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MEDIEVAL QUIZ
(a c. di R. L.)
Ogni mese una quaestio, tratta da un codice della Scuola medica salernitana, inedito perché non ancora rinvenuto, che contiene un prontuario di ricette per curare una malattia all'epoca poco frequente, l'inversum obambulare («camminare all'indietro»), ma oggi assai diffusa nella versione zucca pazza. Sintomi principali: continue e irrefrenabili torsioni del collo e della mente verso il Medioevo dei luoghi comuni, e quotidiana declamazione di una frase del predicatore Giacomo da Vitry (secolo XIII): «omnes vergunt in sinistra, quia omnes tendunt ad mortem eternam» («tutti coloro che si dirigono a sinistra tendono alla dannazione eterna»). |
IL PRECEDENTE MEDIEVAL QUIZ n. 52 SUL TESCHIO DI CRISTALLO
Quaestio n. 53 (febbraio 2006)
ANCORA SUL TESCHIO ATzECO DI CRISTALLO
SI TRATTA DI UN CLAMOROSO FALSO, ma c'è ancora chi ci crede...
A
parte la sciocchezza per cui «13 teschi di cristallo, fabbricati migliaia di
anni fa, conterrebbero le informazioni sull’origine e il destino dell'umanità»,
il teschio del British Museum di Londra, secondo una serie di test condotti dal
professor Ian Freestone dell’Università del Galles di Cardiff,
«è stato tagliato e lavorato con un tipo di mola che veniva comunemente usata
dai gioiellieri europei del XIX secolo, ma che di certo non era in uso
nell’America di epoca precolombiana.
Gli
scienziati hanno realizzato alcuni calchi in resina del teschio ed hanno
rilevato che la sua superficie presenta minutissimi graffi circolari intorno ai
bulbi oculari, ai denti ed al cranio che indicano che la scultura era stata
tagliata e lavorata con un oggetto rotante, quando la ruota non era ancora in
uso in epoca atzeca.
Il
teschio è stato ricavato da un solo pezzo di cristallo di rocca - di dimensioni
che, secondo Freestone, sono molto difficili da ottenere dalle miniere messicane
- e la sua superficie risulta levigata in maniera perfetta. Un lavoro simile, se
fosse stato veramente realizzato nel 1.400 a.C. come si credeva, potrebbe essere
stato ottenuto soltanto strofinando il teschio con la sabbia per un periodo di
circa 150 anni.
Ulteriori
ricerche, realizzate dall’archivista Jane Walsh dello Smithsonian Institute di
Washington, mettono ancora più in dubbio l’autenticità del teschio. Secondo
i suoi studi, Eugene Boban, un collezionista francese di manufatti di epoca
precolombiana, era il proprietario del teschio che nel 1897 venne venduto ad
un’asta da Tiffany’s al British Museum.
Fu
però lo stesso Boban a vendere un altro teschio di cristallo ad un
collezionista privato che tempo dopo lo donò al Musee de l’Homme di Parigi.
Secondo Freestone e la Walsh è altamente improbabile che il collezionista
francese fosse entrato in possesso di due autentici teschi di cristallo di epoca
precolombiana e ciò indicherebbe che si tratta di manufatti più recenti.
Le
nuove scoperte riguardanti i teschi di Londra e di Parigi sicuramente non
piaceranno ai molti seguaci della cultura New Age che da tempo guardano con
interesse a questi artefatti ed ai loro presunti poteri soprannaturali. Tra
i Maya, gli Atzechi e persino gli indiani del Nordamerica correva infatti una
leggenda: 13 teschi di cristallo fabbricati migliaia di anni fa conterrebbero le
informazioni circa l’origine ed il destino della razza umana. In un momento di
massimo bisogno, i 13 teschi sarebbero destinati a riunirsi per rivelare i loro
segreti e dare inizio ad una nuova era. Secondo i Maya tale data sarebbe
attualmente fissata per il 21 dicembre 2012, ovvero alla fine del Conto Lungo
del loro calendario iniziato il 13 agosto 3114 a.C.
Il
teschio del British Museum e quello di Parigi sono soltanto due dei dodici
finora considerati autentici esistenti al mondo. Due, il teschio d’Ametista ed
il teschio Maya, sono stati trovati in Guatemala negli anni ’30; altri due, il
teschio Sha-Na-Ra e quello Arcobaleno provengono dal Messico; un altro, il Rosa
Quarzo, è stato trovato al confine tra Honduras e Guatemala mentre uno, il
cranio di Cristallo, è custodito a Città del Messico ed un altro appartiene
all’aristocratica creola Norma Redo. Altri due invece, si trovano negli Stati
Uniti: uno è soprannominato E.T. per la strana forma ovale del suo cranio
mentre un altro - un tempo donato da sciamani guatemaltechi ad un monaco
tibetano - è custodito in Texas ed i suoi proprietari lo chiamano
affettuosamente Max.
Il più celebre di tutti però è quello che nel 1924 venne rinvenuto in Belize
da Anna Mitchell Hedges, figlia adottiva di un archeologo britannico che si era
recato nella regione convinto di trovarvi i resti di Atlantide. Anni più tardi,
un famoso cristallografo, F. Dorland, ottenne il permesso di studiare la
reliquia cosa che fece per oltre sei anni.
Alla
fine ipotizzò che il teschio non fosse altro che un convertitore di
informazioni tra il cristallo e la mente umana; infatti a detta dello studioso
le radiazioni elettromagnetiche emesse dal quarzo agirebbero sull’ipotalamo
umano, responsabile dell’equilibrio elettrico e chimico del corpo e del
sistema endocrino. Secondo Dorland dunque, il teschio sarebbe un riequilibratore
di scompensi e quindi fonte di guarigione.
Per
molti però il teschio racchiude misteri ancora più soprannaturali. Secondo
Colin McEwan del British Museum tante persone potrebbero essere vittime di
autosuggestione. «C’erano persone che ad osservarlo cadevano in trance e
parlavano in lingue strane», ha detto.
Alcuni di coloro che credono in queste leggende hanno accusato il museo di cercare di nascondere i veri poteri del teschio e di «intrappolare» l’energia cosmica in esso contenuta, ha raccontato McEwan. "Abbiamo ricevuto lunghe petizioni riguardo al danno che stiamo facendo al teschio in quanto lo imprigioniamo e non gli permettiamo di concludere il suo destino", ha detto».
(dalla "Gazzetta del Mezzogiorno" del 7 gennaio 2005).
© febbraio 2006