LA MEMORIA DIMENTICATA |
a cura di Teresa Maria Rauzino |
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Copertina e una pagina del volume.
«L’Italia è una miniera di dialetti e tradizioni che affondano le loro
radici nella cultura prelatina e variano da regione a regione, da città a città,
da paese a paese, perché diverse erano le popolazioni che vi abitavano, dai
Celti agli Apuli, dai Venetici agli Osci ai Siculi
[…]».
Così esordisce Francesco Granatiero
nella Prefazione del suo volume scritto per conoscere le origini dei vari
dialetti pugliesi, con particolare riguardo a quelli della Capitanata e della
Terra di Bari dal titolo La memoria delle
parole. Apulia.
Storia, lingua e poesia, edito per i tipi delle Edizioni
Claudio Grenzi di Foggia, racchiuso nella collana editoriale “Il Dialetto a
Scuola -
L’intento dell’Autore nel realizzare questo complesso lavoro è stato quello di promuovere lo studio linguistico in vernacolo nelle scuole di ogni ordine e grado nell’era della globalizzazione che porta ad un appiattimento linguistico e culturale con il “presentismo dell’utopia tecno-informatica” che rappresenta una seria minaccia per la memoria delle parole.
Il testo si pone come studio agile e
ricco di curiosità culturali che suscitano l’interesse del lettore in quanto
offre molti spunti di riflessione in campo linguistico dialettologico,
etnografico e letterario.
Lo stimolo giunge direttamente dalla
scuola, quale veicolo di formazione della futura “intellighenzia”, che non
può essere privata degli utili strumenti che introducano allo studio della
lingua dialettale senza pregiudizi, aprendo una seria riflessione su una materia
troppo a lungo ritenuta argomento di scherno e di ignoranza. È senz’altro
utile ricordare l’importanza della dialettalità, ossia dell’immissione di
termini dal vivaio dialettale, nella lingua della nostra letteratura come si
evince dagli scritti del Verga, di Cesare Pavese o di Andrea Camilleri. Le forme
di italiano che risentono del dialetto rappresentano una testimonianza viva
della lingua, prima che deviazioni dalla norma o veri e propri errori.
Oggigiorno non stupisce la doviziosa
presenza di poeti dialettali accanto ai grandi autori della lingua italiana. La
poesia dialettale, infatti, non è più ritenuta un’amena curiosità né un
semplice documento, sebbene restituisca alle parole tutta la dignità culturale
del tempo o non tempo che scandaglia.
È importante che nella didattica
dell’educazione linguistica il dialetto non sia utilizzato episodicamente con
inevitabili diffidenze o ilarità, e con il rischio che sia considerato solo
“oggetto da museo” ma, come dice Carla Marcato, «progettando attività e
riflessioni che promuovano la consapevolezza
linguistica, la considerazione della diversità, dalle varietà come
arricchimento in un contesto di fatti linguistici, sociali, sociali, culturali
(letterali, etnografici ecc.)».
Le numerose tabelle di apporti
linguistici di cui il volume è corredato (prelatini, greci, latini, albanesi,
bizantini, longobardi ecc.), la sezione grammaticale dei vari dialetti con le
carte linguistiche, una interessante iconografia, nonché l’antologia dei
poeti pugliesi ormai storicizzati tra i quali spiccano: Abbrescia, Lopez, Nitti,
Strizzi, Gatti, Borazio, Angiuli e lo stesso Granatiero, commentati e corredati
da un’esaustiva biografia associata ad un utile glossario, completano il
simpatico ma rigoroso testo che vede associate preziosità, curiosità, storia
ed etnografia.
L'AUTORE Francesco Granatiero è nato a Mattinata (FG). Medico ospedaliero, vive e lavora a Rivoli (TO). Dopo alcune plaquettes di poesia in lingua, ha rivolto l’attenzione al dialetto del suo paese di origine: All’acchjiette (1976), U iréne (1983), La préte de Bbacucche (1986), Énece (1994), L’endice la grava (1997), Scúerzele (2002), Bbommine (2006). È presente nelle più importanti antologie e storie letterarie di poesia dialettale (Dell’Arco, Chiesa-Tesio, Brevini, Spagnoletti-Vivaldi, Serrao, Bonaffini-Serrao-Vitiello, Haller, Malato). Dall’86 al ’92 si è occupato del coordinamento editoriale della collana “Incontri” diretta da Giovanni Tesio per Boetti & C. Editori, in cui hanno visto la luce volumetti dei maggiori poeti dialettali del secondo Novecento. Ha pubblicato una Grammatica (1987) e un Dizionario (1993) del dialetto di Mattinata e Monte Sant’Angelo e due dizionari di proverbi, uno limitato a Mattinata e l’altro esteso a tutto il promontorio del Gargano. Dopo la memoria delle parole (2004), ha scritto un’antologia di 109 versioni in dialetto apulo garganico di 60 poeti (da Omero a Montale e Seamus Heaney), pubblicata nella stessa collana con il titolo Giargianese - Poesia in altre lingue (2006) e impreziosita da un cd (75 minuti, con musiche originali di Antonino Di Paola) comprendente tra l’altro, nella impeccabile interpretazione e nella calda vocalità di Granatiero, oltre a 56 versioni di testi altrui, 20 tra le più belle poesie tratte dalle sue raccolte.
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Francesco Granatiero, La memoria delle parole. Apulia. Storia, lingua e poesia, Edizioni Claudio Grenzi, Foggia 2004, pp. 140, ill.
©2006 Lucia Lopriore