LA MEMORIA DIMENTICATA |
a cura di Teresa Maria Rauzino |
|
|
||
|
pagina 2
U' Grattamariann'
Dalla
documentazione archivistica si evince che nelle zone pianeggianti la neve era
fornita da vari paesi del Gargano, del Subappennino, della Lucania,
dell’Abruzzo e delle Murge; i prezzi della fornitura variavano da periodo a
periodo e per questo furono molte le situazioni controverse che si crearono fra
appaltatori e Comuni.
Prima
del 1800, a Foggia i contratti tra il Comune e gli Appaltatori erano stipulati
dai notai attraverso le Obbliganze
[17].
Nessuna notizia, invece, è giunta per il periodo anteriore al 1800 circa le
condizioni di vendita della neve negli altri centri della Capitanata.
Prima dell’unità d’Italia, ove non specificato, nei contratti si faceva riferimento alla Legge n. 77 del 12 dicembre 1816 [18], che attraverso alcuni articoli, fissava le condizioni di appalto per la vendita della neve.
L’art.
206 stabiliva che le privative volontarie riguardavano solo la preparazione e la
vendita dei beni commestibili. Esse erano temporanee e ad esclusivo vantaggio
del Comune.
L’art.
208 della stessa legge stabiliva che le privative volontarie dovevano essere
date in appalto a mezzo di asta pubblica. La loro durata ordinaria non doveva
essere superiore ad un anno, inoltre solo quando le circostanze e le esigenze di
un Comune richiedevano una durata maggiore, l’appalto poteva essere
prolungato, ma non avrebbe potuto superare i tre anni.
L’art.
235, titolo IX- Capo I, stabiliva che le subaste [19]
dovevano essere precedute da due manifesti da pubblicarsi ed affiggersi
nell’intervallo di tre giorni l’uno dall’altro. Tra questi uno doveva
essere affisso la domenica nei luoghi consueti del Comune; inoltre le subaste
non potevano cominciare prima di otto giorni dalla pubblicazione del primo
manifesto.
L’art.
236 stabiliva una seconda subasta cinque giorni dopo la prima, in seguito
all’affissione di un altro manifesto pubblicato a norma dell’art. 235. Solo
con questa i partecipanti avrebbero
avuto l’aggiudicazione definitiva in grado di sesta o di decima.
Stabiliti
i criteri dell’appalto, attraverso i verbali decurionali, i Comuni facevano
affiggere i manifesti in luoghi diversi e, dopo aver esaminato le prime offerte,
procedevano alle subaste.
Per
meglio comprendere le modalità e le condizioni degli appalti si trascrive un
contratto tipo.
I
contratti di appalto, sia pure con qualche variazione, in genere erano identici
per ogni Comune; solitamente, per le norme generali, si rimandava alla legge n.
77.
Si trascrive il contratto di appalto del Comune di Campomarino, riportato nel verbale del 23 maggio 1807, estratto dal libro delle Obbliganze penes acta della Regia Corte [20].
«A dì ventitré Maggio milleottocento sette in Campomarino e presso gli atti
della Regia Corte.
Costituiti
personalmente presso gli atti di questa Regia Corte ed in presenza nostra, e
de’ sottoscritti testimoni il sig. Domenico Antonio Noventa Sindaco di questa
Comune interviene per se e suoi successori Sindaci in nome e parte di questa
Comune alle cose infra[scri]tte.
E
Pasquale Russo di Montorio, al presente in questa Terra, interveniente per se e
suoi eredi e successori dall’altra parte.
I
detti sig. Sindaco e Pasquale Russo con giuramento, toccate le scritture, hanno
asserito, che sono venuti a Convenzione di dover d[etto] Pasquale Russo
provvedere questa Comune della neve, che gli bisogna ne’ mesi estivi,
cominciando dal primo Maggio a tutto li quindici di Ottobre colle seguenti
condizioni.
1°
- che debba d[etto] Russo a sue proprie spese, e conto fissare qui un venditore
di neve a minuto, il quale deve dispensare la neve a chiunque n’avrà bisogno
a giusto peso, e misura, senza far mai mancare detto genere dal primo Maggio a
tutte li quindici Ottobre senz’interruzione alcuna; nel qual caso di mancanza,
niun caso escluso, incorre d[etto] Russo nella pena di Docati sei in beneficio
dell’università, qualora d[etta] mancanza succede per lo spazio d’una sola
ora.
2°
- che d[etto] obbligo di provvista di neve s’intenda a decorrere per
quest’anno, e per altri anni nove successivi a tutto li quindici ottobre
milleottocentosedici; col patto però espresso, che mancando o nel sud[detto]
tempo la neve in Montorio, perché non caduta dal cielo, debba, e possa essere
in quell’anno escluso il d[etto] Russo dal partito, che contra e, per
quell’annata; ben inteso, che ciò s’intenda qualora effettivam[en]te
d[etto] Russo non abbia neve di sorta alcuna nella sua neviera, ne ve ne sia in
Montorio, nel qual caso deve d[etto] Russo deve prevenire gli Amministratori di
questa Uni[versi]tà per tutto li quindici d’aprile di quell’anno, perché
se ne posseggono altrove.
3°
- che d[etta] vendita di neve al minuto debba farsi dal d[etto] Russo ne’
tempi convenuti al prezzo stabilito e fisso di grana uno e cavalli sei per ogni
rotolo di giusto peso in tutto il suddetto decennio senzacchè possa alterarsi
in modo alcuno il d[etto] prezzo; e per la giustezza del peso si obbliga a
soggiacere alle pene comunali ogni qualvolta sia trovato in frode.
4°
- che per la validità della presente convenzione l’obbliga d[etto] sig.
Sindaco d’ottenere il permesso, ed assenso dell’Intend[en]za Provinciale, ed
esso Pasquale Russo da per le sue mancanze e per la sicurezza del partito per
plaggio il sig. Giuseppe Corriero qui presente, ed accettante; il quale si
assume di rispondere per d[etto] Russo nella forma più ampia, e più legale.
Obbligandosi
a tale effetto vicendevolm[en]te esse Parti, l’una all’altra, in tutte
sud[dette] cose anche a modo delle prigioni di Napoli, e de’ riti della G. C.
potendosi incusare la presente convenzione contro del controventore di ogni
luogo, Corte o foro colla clausola del Costituto precario, sotto pena d[detta]
homo giurato e si sono obbligati in forma.
Segno
di croce di Pasquale Russo, che si obbliga come sopra = segno di croce di
Giuseppe Corriero, che si obbliga e plaggia come sopra = Domenicantonio Noventa
Sindaco = Donato Manes Testimonio = Diego Sportelli Testimonio = Giandom[eni]co
Gianni Testimonio = Isidoro De Laureto Supp[len]te.
La presente Copia è stata estratta dal libro delle Obbliganze penes acta di questa Corte di Campomarino, principiato in Agosto 1807, in avanti si stente al foglio 49, col quale sulla collazione concorda, in fede Isidoro De Laureto supplente».
In
questo caso il contratto di appalto aveva una durata di dieci anni. Come si è
visto, con la Legge n. 77 furono stabilite condizioni diverse e, la durata
dell’appalto non poteva superare i tre anni. Tra le altre condizioni, il
contratto prevedeva che nel caso in cui la neve non fosse caduta e
l’appaltatore fosse stato impossibilitato a fornirla in tempo utile, solo per
quell’anno, era esonerato dalla fornitura del prodotto senza pagare ammende, a
patto che avesse avvertito il Comune interessato.
Dopo
aver stabilito il prezzo, l’appaltatore era obbligato a vendere la neve a peso
giusto, senza frode. Nel caso fosse stato scoperto in flagranza di reato,
sarebbe stato multato dal Comune.
Tra
le clausole finali si apprende che, per l’approvazione definitiva
dell’appalto, il Comune si rimetteva all’espresso assenso dell’Intendenza
Provinciale. Nel caso l’appaltatore fosse venuto meno agli obblighi
contrattuali, sarebbe subentrato il garante solidale, che all’atto della
stipula del contratto assicurava l’osservanza delle norme contrattuali sia
sotto l’aspetto amministrativo sia legale, rispondendone personalmente e
solidalmente in caso di inadempienza.
Solitamente,
le clausole esaminate nel contratto di appalto relativo al Comune di Campomarino
si presentano identiche anche per gli altri centri della Capitanata; qualche
piccola variazione sarà sottoposta all’attenzione del lettore nell’analisi
dei singoli contratti.
Dai
primi anni del 1900 la fornitura di neve è soppiantata dalla produzione di
ghiaccio industriale che viene venduto fino a tempi recentissimi, ovvero fino a
quando non entra nelle case il frigorifero. Si conclude così un’era di
tradizioni e folclore lasciando spazio solo ai ricordi.
Curiosità
U’ Grattamariann’
La
domenica, dopo le celebrazioni religiose, la gente del posto dopo la
passeggiata, ù strusc’,
si recava in questi posti per acquistare il prodotto che, doveva refrigerare e
deliziare i palati dei buongustai più
esigenti che, dopo il luculliano pranzo festivo, erano soliti preparare le
refrigeranti bibite.
Nei
paesi del Gargano, l’acqua fresca delle sorgenti veniva trasportata nei Cic’n,
Giarr e Quartèr, appositi
recipienti di creta di capacità differenti. I gestori dei caffè e cantine
specie nei giorni festivi, su
richiesta dei clienti preparavano le granite con caffè o altre essenze usando
un coltello per raschiare la neve oppure era usato un attrezzo simile ad una
piccola pialla munita di una lama affilata di acciaio posta di traverso nella
parte di sotto che sfregata su un pezzo di ghiaccio lo sbriciolava
minuziosamente fino a raggiungere la quantità occorrente per far le granite
richieste.
Tale attrezzo era meglio conosciuto con il nome di Grattamariann’ [21].
è
rappresentata con il bambino Gesù sul braccio sinistro; con la mano destra
ostenta verso i devoti un fiocco di neve. Verso la fine del 1800, il priore di
quella confraternita era tal Azzarone Michelantonio, il quale era proprietario
di vastissimi agrumeti ubicati in località "Murge nere".
All'epoca
non esistevano attrezzature per la confezione di gelati, granite e altro, che si
vendevano specialmente durante i periodi estivi. All'epoca, la neve cadeva
abbondantissima ed alle volte, specialmente a dicembre che era il mese
maggiormente nevoso, arrivava fino agli architravi delle porte di casa.
Altrimenti era un'invernata abbastanza calda e senza neve. Nei pressi
dell'attuale piazza "San Francesco" vi erano delle neviere, costituite
da ampi fossati nei quali i "nevierai" facevano raccogliere la neve a
strati, calcati con i piedi e ricoperti di paglia, per prelevarla d’estate a
piccoli cubetti e venderla per i rinfreschi. Ciò è avvenuto fino al 1925
quando Nicola De Petris, ex coadiutore del notar Saverio Girlanda, divenuto
industriale, fece impiantare la macchina per la costruzione di blocchi di
ghiaccio. Occorre inoltre precisare che le arance specialmente quelle toste (durette)
maturavano più o meno nel periodo natalizio.
In dicembre, mese al quale si riferisce l'accaduto, non s'era ancora visto un fiocco di neve. Il povero nevieraio, preoccupandosi che ai suoi pargoletti durante l'estate sarebbero mancati i più indispensabili mezzi di vita, si recò presso la balaustra dell'altare della Madonna sua protettrice, e battendosi in petto e senza alcun rispetto umano cominciò a implorare la grazia di abbondanti nevicate senza preoccuparsi, nella disperazione della sua richiesta, se vi fossero persone presenti. Supplicò: «Madonna mia, fai nevicare!».
Il
Michelantonio, che stava nell'adiacente sacrestia e che proprio in quell'anno
aveva un'abbondanza di arance, temendo che un eventuale gelo danneggiasse il
prodotto del suo latifondo, uscì dalla sacrestia e volgendosi al nevieraio lo
apostrofò duramente: «E tu, cosa stai dicendo?».
E
il nevieraio, in risposta: «E tu cosa vuoi da me? Non sai che danno subirei io
con la mia famiglia se non nevicasse? Ai figli miei chi darebbe un tozzo di pane
durante l'estate? Del resto, fammi pregare la Madonna mia e tu vai a pregarti san Valentino che è il patrono degli aranceti.
A tali parole l'alterco ebbe fine...
FONTI
DOCUMENTARIE
Archivio
di Stato di Foggia:
-
Intendenza e Governo
di Capitanata, Affari Comunali s. I e s. II;
-
Intendenza e Governo
di Capitanata, Carte varie, Corrispondenza Amministrativa;
-
Consiglio
d’Intendenza, di Governo e Prefettura di Capitanata, 1^ Camera, Processi;
-
Intendenza e Governo
di Capitanata, Affari Comunali, s. I e s. II, Appendice I e II;
-
Intendenza, Governo e
Prefettura di Capitanata, s. II, Appendice I e II;
-
Intendenza di
Capitanata, Atti vari;
-
Intendenza di
Capitanata, Amministrazione Finanziaria, s. II;
-
Catasto Onciario di
Sant’Agata di Puglia;
-
Archivio Storico del
Comune di Foggia, Obblighanze Penes Acta, Parte I e Parte II;
-
Archivio Storico del
Comune di Foggia, Appendice;
-
Dogana s IX, processi;
-
Dogana s. II, Atti
Civili;
-
Intendenza di
Capitanata, Prefettura di Foggia, s. II, Tratturi;
-
Collezioni delle Leggi
e Decreti Reali, vol. 4;
-
Prefettura, Affari
Speciali del Comune, s. II;
BIBLIOGRAFIA
ANTONELLIS L., Cerignola
Guida alla città, Comune di Cerignola,
Cerignola 1999.
ARBORE G., Famiglie e dimore gentilizie di Foggia, Schena, Fasano 1995.
BIBLIOTHECA
SANCTORUM – ISTITUTO GIOVANNI XXIII DELLA PONTIFICIA UNIVERSITA’ LATERANENSE,
Città Nuova Editrice, Roma 1968.
CALVANESE
G., Memorie per
la
città
di
Foggia,
Leone Editrice, Foggia 1991, rist. anast. del 1932
DE
MONTE N., Una gemma del Gargano, Arti Grafiche S. Pescatore, Foggia, senza data.
DI GIOIA M., Foggia Sacra ieri e oggi, Amministrazione Provinciale di Capitanata,
Foggia 1984.
GANDOLFI g., Tavole di ragguaglio delle unità di pesi e misure, Napoli 1861.
G.E.A., Conoscere la città, Foggia dal Neolitico ai giorni nostri, Scuola
Media “G. Bovio”, Foggia 1997.
GUARELLA G, Niviere e vendita della neve nelle carte del passato, in Umanesimo
della pietra, 1988.
GUIDA
IAL, Viaggiando tra i Santuari di Capitanata, Edizioni Incontro alla Luce
S.R.L., Foggia 1998.
Icone
di Puglia e Basilicata dal Medio Evo al Settecento, a
cura di Pina Belli D’Elia, Mazzotta, Milano 1998.
Il
Gargano Nuovo, anno IX, nn. 1, 2, 3, gennaio, febbraio e marzo 1983.
LOPRIORE
L., Orta Nova tra ‘700 e ‘900, Storia Urbanistica ed Architettura, Bastogi,
Foggia 1999.
MAULUCCI VIVOLO F. P., Sulle
Tracce di San Potito, Bastogi, Foggia 2000.
NICASTRO C. G., Bovino,
storia di popolo, vescovi duchi e briganti, Amministrazione Provinciale di
Capitanata, Foggia 1984.
RICCA E., La nobiltà delle Due Sicilie, Forni, Bologna 1978.
ROSSION
M. V. O.Ss.R. – Al sole dell’amore,
Postulazione Generale C.Ss.R., Materdomini (AV) 1985.
SAITTO G., Poggio Imperiale, storia, usi e costumi di un paese della Capitanata,
Edizioni del Rosone, Foggia 1997.
Saluti
da Foggia, Amministrazione Provinciale, Foggia 1997, pag. 5.
SINISI A., I beni dei Gesuiti in Capitanata nei secoli XVII – XVIII, C.E.S.P.,
Napoli 1963.
SPIRITO G., La Storia di
Foggia attraverso
la toponomastica, Bastogi,
Foggia 1998.
TANCREDI G., Folclore Garganico, rist. anast. del 1938 a cura del Centro Studi
Garganici per la Banca Popolare di Apricena.
Villaggio
Globale, anno 1, Centro Studi Torre di Nebbia, giugno 1998.
VILLANI M. – SOCCIO G., Le
Vie e la memoria dei Padri, Santuari e percorsi devoti in Capitanata, Amministrazione
Provinciale di Foggia, Foggia 1999.
BIBLIOGRAFIA
TELEMATICA
http://212.77.69.144/sportello/mestieri/neviera.htm
http://www.parks.it/grandi.itinerari/altavia/altavia23-24/altavia23-24.html
http://www.geocities.com/Yosemite/Forest/5244/CAM/Roccamonfina.html
http://trevico.terrashare.com/cultura.html
http://www.asicilia.it/cultura/storie/21.htm
http://www.comune.gioiadeimarsi.aq.il/gioia_pna_geologia.htm
http://sirente.net/it/paesi/secinaro/neviera.htm
NOTE
17 Contratti brevi contenenti tutte le condizioni di appalto.
18 ASFG, Collezione delle Leggi e Decreti Reali, anno 1816, vol. 4 - 15777, p. 423.
19 Forma di aggiudicazione all’incanto dell’appalto.
20 ASFG, Intendenza e Governo di Capitanata, Corrispondenza Amministrativa, Carte varie, b. 41, fasc. 3321.
21 N. M. BASSO, L’industria del freddo fra ‘800 e ‘900, Parte descrittiva, in Il Gargano Nuovo, anno IX, nn. 1 e 2, gennaio-febbraio 1983, p. 2.
©2004 Lucia Lopriore. Queste pagine sono tratte dal volume di L. Lopriore, Le neviere in Capitanata : affitti, appalti e legislazione, Edizioni del Rosone, Foggia 2003.