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BIBLIOTECA. PROPOSTE DI LETTURA SUL MEDIOEVO

pag. 243

Marc BLOCH

I caratteri originali della storia rurale francese

Einaudi, 1973; ediz. originale 1931

 

“Pubblicati nel 1931, I Caratteri originali della storia rurale francese sono il frutto di una serie di conferenze tenute tra l’autunno del 1929 e l’estate del 1930 presso l’Istituto per lo studio comparato delle civiltà di Oslo. Sin nel titolo, Bloch richiama l’opera del linguista Antoine Meillet (1866-1936), che nel 1917 aveva pubblicato i Caractères généraux des langues germaniques e che si muoveva nell’ambito di una linguistica comparata, il cui scopo era appunto quello di porre in luce l’originalità, le differenze, delle diverse lingue. Allo stesso modo, Bloch sostiene nell’individuazione dell’originalità delle diverse società il compito della storia comparata. …

Opera di sintesi, in cui si citano solo alcune ipotesi che possano essere utili nello sviluppo di successive direzioni di ricerca, e tuttavia necessaria per le condizioni della storia rurale francese, che ha bisogno dell’impostazione dei problemi di fondo della disciplina, i “Caratteri originali” sono composti di un’introduzione e da sette capitoli, distinti ma collegati tra loro, che tratteggiano le grandi fasi dell’occupazione del suolo, i sistemi agrari, i rapporti di proprietà fondiaria, arricchiti da considerazioni sui gruppi sociali e le loro condizioni giuridiche ed economiche, sui progressi tecnici, sulle crisi, dal Medioevo sino alla rivoluzione agraria del XVIII secolo e alla Rivoluzione francese. L’opera è corredata inoltre da diciotto tavole riguardanti principalmente esempi di forme dei campi, tratte da mappe catastali d’età moderna.

Nell’introduzione spicca il problema dei rapporti tra presente e passato, e la difesa della necessità di adottare un metodo regressivo, dovuta anche alle condizioni d’accesso alla documentazione, profondamente mutate a partire dal XVIII secolo. Del metodo regressivo Bloch tuttavia non manca di sottolineare i pericoli, in particolare l’errore di ragionamento consistente nel postulare un mondo, quello agrario, del tutto immobile, nelle sue tecniche e nelle sue consuetudini, quando invece la storia è scienza del mutamento, e trascurare questo aspetto 'sarebbe negare la vita stessa, che non è se non movimento'. ...

Il volume di Bloch costituisce un classico non solo perché testimonia una tappa del pensiero storiografico moderno, come altre più o meno superata dalla ricerca successiva e ridotta a monumento del suo genere. Il carattere di opera aperta, problematica, direi quasi incompiuta, ha credo contribuito a che essa conservi tuttora un’originalità e una ricchezza di prospettive con cui bisogna fare i conti. La sopravvivenza e la coesistenza, in Francia, dell’openfield nordico con i campi chiusi di origine celtica, l’evoluzione della grande proprietà fondiaria e la formazione della signoria rurale, la natura del manso carolingio, le differenziazioni interne alla società contadina, l’attenzione alla psicologia collettiva, alle usanze, alla mentalità, la ricchezza di approcci metodologici e l’impiego di un gran numero di fonti, non ultime quelle cartografiche, ma soprattutto l’analisi dei paesaggi e dei regimi agrari come strutture, come sistemi dotati di modi originali di sfruttamento della forza lavoro, sono tutti problemi che meritano ancora di essere sollevati e discussi” (Francesco Violante, https://www.storiamedievale.net/pre-testi/bloch.htm).

    

 

 


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