CASTEL DEL MONTE
(Andria)
a cura di Luigi Bressan; testo di approfondimento di Stefania Mola
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pag. 1 - p. 2 - p. 3 scheda cenni storici video prontuario contro gli stereotipi Castel del Monte nel sito Unesco approfondimento
Castel del Monte.
In basso, il castello in una suggestiva foto tratta dal sito www.ecletticaweb.it.
In basso, il castello in una foto di Gianni Zanni.
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Conservazione: condizioni ottime dopo decennali restauri.
Come arrivarci: dall'autostrada A16 Bari-Canosa, uscita Andria-Barletta; quindi seguire la provinciale 170 per circa 18 km.
Carenti le notizie sulle origini del castello. Solo una lettera inviata da Gubbio, nel gennaio 1240, dall'imperatore svevo Federico II al giustiziere di Capitanata, Riccardo di Montefuscolo, ci parla di lavori di copertura da eseguire in relazione al «castro quod apud Sanctam Mariam de Monte». Successivamente l’edificio ha assunto i ruoli di prigione e di residenza ducale. Passato attraverso varie dominazioni e proprietà di diversi signori, per lungo tempo, dopo ripetuti saccheggi e spoliazioni, è stato rifugio di pastori e di ladroni (specialmente nel secolo XVIII). Acquistato come rudere dallo Stato italiano nel 1876 per 25.000 lire, da allora è stato sottoposto a continui restauri; i più recenti ne hanno recuperato l’antico splendore.
Interpretato di volta in volta come castello di caccia, osservatorio astronomico, tempio laico costruito dal sole, modello in scala della piramide di Cheope, contenitore di enigmi e misteriosi segreti (addirittura il Graal!), e via immaginando, negli ultimi decenni ha conosciuto numerosi quanto discutibili saggi magico-esoterici. Inutile ribadire che, letto sulla base di una rigorosa metodologia storica, il castello rivela la sua natura di maniero medievale, ricco di simboli (la rappresentazione in pietra della corona ottagonale degli Svevi ne è il più evidente) e di funzioni, certamente fascinoso, ma pur sempre un castello.
Prontuario contro gli stereotipi e le interpretazioni fanta-esoteriche del castello
(vedi, nella rubrica Pre-Testi: Raffaele LICINIO, Castel del Monte: un castello medievale. Due premesse)
- è vero che Castel del Monte, non avendo fossato, ponte levatoio, stalle, cucine, prigioni, merli (sic!), opere di difesa, non è un castello ma qualche altra misteriosa struttura, ad esempio un tempio laico?
Falso. Molti altri castelli pugliesi del Duecento non avevano il fossato (tra i tanti, quello di Bari), e comunque Castel del Monte, lo affermano i documenti coevi, era difeso almeno da un muro di cinta, e nello spazio compreso tra quest'ultimo e il castello erano presenti strutture in legno (le stalle, ad esempio), materiale deperibile: perciò quelle strutture non sono giunte sino a noi. Il ponte levatoio? Sulla collina murgiana, che senso avrebbero avuto un fossato e un ponte levatoio? Comunque il portale di Castel del Monte presenta ancora, in alto, la fessura per una grata mobile di difesa. Le cucine? Ogni stanza dotata di camino serviva a cucinare. Le prigioni? Lo è stato a lungo lo stesso castello. I merli? In Puglia, nel Duecento, quale altro castello li aveva? Infine, castrum Sanctae Mariae de Monte è chiamato il castello sin dalla sua nascita, e castrum in quel periodo significa appunto castello. E nessun castello medievale ha mai avuto, in pratica, solo funzioni militari e difensive: il nostro castello svolgeva tutta una serie di funzioni, da quella di controllo del territorio, a quella di rappresentazione simbolica del potere (appunto, l'ottagono simbolizza la corona imperiale degli Hohenstaufen).
- Non è strano che, nelle torri del castello, il senso di salita sulle scale a chiocciola sia il contrario di quello tradizionale?
Falso. Si sale in quel senso anche in molti altri castelli, compreso quello di Bari.
- è vero che Castel del Monte è un ottagono perfettamente regolare?
Falso. Non lo è assolutamente (anche se a noi appare perfettamente regolare e armonico, ma questo dimostra appunto la genialità dei costruttori), e non semplicemente per qualche centimetro di differenza tra i vari lati e ambienti della struttura, ma in alcuni casi anche per qualche metro. Risultato? Non è possibile inscrivere un ottagono irregolare in una circonferenza, dunque tutte le teorie fondate su numeri ottenuti a partire dalla tesi della perfetta geometria del castello non hanno senso.
- è vero che l'ombra proiettata dalla parete sud di Castel del Monte nei giorni dell'equinozio, a mezzogiorno, raggiunge nel cortile la base della parete opposta?
Falso. Lo smentiscono le attuali misure delle pareti del castello, del tutto diverse da quelle dichiarate da chi sostiene la "tesi delle ombre" (o "dello gnomone"). L'altezza della parete sud è stata accresciuta da un parapetto aggiunto successivamente: anche togliendo questo parapetto, che certo il castello non aveva nell'età di Federico II, l'altezza della parete risulta diversa da quella calcolata dai fautori della tesi delle ombre. Analogamente, la lunghezza reale del cortile non è quella calcolata da chi sostiene quella tesi. In sostanza, la tesi delle ombre - costruita a tavolino modificando secondo convenienza i dati reali - non regge ad una verifica puntuale dei dati e delle misure reali del castello.
- è vero che Castel del Monte è stato costruito come una sorta di "modello in scala" della piramide di Cheope?
Assolutamente falso. Nel Duecento non si conoscevano le misure reali della piramide di Cheope.
- è vero che Castel del Monte si trova sulla linea ideale che congiunge la cattedrale di Chartres a Gerusalemme e al tempio di Salomone?
Non è vero. Unendo la cattedrale di Chartres a Gerusalemme si ottiene una linea che, anche sulle mappe duecentesche, non passa dalla Murgia barese, ma dal golfo di Manfredonia: non risulta che Castel del Monte sia stato costruito in mare aperto...
- è vero che nel cortile di Castel del Monte, su una parete, c'è una scritta (indicata da certe guide come un "criptogramma" di difficile decifrazione) che avrebbe fatto o ordinato Federico II per indicare che lui ha voluto costruire quella struttura per difendere il mondo dal diavolo?
Assolutamente falso. Quel testo è decifrabile da ogni esperto di paleografia, di epigrafia, di latino e di storia; non ha nulla a che vedere con figure diaboliche; è stato scritto in grafia cinquecentesca (Federico II conosceva in anticipo, già nel Duecento, le forme grafiche che sarebbero state usate tre secoli dopo, nel Cinquecento?); è datato 1566, ed è stato scritto da un noto magister di Barletta, chiamato in quel periodo con la sua impresa edile a restaurare il castello (ci sono due scritte analoghe nelle stanze superiori del castello). Insomma, il presunto criptogramma è il parto di una fantasia senza freni, che beatamente ignora la storia del castello e della scrittura.
- è vero che spesso, negli ambienti di Castel del Monte, cessano di funzionare cineprese, macchine fotografiche e strumenti analoghi, a causa di una misteriosa forza che promana dal castello?
Come no? Purtroppo, a smettere di funzionare, talvolta, è qualche cervello umano.
- è vero che Castel del Monte è stato costruito per custodire il Graal?
Sciocchezze. Il Graal è una "stupenda invenzione letteraria" (lo sostengono tutti gli storici), contesa per altro da molte altre località europee.
Castel del Monte nel sito dell'Unesco
«Castel del Monte - Andria (Puglia), il più celebre fra i castelli svevi, è stato riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco nel 1996.
L'unico documento di età
federiciana pervenuto è un mandato del 29 gennaio 1240 con cui l’imperatore, da
Gubbio, ordinava a Riccardo da Montefuscolo, giustiziere di Capitanata, di
acquistare calce, pietre e quant’altro necessario per la costruzione del
castello sito presso la chiesa di S. Maria del Monte (ormai distrutta) e di
procedere con sollecitudine riguardo ai lavori.
Nonostante l’incerta interpretazione del termine latino actractum, usato da
Federico II nel documento e riferibile sia a lavori di fondazione che ad un
lastrico di copertura, gran parte della critica tende a ritenere che nel 1240 i
lavori fossero a buon punto, almeno in relazione alla struttura architettonica,
tenuto conto del fatto che non fu presumibilmente brevissimo il tempo necessario
a realizzare una struttura tanto particolare e che la raffinatezza del
repertorio decorativo doveva legarsi alla forte personalità del committente,
morto già nel 1250.
Caduti gli svevi, Carlo d’Angiò, subentrato agli Hohenstaufen nel Regno di
Sicilia, utilizzò proprio questo castello per tenervi prigionieri i nipoti di
Federico II dopo la morte di Manfredi, figlio illegittimo dell’Imperatore, morto
nel 1266 combattendo appunto contro gli angioini.
Passato quindi agli aragonesi ed agli spagnoli, il castello, poi annesso al
ducato di Andria, dal 1552 appartenne ai Carafa, duchi di Andria e Ruvo.
Poco utilizzato se non per i periodi estivi, Castel del Monte fu preda di un
progressivo abbandono per la perifericità della sua posizione.
In stato di estremo degrado, nel 1876 fu acquistato dallo Stato Italiano che
avviò una lunga serie di complessi interventi di conservazione e restauro,
conclusi alla metà degli anni ottanta del ‘900. Gestito dalla Soprintendenza per
i Beni Architettonici ed il Paesaggio delle Province di Bari e Foggia, è da
tempo il monumento più visitato della Puglia.
Il numero otto e la forma
ottagonale rappresentano gli elementi caratterizzanti di Castel del Monte che
rappresenta un ganglio essenziale della rete castellare sveva.
Costruito direttamente su un banco roccioso, in alcuni punti ben visibile, il
castello si presenta come un ottagono sui cui spigoli si innestano otto torri di
uguale forma, in cui si aprono sottili feritoie, mentre le cortine murarie
intermedie presentano al piano inferiore otto monofore a tutto sesto ed al primo
sette bifore ed una sola trifora, rivolta verso Andria, nella parete a Nord.
Al pianterreno, lungo l’asse Est-Ovest, si aprono due portali; quello
principale, in breccia corallina, è affiancato da due paraste scanalate con
capitelli a crochet, a sostegno di un architrave e di un timpano spezzato di
gusto classico, mentre della coppia di leoni posta in alto, di chiara eco
romanica, si conserva solo il destro.
Il cortile ottagonale interno, come tutto l’edificio, è caratterizzato dal
contrasto cromatico derivante dall’utilizzo di breccia corallina, pietra
calcarea e marmi; un tempo erano presenti anche antiche sculture di cui restano
solo la lastra raffigurante il Corteo dei cavalieri ed un Frammento di figura
antropomorfa.
Tutte le sedici sale (otto per ciascun piano), a pianta trapezoidale, presentano
nella campata centrale quadrata, coperta da crociera costolonata, chiavi di
volta, diverse fra loro, decorate da elementi antropomorfi, zoomorfi e fitomorfi.
Tre scale a chiocciola, inserite in altrettante torri, collegano i due piani del
castello; nelle altre torri sono stati ubicati i bagni e alcune cisterne per la
raccolta delle acque piovane
Grandissimo interesse riveste il corredo scultoreo che, sebbene fortemente
depauperato, fornisce una significativa testimonianza dell’originario apparato
decorativo, un tempo caratterizzato anche dall’ampia gamma cromatica dei vari
materiali impiegati, dalle tessere musive alle piastrelle maiolicate, alle paste
vitree.
Particolarmente pregevoli le mensole antropomorfe ei sei telamoni, visibili in
due delle torri scalari, ed un frammento del mosaico pavimentale nell’VIII Sala
a piano terra.
Uno degli argomenti più discussi
dagli studiosi a proposito di Castel del Monte riguarda la sua destinazione
d’uso.
Sebbene privo degli elementi propri dell’architettura militare medievale, come
fossato o caditoie, il castello era comunque in grado di svolgere una funzione
difensiva all’interno del complesso sistema castellare realizzato da Federico II
nell’ambito della riorganizzazione del Regno di Sicilia.
Castel del Monte, infatti, pur nell’ unicità della sua configurazione
planimetrica e formale e nella raffinatezza del repertorio decorativo, appare
maglia essenziale nel collegamento visivo e tattico tra i nuclei difensivi della
costa (Castelli di Barletta, Trani, Bisceglie e torri di avvistamento) e quelli
dell'interno (Castelli di Canosa, del Garagnone di Gravina, di Melfi e
Lagopesole).
è tuttavia altrettanto evidente
che l’edificio sia stato concepito anche per assolvere un ruolo rappresentativo
e simbolico del potere imperiale, così sentito da Federico II in tutte le sue
scelte politiche, giuridiche, artistiche.
La grande visibilità del castello ne faceva una vera e propria corona di pietra,
capace di stupire ed insieme incutere timore e rispetto sia ai sudditi che ai
nemici, evidenziando la potenza del suo committente.
Di fatto la forma ottagonale, carica di significati simbolici perché era quella
della Cappella Palatina di Aquisgrana, luogo dell’incoronazione degli
imperatori, della città santa di Gerusalemme, il numero otto, la coesistenza di
elementi architettonici e decorativi attinti ad ambienti culturali profondamente
diversi (classico, romanico, arabo, gotico) eppure armonicamente fusi, fanno
davvero di Castel del Monte un edificio pressoché unico al pari di Federico II,
figura carismatica per la poliedricità dei suoi interessi culturali».
http://www.sitiunescoadriatico.org/index.php?pg=1349
Per saperne di più: clicca QUI (indice della rubrica REC), QUI e QUI
Vedi anche Castel del Monte nei francobolli, in Medioevo filatelico, a c. di Ruggero Gormelli.
Nella rubrica Album, foto di Gianluca Lovreglio: Castel del Monte 11 luglio 2002
Nella rubrica De castro venandi cum artibus, a cura di Falco, Girifalco e Metafalco.
Nel sito Stupor mundi, la pagina su Castel del Monte e quella su un recente volume sul castello.
©2002 Luigi Bressan (aggiornamento redazionale 2009-2013). I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.