LA MEMORIA DIMENTICATA |
a cura di Teresa Maria Rauzino |
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La copertina del volume.
«Cosa c’è dietro l’angolo?». Con questa domanda rivolta agli ospiti, un noto presentatore e giornalista televisivo concludeva l’intervista in una trasmissione, in onda su RaiUno, negli anni ’70 del secolo appena trascorso.
Ebbene, la stessa domanda proiettata nella nostra città trova
un’immediata risposta. Ci hanno pensato, infatti, Claudio Grenzi e suo figlio
Paolo ad evidenziare gli angoli più suggestivi di Foggia, attraverso una
recente e bella pubblicazione fotografica dal titolo Foggia in particolare
(pp. 108, ill. b/n e colori, Foggia 2006).
Attraverso la caccia al dettaglio, ritroviamo
Claudio Grenzi, noto editore foggiano, in veste di autore e di fotografo. In una
passeggiata per le strade della nostra bella città, Claudio e suo figlio Paolo
mettono in luce gli angoli e le vie più suggestive, ed i particolari che spesso
sfuggono all’attenzione del passante o anche del cittadino residente che corre
e, troppo spesso, non nota ciò che lo circonda e guarda le cose “senza
osservare”.
Questo volume rappresenta un momento di pausa
e di riflessione sulle bellezze architettoniche di Foggia e non solo.
Così, un soggetto ritenuto apparentemente “insignificante” assume in un contesto artistico una sua
configurazione. Le peculiarità di taluni elementi architettonici non
prescindono dal contesto contemporaneo nel
quale sono collocate.
Architravi, roste, candelabri, gru, insegne di
fabbriche e di esercizi commerciali, e, persino particolari di epigrafi e di
lapidi funerarie, sono posti in luce attraverso lo “scatto” artistico dagli
Autori nelle loro istantanee.
Già noto per le sue altissime qualità professionali, che esprime
attraverso il lavoro quotidiano di grafico ed editore, Claudio Grenzi ha voluto,
con l’ausilio di un altrettanto promettente
figliuolo, regalare alla città un altro tassello di cultura.
“La caccia al particolare”, che gli Autori
evidenziano nel loro volume, mette in luce lo stato di bellezza/degrado del
nostro patrimonio artistico. Un degrado inesorabile e, per molti aspetti, anche
voluto.
Voluto dalle sconsiderate demolizioni urbanistiche che troppo spesso
sono giustificate dalle vetustà costruttive impossibili da recuperare…
allora? è meglio abbattere! Già! Meglio abbattere se non si può recuperare…
Così il declino inesorabile della memoria
storica prende il sopravvento sulla “Cultura” ed agli autori siano essi
fotografi, storici o semplici
cultori, non resta altro che “salvare il salvabile” soprattutto attraverso
le testimonianze “cartacee”.
Bene hanno fatto gli Autori di questo prezioso
libro di memorie a “salvare” quello che resta ancora da recuperare…
mettere “nero su bianco” è pur sempre un tentativo di sensibilizzazione
dell’opinione pubblica.
Sempre che ci si accorga dello scempio compiuto e si rifletta sul da
farsi e ci si rimbocchi le maniche e non si continui a dire “tanto ci devono
pensare le istituzioni…”.
è l’opinione del cittadino che va sensibilizzata… così, per fare un esempio, se solo ci fosse stata una campagna di sensibilizzazione pubblica, il seicentesco palazzo Poppa-Caponegro con l’arco di San Michele, ubicato nei pressi del Municipio di Foggia, esempio mirabile di architettura barocca, demolito negli ultimi anni per far spazio ad un’anonima ed orrenda costruzione moderna, edificata secondo quel principio di discutibile progettazione volta allo pseudo-recupero dei centri storici, avrebbe subito una sorte diversa. Come ancora è da definire la situazione del restauro di palazzo Trifiletti-Giovene in Corso Garibaldi, in procinto di subire lo stesso inesorabile destino.
Da sinistra: particolare dalla porta d'ingresso della Claudio Grenzi Editore in via Le Maestre, 71 Foggia; particolare del doccione per l'espluvio delle acque piovane a palazzo Rosati in Corso V. Emanuele, 160 Foggia; particolare di una lastra tombale nel camposanto di Foggia.
«Non basta fotografare!», direbbe qualcuno,
ma anche questo serve! Soprattutto se il messaggio parte da molto
lontano… in questo caso poi, è un messaggio lanciato da persone che la
cultura la vivono quotidianamente
attraverso il proprio lavoro.
Volendo riassumere in una formula matematica
il concetto di “cultura” lanciato dagli Autori, possiamo affermare che se la
conoscenza è sinonimo di progresso, l’ignoranza, in quanto mancanza di
consapevolezza, è baluardo di distruzione della memoria.
Ma non sempre l’ignoranza può giustificare
taluni sconsiderati comportamenti! Comportamenti che scaturiscono da disagi
sociali e mentali… il fatto, ad esempio, che alcuni “soggetti” deturpino,
con i loro graffiti in prevalenza volti ad allusioni falliche, i monumenti delle
città, è sintomo di disagio sociale oltre che mentale… ma il problema allora
è da ricercare alla base di una società che non garantisce più potere… che
non difende… che non tutela… ai
cultori della storia allora, non resta altro da fare se non denunciare questo
disagio attraverso testimonianze, siano esse scritte o fotografate, proprio come
hanno fatto gli Autori del volume.
Mai l’invito di un nostro amato concittadino, Renzo Arbore, vanto della cultura del capoluogo dauno, grazie al quale la storia delle nostre radici è stata esportata in tutto il mondo attraverso la musica, e che da qualche anno recita nelle pubblicità di rinomati prodotti commerciali - «Meditate gente!... Meditate…!» - fu tanto appropriato come in questo caso.
©2007 Lucia Lopriore