della Rassegna «Hestia», già
da giovanissimo si era conquistato gli onori divenendo borsista
del "Borromeo" di Pavia presso cui si era laureato; ma, legato com’era
alle proprie radici preferì rinunciare alla brillante carriera che aveva cominciato
proprio in quella città, per rientrare nella sua adorata "Foggia".
Nel
1955 entrò a far parte del personale docente dell'Istituto "Giannone"
insegnando presso la sezione staccata di Manfredonia; nell'anno successivo
rientrò a Foggia dove rimase fino al 1976, quando lasciò l'incarico di
docente dell'Istituto stesso, per affrontare un compito ancora più difficile: quello
di Preside. Aveva già acquisito una lunga esperienza nel settore perché era
stato Vicario per alcuni anni presso l'Istituto, pertanto, non gli fu difficile affrontare
il nuovo incarico con l'amore per il suo lavoro, che da sempre lo accompagnava.
Lavorò
alacremente per la scuola, prima come docente e poi come Preside dell'Istituto
che oggi porta il suo nome, fino a quando un male incurabile lo rapì alla vita.
L'Istituto, inoltre, commemora attraverso alcune lapidi murarie, le gesta di chi con ardore dopo il cav. Cicella ha contribuito con il proprio impegno, alla crescita della scuola: è il caso del Gr. Uff. Emilio Ferrane, Presidente del Consiglio Provinciale e della Giunta di Vigilanza nel 1913, al quale è dedicata la seguente epigrafe:
EMILIO PERRONE |
DAL MDCCCXCVAL MCMXVI ANNUALMENTE ACCLAMATO |
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI VIGILANZA |
COL FERVIDO ZELO ESERCITATO NEI PUBBLICI OFFICE |
OND 'EBBE PREMIO DELLA DIGNITÀ SENATORIA |
TUTTA L'ANIMA DI CITTADINO |
DIE ' AL LUSTRO ALL 'INCREMENTO DELL 'ISTITUTO |
*** |
LE AMMINISTRAZIONI DELLA PROVINCIA E DEL COMUNE |
MCMXX |
Al cav. Antonio Cicella, è dedicata l'epigrafe attualmente collocata nell'Aula Magna dell'Istituto a sinistra dell'ingresso, essa riporta la seguente iscrizione:
IL COMUNE |
CELEBRANDOSI LA GLORIA DI PIETRO GIANNONE |
VOLLE RICORDATO IL NOME |
DI |
ANTONIO CICELLA |
PER
L'INFATICATO PATRIOTTICO ARDORE DI LUI |
COL CONCORSO DELL 'AMM.NE PROVINCIALE |
*** |
SORSE QUESTO ISTITUTO |
*** |
XXII GIUGNO MCMXII |
Un’altra.
collocata sempre nell'Aula Magna a destra dell'ingresso, è dedicata
alla memoria del geom. Giuseppe Albanese Ruffo ed è sormontata
dal busto in bronzo dell'eroe.
Ogni
anno la biblioteca scolastica era arricchita da volumi, ma furono anche
tante le donazioni giunte da collezionisti e cultori; a tale riguardo il 1° agosto
1900, il prof. Michelangiolo Fasolo donò all'Istituto una raccolta di minerali
provenienti dalla Sardegna, contribuendo così all'arricchimento del materiale
scientifico.
L'Istituto
rimase nel locali dell'Annunziata fino al 1935, in questi anni furono
numerose le celebrazioni: nel 1913 fu inaugurato il busto di Pietro Giannone,
opera del prof. Luigi De Luca, docente di scultura presso il Regio Istituto
di Belle Arti di Napoli, in quell'occasione il prof. Umberto Tria durante
la cerimonia pronunciò l'orazione dal titolo: Il Pensiero del Giannone.
Nel
luglio del 1935, il Regio Istituto fu trasferito nei locali del nuovo Palazzo
degli Studi, ed allogato in parte del 1° piano e del 2° piano, su una superficie
complessiva di 4.100 mq.; i locali erano forniti di luce elettrica, acqua, gas
ecc. molto spaziosi erano anche i laboratori di chimica, fisica e scienze
naturali; la Provincia avrebbe pagato al Comune una pigione di L. 68.000
annue, con l'intervento del Prefetto; i vecchi locali sarebbero stati destinati
ai PP. Giuseppini per la nuova sistemazione dell'Orfanotrofio M. Cristina,
poiché la vecchia sede doveva essere demolita per lasciar spazio alla nuova
costruzione del Palazzo degli Uffici Statali.
L'Amministrazione
Provinciale provvide alle spese di trasferimento della
scuola sostenendo una spesa complessiva di L. 25.000, stipulando un contratto
a trattativa privata per l'esecuzione dei lavori di riparazione dei mobili
esistenti nei locali dell'Istituto e per il trasporto degli stessi, dai locali dell'Annunziata
a quelli di C.so Roma.
L'Istituto
ebbe sede nel Palazzo degli Studi fino al secondo conflitto mondiale:
dal '43 al '45 il Palazzo degli Studi fu occupato dalle truppe anglo-americane e
l'Istituto ebbe come sede provvisoria alcuni locali nel Palazzo Dogana. Ritornò presso il Palazzo degli Studi quando gli
americani lasciarono la città.
A
Foggia vi era un secondo Istituto Tecnico intitolato a "F. Crispi" ad indirizzo
mercantile, sorto nel 1928, reso Regio il 16 ottobre 1937 che con R.D. n. 711
dell' 11 gennaio 1943 ebbe il riconoscimento giuridico e l'autonomia
con l'approvazione dello statuto; mentre il "Giannone" aveva l'indirizzo
amministrativo.
Nel
1945, il "Giannone" fu soppresso e fuso con il "Crispi", in quell'occasione
il Provveditore agli studi prof. Ioanna, comunicò ai Presidi dei due Istituti
che il Ministero della P. I. con nota n. 6709 del 10/10/1945 aveva stabilito la
soppressione del "Giannone" in quanto l'esistenza di due scuole simili
nella città era superflua. Pertanto, a decorrere dal 1° ottobre di quell'anno
era stata istituita una sezione per geometri presso l'Istituto "Crispi"
che assumeva la seguente denominazione: "Regio
Istituto Tecnico Commerciale ad indirizzo
Mercantile e per Geometri Crispi". La
cosa però non piacque né alla
cittadinanza, né alle amministrazioni locali, né ai docenti del "Giannone",
i quali il 20 ottobre di quell'anno, si riunirono in seduta straordinaria
per inviare una petizione al Ministero della P. I., affinché fosse rivista
la decisione di sopprimere l'Istituto adducendo la seguente motivazione:
«[...]
l'Istituto è fra i più antichi dell'Italia
meridionale, culla di valenti professionisti di cui non pochi hanno
onorato la Provincia conseguendo altissimi gradi specie nell'Amministrazione
Statale e nelle Forze Armate […]».
In
quell'occasione furono ricordati i nomi dei "Grandi" che avevano
caldeggiato per l'apertura della scuola, e che se fossero stati ancora in vita avrebbero
fatto in modo che la scuola non fosse stata chiusa.
Nel
successivo verbale del 30 ottobre di quello stesso anno, il personale docente,
pur non arrendendosi, chiedeva che fosse almeno mantenuto il nome del
"Giannone", anche se, per motivi burocratici il "Crispi" non
poteva essere soppresso.
In
quel periodo gli organi della stampa locale e nazionale si interessarono al
caso, tanto da pubblicare numerosi articoli riguardanti la chiusura dell'Istituto.
Ma
non fu solo la stampa ad occuparsi di ciò che stava accadendo a Foggia, le proteste infatti, giunsero fino al Ministero.
Il
Provveditore agli studi intanto, cercò di spiegare le motivazioni che avevano
indotto il Ministero stesso a sopprimere l'Istituto Tecnico più antico della
città: la ragione principale riguardava un provvedimento di riduzione della
spesa pubblica con la soppressione del numero di Istituti Tecnici Commerciali
risultati superflui nel paese; ma le motivazioni espresse dal Provveditore non
furono ritenute esaustive, infatti né la cittadinanza né i docenti
accettarono che la scuola fosse soppressa, inoltre, essendo il "Crispi"
più recente, ed avendo natura giuridica simile a quella del "Giannone",
ritenevano che si potesse eliminare
quest'ultimo.
Nonostante
le proteste, l'Istituto fu definitivamente chiuso, e l'8 novembre 1945
fu stabilita la fusione dei due Istituti.
Le
manifestazioni di protesta mosse contro la chiusura della scuola continuarono
ad oltranza, fino a quando il Ministero non revocò la proposta di soppressione
del primo Istituto; anche in questo caso la stampa si occupò della
questione.
Più
tardi l'Istituto, fu riaperto ed il "Crispi" fu definitivamente
assorbito dal
"Giannone" che assunse l'indirizzo mercantile con la sezione per geometri.
Finalmente
dopo tanto fermento la città aveva riavuto ciò che le apparteneva
di diritto e che a causa dell'ingiusta burocrazia del paese le era stato
tolto... !
II
1°
ottobre 1960 la sezione per Geometri si separò dando vita all'Istituto "E.
Masi", ed il 1° ottobre 1969 per l'elevato numero di studenti l'Istituto "Giannone"
si scisse e fu fondato il "Rosati" ad indirizzo amministrativo.
Nel
1971 l'Istituto "P. Giannone" fu definitivamente trasferito in Via
Sbano, attuale sede, costruita dall'Amministrazione Provinciale con la vendita
dell'immobile della caserma dei Carabinieri che già in passato aveva ospitato
alcune classi della sezione staccata dell'Istituto.
La
scuola ha mantenuto l’indirizzo Mercantile fino all’anno 1999 infine, grazie
all’impegno dell’attuale Dirigente Scolastico, prof. Alfonso Palomba e dei
Suoi collaboratori, per proseguire nuovi traguardi ed adeguarsi alle prospettive
europee, ha allargato i propri orizzonti assumendo nuovi indirizzi: quello IGEA
dal 1996/97 diventato definitivo dal 2000, quello per Programmatori ed infine,
quello Turistico-Iter dall’a. s. 2000/2001.
©2005 Lucia Lopriore. Il presente contributo è stato tratto dal saggio dell’Autrice dal titolo: L’ITC “P. Giannone” di Foggia dalle origini ad oggi, in G. CRISTINO, L. LOPRIORE, V. MARCHESIELLO, L’ITC “P. Giannone” di Foggia e la sua Galleria d’Arte, a cura di A. M. Palomba, Foggia 2002.