LA MEMORIA DIMENTICATA |
a cura di Teresa Maria Rauzino |
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Non aveva il fascino del salone coperto della Scuola Spagnola di Equitazione di Vienna, la sede delle meravigliose evoluzioni dei famosi cavalli lipizzani, ma il maneggio coperto «Nannarone»
dell’Iriip
di Foggia era comunque un luogo affascinante.
Purtroppo perduto, dopo i lavori di ristrutturazione che lo hanno trasformato in un'anonima aula magna universitaria. La speranza dei promotori della petizione a tutela dello storico Deposito dei
Cavalli Stalloni è che sia possibile ritornare alla situazione precedente e di vedere, in un futuro non troppo lontano, gli splendidi esemplari di cavalli murgesi esibirsi in un ritrovato maneggio coperto.
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Il prospetto dell'Istituto Regionale Incremento Ippico di Foggia progettato dall'architetto Marcello Piacentini.
Cos’è che trasforma un semplice spazio in un luogo?
Per Martin Heidegger era l’abitare. L’abitare dell’uomo che crea
storie e lascia tracce. Se poi «questo spazio è stato abitato con passione -
afferma Giulia Maria Crespi, presidente del Fai (Fondo Ambiente Italiano) - allora diventa un luogo del cuore. Potrebbe
essere un’isola, un’abbazia o una spiaggia, ma anche un albero perché è
importante amare e difendere anche le piccole cose ».
Qual è il “luogo del cuore” dei foggiani? È il Deposito Cavalli Stalloni, ex sede dell’Iriip (Istituto Regionale Incremento Ippico) di Foggia. È il luogo ricordato spesso da Renzo Arbore come meta degli innamorati. «Vicino al deposito dei cavalli stalloni, l’ippodromo della città, accanto a un cancello di ferro» fu la “prima volta” del popolare showman, su una carrozzella, con tanto di cocchiere e cavalli. All’addiaccio. Renzo confidò tutti i particolari a Claudio Sabelli Fioretti e la piccante intervista fu pubblicata su «Amica» il 9 marzo 2003. Quel luogo di Foggia era anche la meta più amata dagli studenti del Liceo Lanza dei primi anni Cinquanta, che si concedevano ogni tanto un giorno di vacanza non autorizzato: «Chi bigiava la scuola - ricorda ancora Arbore - andava a giocare nell’improvvisato campetto vicino al Deposito dei Cavalli Stalloni: il pallone era di pezza e la porta la delimitavamo con una pila di libri accatastati».
I ricordi di Arbore su quel luogo sono gli stessi che ancora permangono
nell’immaginario collettivo degli abitanti della sua città, ma quel luogo
tanto caro ai foggiani nasconde una storia sconosciuta ai più, delle vecchie
come delle nuove generazioni. Solo dopo il servizio sull’Iriip
di Luca Giurato nel programma "Italia che vai" si sono
accorti che Foggia sta per perdere un patrimonio glorioso, che ha visto la città
all’avanguardia nell’allevamento degli stalloni da monta, che hanno trovato
qui il loro habitat ideale. C’è chi questa storia degli stalloni murgesi la
conosce fin da piccolo, come Michele Pedone: «La passione per i cavalli
m’accompagna da quando ero fanciullo e conosco, per vita vissuta
dall’interno, la grande e gloriosa storia del Deposito cavalli stalloni oggi
Istituto Incremento Ippico di Foggia». Ecco perché vuole salvarla offrendo la
sua preziosa collezione di antiche carrozze (più di venti) d’inestimabile
valore che, unitamente alle altre dell’Iriip, formerebbero un patrimonio invidiabile per la città di Foggia.
Una struttura cui si accede da un monumentale portale progettato da
Marcello Piacentini, un architetto che ha lasciato un segno nell’urbanistica
del Novecento. Il Deposito Cavalli Stalloni di Foggia fu istituito con Decreto
Luogotenenziale nel 1915 e inaugurato nel 1931 su una superficie di
Il maneggio
Scriveva Gustavo Nannarone, benemerito fautore dell’istituzione: «Così è
sorto tra mille difficoltà e mille diffidenze il Deposito Cavalli Stalloni di
Foggia. Ma ormai ha assicurata la sua benefica vita a favore della produzione
cavallina e mulattiera delle regioni interessate, non solo per la grandiosità
degli impianti e la qualità e quantità dei riproduttori, ma specialmente per
la nuova atmosfera creata dal Governo Fascista attorno alla più nobile attività
umana, per la quale gli uomini possono dirsi veramente civili: l’Agricoltura»
(cfr. "Ospitalità Italiana del 1933).
La struttura, in seguito denominata Istituto Incremento Ippico di
Foggia, dal 1977 è passata dallo Stato alla Regione Puglia. Gli stalloni
attualmente presenti sono circa 80, la maggior parte dei quali appartiene alle
due razze autoctone tipicamente pugliesi: la cavallina delle Murge e l’asinina
di Martina Franca, da alcuni anni individuate tra le razze a rischio di
estinzione e, per questo motivo, sottoposte a particolare tutela. Annualmente
l’Istituto foggiano, in collaborazione con le Associazioni Allevatori del
Cavallo delle Murge e dell'Asino di Martina Franca, indice delle rassegne
aziendali per il controllo della produzione e l’iscrizione al Registro
Anagrafico dei puledri, delle fattrici e degli stalloni. Da alcuni anni sta
procedendo alla mappatura genetica di tutte le fattrici e degli stalloni, punto
di partenza di ogni selezione genotipica: molti esperti sono fermamente convinti
che il cavallo murgese abbia tutte le qualità per poter diventare il cavallo
nazionale italiano. Il lavoro di selezione interessa una popolazione di 1800
fattrici, per la stragrande maggioranza ubicata in Puglia.
Oggi il maestoso complesso architettonico, progettato da Piacentini, e
che tutta l’Italia invidiava a Foggia (è il più bello tra i cinque Iriip
italiani), in base ad un accordo di programma del 1996 è stato già in
parte occupato dalla Facoltà di Economia dell’Università di Foggia. Secondo
i promotori della petizione, i lavori di trasformazione «hanno strappato
l’Anima a quella centenaria struttura », «inutilmente» tutelata da ben due
vincoli dei Beni Culturali. Ad esempio, il maneggio coperto Nannarone (una
struttura- gioiello tra le più belle e funzionali d’Italia), è stato
smantellato, stravolto per lasciare il posto ad un’ennesima aula magna,
inaugurata in pieno clima preelettorale da Pierferdinando Casini, presidente
della Camera dei Deputati Eppure per salvare l’Iriip
di Foggia si era mobilitato chi di cavalli se ne intende davvero come
il colonnello Paolo Angioni (medaglia d’oro olimpica): «L’Istituto
Incremento Ippico di Foggia, che ho visitato nel lontano 1962, è una delle
ultime e belle testimonianze viventi della civiltà del cavallo. La sua chiusura
sarebbe un’ulteriore sconfitta nei confronti di un’augurabile e attesa
politica di riscossa per dare al nostro Paese la produzione equina che si
meriterebbe».
La soluzione auspicata da Giulio Fuiano, presidente dell’Associazione «Omnia Daunia », è di sostituire, nella parte già occupata dall’Università, la facoltà di Economia con quella di Ippologia (in Italia esiste solo a Parma ma senza l’apporto di struttura ippica).
Qui a Foggia, avrebbe una collocazione ottimale grazie alla convivenza con l’Iriip
e i suoi cavalli. Un connubio perfetto fra due istituzioni che si
arricchirebbero insieme per generare un'accelerazione di sviluppo occupazionale
del settore. Una sinergia che salverebbe l’Iriip, un’ipotesi sulla quale sono chiamati a confrontarsi da subito i
candidati alle imminenti elezioni rettorili dell’Università di Foggia.
©2005 Teresa Maria Rauzino; articolo pubblicato dal «Corriere della sera-Corriere del Mezzogiorno» del 3 maggio 2005. Le due foto d'epoca del Deposito Cavalli Stalloni di Foggia sono tratte da Cinque anni di Amministrazione fascista, edito dal Comune di Foggia nel 1931, p. 50 (prospetto) e p. 52 (maneggio); la foto dello stallone è di Teresa Maria Rauzino.