GLOSSARIO RAGIONATO DELLE OPERE DI FORTIFICAZIONE
a cura di Ester Lorusso, con la collaborazione di Alfredo Magnatta
Fig. 1 (sopra): Il castello di Chambord. Fig. 2 (sotto): Il castello di Castigliole.
Nel
XV secolo il termine castello indica tanto un complesso architettonico di
carattere difensivo quanto un organismo costruttivo misto, con funzioni
residenziali accostate a soluzioni originariamente militari.
Origini ed evoluzione storica
Frutto diretto delle esperienze dell’architettura militare dei tre secoli precedenti, il castello del XV secolo appare più che in passato fortemente dipendente dalle caratteristiche storico-geografiche che ne hanno determinato la nascita o influenzato la rinascita. Se, infatti, nel Medioevo l’arte della guerra presentava tratti abbastanza comuni nelle diverse zone d’Italia, nel corso del Rinascimento lo sviluppo del numero e del tipo di armi, i contatti e gli scontri con popolazioni con tradizioni belliche diverse e le peculiari vicende storiche locali determinano l’insorgenza di un ventaglio di soluzioni difensive piuttosto ampio, al quale vanno, poi, sommate le peculiarità derivanti dalle diverse forme di governo, più o meno autoritarie e fiorenti, dalle quali dipende lo sviluppo socio-economico (e quindi culturale e difensivo) locale.
Tale constatazione risulta ancora più evidente se si fa riferimento al dualismo tra il castello inteso in senso stretto ed il castello inteso come elemento di transizione a metà fra un edificio prettamente difensivo ed un “palazzo fortificato”, con strutture originariamente militari (come il dongione) accostate a soluzioni più propriamente residenziali. Questo passaggio tipologico è possibile, tuttavia, solo in quelle aree del Centro e Nord Italia caratterizzate non solo dalla sicurezza delle campagne e dal graduale indebolimento dell’autorità politica autonoma della nobiltà, ma anche dal distaccamento dell’architettura militare dagli schemi tipici del castello medievale. Nel Meridione, invece, i sovrani, per prevenire le incursioni di Veneziani e Turchi, si vedono costretti a potenziare tutti i principali castelli, specie nei centri costieri, per cui si assiste allo sviluppo di un nuovo incastellamento basato su fortezze sia nuove che preesistenti.
Caratteristiche costruttive
L’impianto tipico del castello del XV secolo
con carattere difensivo è regolare (quadrato o rettangolare), ad eccezione di
alcuni casi in cui si presenta, per particolari esigenze strategiche,
triangolare o pentagonale. Articolato intorno ad un cortile centrale presenta,
in ciascuno degli angoli dell’area fortificata, una torre
cilindrica su base
scarpata delimitata all’imposta da una cornice di forma
semicircolare (o “torica” il “redondone”) che prosegue lungo la cortina
muraria interposta tra torre e torre, della loro stessa
altezza e terminante, in sommità, con una archeggiatura poggiante su beccatelli
variamente sagomati. Il paramento murario esterno mostra un differente
trattamento a seconda che si tratti della parte basamentale o di quella
superiore: la prima, più curata nell’esecuzione in quanto più esposta
all’attacco nemico, è realizzata con conci lapidei regolari squadrati, mentre
la seconda ingloba spesso strutture preesistenti, risultando, così,
disomogenea.
La costruzione di nuovi
castelli di carattere difensivo viene, quando possibile, affidata ai
grandi architetti militari del Quattrocento: Francesco di Giorgio Martini,
Giuliano da Sangallo, Michelangelo, i quali eliminano le cortine murarie
perpendicolari al terreno, le merlature
e i torrioni,
ed inaugurano un’architettura pensata in funzione dell’artiglieria. Inoltre
poiché le mura e le torri spesso non reggono né ai proiettili né al rinculo
delle bocche da fuoco che ospitano, cominciano ad imporre, in maniera
sistematica: l’abbassamento delle torri
fin quasi al livello delle mura e l’ispessimento delle rispettive
sezioni, la creazione di terrapieni per smorzare l’urto dei proiettili e
l’edificazione di rivellini
(fortificazioni avanzate) e di bastioni
o di baluardi (elementi diversi, ma entrambi angolari, di irrigidimento delle mura).
Esempi
Oltre
alla distinzione tra castelli a carattere difensivo e castelli con
prerogativa quasi esclusivamente residenziale, va introdotta la differenziazione
tra fortezze edificate ex novo (magari da illustri progettisti) ed altre
ottenute dall’adeguamento di costruzioni fortificate preesistenti.
Tra
i castelli del XV secolo edificati ex novo emergono, per bellezza ed
importanza, quelli dislocati lungo le antiche strade che attraversano
l’Italia, in particolare quelle con origine a Roma, e quelli voluti da Alfonso
d’Aragona che, subito dopo l’insediamento al trono di Napoli, organizza un
nuovo incastellamento del Sud Italia ordinando la realizzazione di costruzioni
spesso conformate come riproduzioni ridotte dalle grandi fortezze regie.
Nel
primo gruppo rientrano: la fortezza di
Volterra, situata strategicamente sullo
spartiacque dell’Era e del Cecina e costituita da due nuclei, uno triangolare
bastionato spronato come la prua di una nave, l’altro quadrangolare, con torri
cilindriche ai vertici; il castello di
Milano, con i suoi quattro nuclei
viscontei e sforzeschi; il castello di
Mantova (costruito a cavallo del XIV e XV
secolo); quello di
Torrechiara, edificato tra il 1448 ed il 1460, splendida
sintesi delle esigenze residenziali e militari;
Forte Belvedere a
Firenze;
Castel Rosso a Castigliole
(Asti).
Tra le nuove fortezze meridionali spiccano, invece, il castello calabrese di Castrovillari e quello di Taranto, edificato sulle rovine di una rocca bizantina nel 1492 con impianto quadrangolare, torri circolari agli angoli ed un’appendice (in parte successivamente demolita perché di scarsa efficacia difensiva) allo scopo di ostacolare, insieme con quello di Brindisi, l’avanzata dei Turchi sbarcati ad Otranto (1480) e dei Veneziani giunti a Gallipoli per conquistarla (1484). Simili all’esempio di Taranto, per conformazione del complesso e per tipologia dei singoli elementi, sono le fortezze di Ravenna, Imola e Sassocorvaro, tutte risalenti alla seconda metà del ‘400, mentre suggestivi per i contesti urbano-paesaggistici nei quali sono inseriti sono il castello di Vairano Patenora, a confine tra Molise e Campania, tipico dell’architettura difensiva quattrocentesca, e quello di Matera.
Tra le residenze nobiliari apprestate a scopo
difensivo si distingue quello di
Celano, in Abruzzo (dove esempi del genere
compaiono solo nel XV secolo ed in parte del XVI), raro esempio di straordinaria
integrazione tra il costruito e l’ambiente circostante. Tuttavia i più famosi
castelli quattrocenteschi a carattere non militare si trovano all’estero, come
nella regione francese della Loira, tra i quali si distingue la
residenza-castello di
Chambord.
Di
tutti i castelli ottenuti da modificazioni ed integrazioni di
fortificazioni precedenti i più significativi sono: il castello di Gallipoli,
con torrioni cilindrici casamattati, uno dei più interessanti esempi del
periodo di transito fra Medioevo e Rinascimento, suggestivamente riadattato per
resistere ai violenti e numerosi assalti turchi alle coste pugliesi, ed i
napoletani Castelnuovo e
Castel
dell’Ovo, completamente riedificati.
Indicazioni bibliografiche
Cassi
Ramelli A., Dalle
caverne ai rifugi blindati. Trenta secoli di architettura militare, Bari
1996.
Comba R., Settia
A.A.,
Castelli. Storia e archeologia, Torino 1984.
Di Giorgio Martini F., Trattati di architettura, ingegneria e arte militare, a cura di Maltese C., Milano 1967.
Santoro
L., Castelli angioini e aragonesi nel Regno di Napoli, Milano 1982.
©2005 Ester Lorusso