GLOSSARIO RAGIONATO DELLE OPERE DI FORTIFICAZIONE
a cura di Ester Lorusso, con la collaborazione di Alfredo Magnatta
Fig.
1.
Uno dei bastioni della fortezza di Sansepolcro (Arezzo).
Elemento architettonico angolare applicato, agli inizi del XVI secolo, alle costruzioni fortificate con lo scopo di consentirne una difesa ottimale e di agevolare l’uso delle artiglierie proprie racchiuse al loro interno.
Origini ed evoluzione storica
Il bastione, in quanto sorta di “puntone” sporgente dal profilo murario esterno, non costituisce un precedente storico decisivo e determinante, poiché estremamente legato alle mura che difende, ma rappresenta la messa in atto di un’idea vagante nell’aria già molto tempo prima sotto forma di pentagono aggettante.
Assume espressione inconfondibile e geometricamente prevedibile già negli ultimi decenni del Quattrocento, ma è solo nella prima metà del XVII secolo che viene definitivamente codificato e perfezionato con l’aggiunta di opere difensive tecnologicamente più avanzate, mirate a moltiplicare gli ostacoli opposti all’aggressore.
Infatti si parte dal presupposto che il bastione rappresenti il primo elemento di una fortezza da definire sul terreno e che la linea di difesa, cioè la distanza tra il fianco di un bastione ed il “saliente” del bastione opposto, non debba mai superare la portata utile dei fucili utilizzati nel fiancheggiamento vicino (e quindi i 350 metri) ed, inoltre, sia perpendicolare ai fianchi della cortina muraria. Proprio nei fianchi di questa costruzione si apriranno, inoltre, in epoca successiva, le bocche delle batterie destinate a spazzare il fosso a cielo libero.
I circuiti difensivi diventano, in tal modo, un complicato sistema di trincee, terrapieni e fossati che, aumentando la profondità delle difese, contribuisce a garantire la protezione anche contro eventuali cannoneggiamenti indiscriminati rivolti a colpire l’interno del perimetro fortificato.
Caratteristiche costruttive
La fortificazione bastionata si articola simmetricamente intorno ad un asse, bisettore dell’angolo che protegge e per questo detto “capitale”; i due lati confluenti al vertice sporgente sono le “facce” e quelli che ne collegano gli altri estremi alla cortina sono i “fianchi”.
Si chiama “gola”, invece, il quinto lato interno del pentagono (generalmente aperto) così formato verso la piazza interna al recinto fortificato, lato che congiunge gli incroci dei fianchi con le cortine.
La struttura, caratterizzata da una forma a foglia d’edera (due facce, due fianchi, una gola) innestata all’incontro di due cortine angolate in asse alla bisettrice dell’angolo da esse formato, viene concepita per avere un ottimo profilo balistico e, nello stesso tempo, per non lasciare punti nascosti al tiro dei difensori, capaci di raggiungere con il proprio tiro sia la cortina muraria che la faccia del bastione vicino.
Da ciò emerge che la difesa reciproca e la distribuzione delle torri lungo il perimetro del circuito murario rispondono al rapporto proporzionale bastione-mura-bastione, la cui unità di misura è data dalla gittata delle nuove armi da fuoco.
A sua volta questo modulo compositivo diventa componibile in poligoni con un sempre maggior numero di lati, a seconda delle dimensioni dell’area che si vuole racchiudere e della morfologia del terreno. Infatti gli angoli interni compresi tra le facce ed i fianchi - chiamati anche “angoli di spalla” - vengono determinati in vario modo e per più di un secolo dotati di tracciati sempre più perfetti o accidentati, con risultati più o meno utili.
Nella configurazione strutturale definitiva del bastione la congiungente i vertici di due baluardi contigui, parallela alle mura, determina la linea avviluppante della base, mentre la congiungente il vertice di un bastione con il vertice del fianco contiguo costituisce la linea di difesa. Tuttavia gli alti "costi di costruzione" fanno sì che molte volte si cerchino di adeguare, in qualche modo, le difese già esistenti, piuttosto che realizzarne di nuove, tanto che, in alcuni casi, si ricorre soltanto ad opere aggiuntive all’esterno delle vecchie mura medievali, solitamente rappresentate da semplici accumuli di terra.
Esempi
La rocca di Ostia (Roma) rappresenta una delle prime realizzazioni bastionate, ma notevoli esempi sono osservabili anche nelle fortezze di Lucca, Nettuno e Civitavecchia (Roma), Sansepolcro (Arezzo) (figg. 1 e 2-3), Palmanova (Udine) (figg. 4-5), nel Forte di San Giovanni (meglio noto come “da Basso”) ed in quello Belvedere a Firenze (figg. 6-11), nel Forte Filippo sul Monte Argentario (Grosseto), nel castello de L’Aquila ed in quello dei Sanvitale a Fontanellato (Parma) (figg. 12-14).
Bastioni angolari a lancia, tipicamente rinascimentali, costituiscono le strutture più appariscenti del castello di Vieste (Foggia) ed ospitano, al loro interno, cannoniere rivolte verso il mare e coperte da cupole forate al centro, per consentire l’evacuazione del fumo delle armi. La fortezza di Mola di Bari, invece, è stata a lungo considerata inespugnabile per la sua saldezza architettonica ed i tanti espedienti difensivi: feritoie, piombatoie, sotterranei ed andìti tortuosi di varia natura.
Bastioni di dimensioni monumentali sono, infine, quelli angolari, rinascimentali, del castello di Copertino (Lecce), nei quali cordoni marcapiano sottolineano i due ordini di casamatte.
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lle immagini per ingrandirleFigg.
2-3. Fortezza di Sansepolcro (Arezzo): uno dei bastioni e la pianta.Figg.
4-5. L'inconfondibile fortezza di Palmanova (Udine).Figg. 6-11. Nella prima immagine: Firenze, pianta della Fortezza di Belvedere, sec. XVIII. Nelle altre: il Forte da Basso; l'ultima immagine è una veduta da ovest della fortezza con il mastio (Giuseppe Zocchi, sec. XVII).
Figg. 12-14. Immagini dei castello dei Sanvitale a Fontanellato (Parma).
Indicazioni bibliografiche
Castelli torri ed opere fortificate di Puglia, a cura di R. De Vita, Bari 1974.
Cassi Ramelli A., Dalle caverne ai rifugi blindati. Trenta secoli di architettura militare, Bari 1996.
Luisi R., Scudi di pietra, I castelli e l’arte della guerra tra Medioevo e Rinascimento, Bari 1996.
Schmiedt G., Città e fortificazioni nei rilievi aerofotografici, in Storia d’Italia, a cura di R. Romano e C. Vivanti, Torino 1982, vol. V, Documenti.
©2002 Ester Lorusso