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MEDIOEVO E MEDICINA |
a cura di Raimondo G. Russo |
Premessa - 1. Alcuni cenni storici - 2. La medicina barbarica - 3. La CHIESA E LA MAgia - 4. La medicina e la chirurgia - 5. LE EPIDEMIE - 6. APPROFONDIMENTI E CURIOSITà |
Il
rapporto tra il monachesimo e la medicina andò mutando nel tempo: se i primi
Negli
infirmari monastici, il frate malato veniva ricoverato per il tempo che
bastava
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Il lavoro di copiatura, negli scriptoria dei monasteri, dei testi medici dell'antichità
classica, soprattutto dei trattati di terapia, metteva a disposizione dei monaci un bagaglio terapeutico consolidato ed efficace.
Infermieri |
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In Europa si diffusero gli ospedali ed i lebbrosari, con il compito dapprima dell'assistenza, ma successivamente anche della cura dei pellegrini e degli ammalati.
Con
il concetto cristiano di charitas nacquero gli ospedali, intesi |
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Suore in una corsia ospedaliera |
La medicina divenne conventuale non solo perché
gli studi medici
Nessuno infatti, in quell’epoca di sanguinose
contese, avrebbe potuto avere la pace e la serenità necessarie per compiere
l’assistenza agli infermi fuorché gli ordini religiosi.
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Un medico istruisce i monaci
Monaco amanuense |
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In particolare fu in Irlanda, ove si era diffuso
il Cristianesimo nel V secolo, che si sviluppò un centro di studi sugli
antichi testi nei conventi fondati da san Patrizio. Nel VI e VII secolo i
monaci si distribuirono in Inghilterra e nel continente fondando molti
chiostri che divennero famosi per gli studi medici, come quello di San Gallo,
ma anche di Bobbio, presso Piacenza.
Con l'incremento dei traffici e dei pellegrinaggi,
a partire dal X secolo vi fu un aumento dei luoghi di assistenza che, dal XII
secolo in poi, furono spesso sotto la custodia di Ordini monastico-militari
sorti con le Crociate, quali Templari, Teutonici, Ospitalieri di San Lazzaro e
soprattutto Gerosolimitani.
Dal
XIV secolo gli Ospedali entrarono a far parte del contesto amministrativo
urbano: retti da confraternite religiose o dalle stesse amministrazioni
comunali, ebbero a loro
Gli ospedali comunque non offrivano assistenza ai
lebbrosi, per i |
Leoni
che divorano i peccatori. Base di una colonna, Cattedrale di Aix-en-Provence |
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ai pellegrini, in cui, secondo la Regola del monastero, venivano ricoverati i monaci malati per il tempo strettamente necessario per riacquistare la salute. |
Generalmente i malati erano assistiti da un monaco infirmario, pratico di medicina.
La
letteratura medica è quasi esclusivamente ecclesiastica, perché soltanti i
clerici conoscevano la scrittura ed erano in grado di leggere gli antichi
testi.
Questa
medicina conventuale, anche fuori d’Italia, si sviluppò rapidamente e ricorda, fra i suoi maggiori maestri, il
magontino Hrabanus Maurus (776-856), monaco del Chiostro dei Benedettini di Fulda, allievo di Alcuino, e
Walfrido Strabone (m. 849),
abate del Chiostro di Reichenau.
Essi mantennero l’antica tradizione degli studi medici, iniziarono a costituire piccoli ospedali annessi ai conventi, iniziarono a curare amorevolmente i degenti.
MEDICINA
MONASTICA - Tabella
cronologica |
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300 ca. | Nascita del monachesimo cristiano in Egitto e in Siria. San Pacomio (292 ca. – 346) fonda il primo cenobio (320 ca.) a Tabennisi nell’Alto Egitto. Alla sua regola si sono ispirate tutte le successive regole monastiche. L’assistenza ai malati entro e fuori il chiostro faceva parte dei doveri dei monaci. |
358/ 359 |
San Basilio di Cesarea detto il Grande (329
–
379) detta la prima regola monastica
greca. |
Dopo il 360 | Nascita dei primi conventi in Occidente. San Martino di Tours (316/317 – 397) fonda i chiostri di Ligugé (360 ca.) e Marmoutier (375 ca.), Giovanni Cassiano (360 ca. – 430/435) quello di Marsiglia (415). Conventi a Roma e Milano (380 ca.). |
Dopo il 534 | San Benedetto da Norcia (480 ca. – 547) detta ai monaci del convento di Montecassino, da lui fondato nel 529, la "regola benedettina", che a partire dall’VIII secolo divenne la più importante regola monastica dell’Occidente. |
550 ca. | Cassiodoro (490 ca. – 580 ca.), uomo di stato e di studio, fonda in Calabria il convento di Vivarium, in cui viene per la prima volta introdotto lo studio della medicina nel programma di formazione culturale dei monaci. |
VI – IX secolo |
I monasteri disseminati lungo le vie di pellegrinaggio verso la Terra Santa si dedicano all’assistenza dei pellegrini ammalati, ospitandoli anche nelle apposite infermerie (xenodochi) annesse ai monasteri. Le conoscenze mediche aumentano e sono diffuse dai medici-monaci vaganti. |
911 | Fondazione dell’abbazia benedettina di Cluny, da dove parte la riforma del monachesimo. |
Metà XI – fine XII secolo | I medici-monaci dei conventi dell’Italia meridionale, prendono ad esempio l’opera svolta da Costantino l’Africano a Salerno e a Montecassino, portano un contributo alla trasmissione della medicina degli Antichi e degli Arabi, con le traduzioni e le trascrizioni. Questa attività si diffonde in seguito nei monasteri francesi, tedeschi e inglesi. Guglielmo di Conches (1080 ca. – 1145 ca.), Guglielmo di Saint-Thierry (1080 ca. – 1149) e santa Ildegarda di Bingen (1098 – 1179) tra i maggiori autori di testi medici. |
1098 |
Fondazione dell’Ordine Cistercense. |
Fine XI – fine XII secolo | Nascita degli Ordini religiosi legati alla regola agostiniana: Canonici Agostiniani (XI sec.) e Premostratensi (dal 1121). Nascita delle confraternite ospedaliere: Ordine di S. Giovanni (fine XI secolo), Ordine di S. Antonio (1098), I Fratelli dell’Ordine di S. Spirito (prima del 1198). |
XIII secolo | L’Ordine Domenicano (1215) stimola gli studi
naturalistici e la vita universitaria. All’Ordine appartengono sant'Alberto
Magno (Alberto di Bollstaedt, 1193 ca.-1280), “doctor
universalis”, che scrisse De
Natura Rerum, e Vincenzo di
Beauvois (1190- 1264), che scrisse Speculum Maius |
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©2004 Raimondo G. Russo