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BIBLIOTECA. PROPOSTE DI LETTURA SUL MEDIOEVO

pag. 181

AA. VV.

Il contratto di mezzadria nella Toscana medievale
II: Contado di Firenze (sec. XIII)

a c. di Oretta Muzzi, Maria Daniela Nenci

Accademia toscana di scienze e lettere «La Colombaria», Studi, 89

Olschki 1988

 

“… Lo sfruttamento della terra si basava sulla policoltura, ovvero la compresenza di colture erbacee (cereali soprattutto) e arboree (viti, olivi, alberi da frutta), integrata dalla presenza degli animali da cortile e da un allevamento stanziale, in genere circoscritto a qualche suino e alla coppia di buoi da lavoro, più raramente era presente un piccolo numero di ovini. Tutta la famiglia mezzadrile era impegnata nel lavoro dei campi, nella conduzione dell'orto, nella cura degli animali, nella trasformazione di una parte dei prodotti; il proprietario inserì sempre più spesso tra le clausole contrattuali l'obbligo della famiglia del mezzadro di risiedere continuativamente sul podere e il divieto di lavorare altrove. …” (Giuliano Pinto).

    

 

 


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