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MEDIOEVO RUSSO |
a cura di Aldo C. Marturano, pag. 24 |
Disegno di Nicola Kocerghin
Abbiamo posto alla fine del nostro lavoro sulla Favola medievale russa per il Natale 2004 il riferimento a due byline (in russo, racconti popolari dei tempi passati) novgorodesi proprio perché esse rispecchiano il mondo reale della città nel periodo intorno al XII-XIII secolo, quando era nella sua piena fioritura. In realtà non sappiamo se i personaggi che le byline ci descrivono, siano veramente esistiti in quel periodo, ma se ci vestiamo dello spirito del tempo possiamo vederli, con le loro paure ed i loro desideri e, siccome le loro storie sono composizioni popolari, potrebbero rappresentare persino gli ideali del popolino. Abbiamo dunque a che fare, in una bylina, con un rapporto di viaggio di un mercante, Sadkò, che ritorna da molto lontano con successo dopo varie peripezie e l’altra con una serie di imprese di forza e spacconate tipiche, stavolta di un baraccone e “ubriacone”, Vasilii Buslajev. Dalla bylina di quest’ultimo sappiamo come i pranzi novgorodesi potevano essere veramente epocali. Riportiamo ad esempio, il richiamo dell’amfitrione ai giovani che accorrono al convito affinchè mangino e bevano senza ritegno, dicendo (il testo è stato parafrasato da noi):
A
noi è piaciuta di più quella di Sadkò che, benchè ricalchi gli stessi
motivi di Vasilii Buslajev, richiama specialmente la figura del mercante
che parte per le avventure nel sud. Questa
bylina è più precisa dal nostro punto di vista ed è probabile che si
riferisca al vecchio costume cittadino, quando l’Arcivescovo alla fine di ogni
stagione dava tradizionalmente un pranzo di benvenuto o di commiato a tutti i
mercanti presso l’Arcivescovado o nella Corte di Jaroslav. In
queste occasioni si facevano le offerte per Santa Sofia (o si presentavano i
consuntivi!) e il prelato si teneva aggiornato per aver poi degli argomenti
“esotici” per le sue omelie e nei suoi dibattiti coi vescovi colleghi su
diversi soggetti, come abbiamo già detto, e persino per le sue sentenze nei
tribunali. Sappiamo
che i novgorodesi erano grandi viaggiatori per necessità e per passione ed
abbiamo parlato di come Monsignore si beava nell’ascoltare dai suoi ospiti
(compresi gli stranieri) tutto quello che avevano da raccontare sui luoghi e
sulle persone che avevano visto ed incontrato nei loro viaggi. Tutte
queste informazioni che fluivano nelle orecchie di tutti i convitati
confermavano od ampliavano la visione del mondo che Novgorod aveva, ad esempio,
per averla appresa dallo studio di Cosma Indicopleuste nella sua Topografia
Cristiana, opera molto popolare in città non soltanto fra gli uomini di
chiesa, o dai suoi pellegrini che tornavano dalla Terra Santa o da
Costantinopoli. Se
la bylina di Sadkò Sytinic’ può benissimo rispecchiare delle
circostanze che si ripetevano periodicamente nella vita di Novgorod al contrario
delle spacconate di Vasilii Buslajev, ecco allora il valore del nostro
personaggio, kupez ormai professionista. Niente
di quello che racconterà è menzognero perché racconta cose che ha realmente
visto, anche se poi le ha interpretate con le conoscenze che ha. Riporta le
leggende pagane del dio Volhov, i problemi che si incontrano quando bisogna
fermarsi ai punti daziari, le belle donne viste negli altri paesi, la possibilità
di stare con loro durante il tempo che un mercante si ferma per vendere la sua
roba, e persino l’incontro coi regnanti locali in palazzi splendenti e
inimmaginabili. Tuttavia mentre racconta, Sadkò si accorgerà anche di
aver “paganeggiato” troppo ed allora tira fuori San Nicola del Mare,
protettore dei naviganti, che sarà il suo nume tutelare per il resto del
viaggio che lo salverà in tutte le circostanze difficili. Al santo Sadkò,
tornato sano e salvo nella sua Novgorod, naturalmente dedicherà l’offerta
maggiore: gli costruirà (o ricostruirà) la famosa chiesa della Riva del
Mercato! Basterà
immaginare allora di essere ad un pranzo ufficiale e, siccome ciascun invitato
deve fare un brindisi e raccontare la sua, è abbastanza naturale che Sadkò
da ex-suonatore di gusli e da ex-cantautore improvvisi una cantata per
mettere allegria a tutti i presenti. Si sarà dunque sistemato al centro della
sala, col gusli, questa tradizionale chitarra orizzontale, sulle
ginocchia e mentre tutti zittiscono per ascoltarlo, Sadkò incomincia. Anche
questo testo è stato da noi riletto e riadattato con delle rime italiane:... C’era
una volta in una paese lontanissimo da qui, nel grande e gelido nord, una grande
e bellissima città: Novgorod. Era la città più bella che si fosse mai vista
fra le foreste fitte del nord della Russia, con le sue chiese, le sue mura, i
suoi ricchi palazzi e le tantissime viuzze dove lavoravano i suoi abilissimi
artigiani. Ognuno
era occupato per suo conto nei giorni dedicati al lavoro, mentre nelle feste
tutti andavano nella Chiesa di santa Sofia ad accendere le candeline per onorare
il Signore e per ricordare i propri defunti o anche soltanto per chiedere di
essere esauditi per un qualche desiderio segreto. I
ricchi bojari di Novgorod erano tutti grandi mercanti e alle feste nelle loro
case avevano sempre tantissimi invitati e per allietare la festa invitavano i
cantori e i suonatori della chitarra orizzontale novgorodese, il gusli, che
quando si suona si poggia sulle ginocchia. Un
famoso gusliar (così si chiamavano i suonatori di gusli) era un certo
Sadkò. Era
un bel giovanottone che sapeva cantare e suonare tanto da incantare giovani e
vecchi. L’unico suo difetto era quello di esser povero in canna e di vivere di
quel poco che gli pagavano cantando di qui e di là nei banchetti dei ricchi
novgorodesi. Novgorod
è attraversata da un grande fiume chiamato Volhov e d’estate Sadkò, quando
non aveva da fare si andava ad esercitare cantando e suonando sulla riva del
lago Ilmen, da dove il grande fiume scaturisce per entrare poi in città. Dovete
sapere che in fondo al lago viveva il padrone del lago stesso il quale
rallegrato dalla musica che Sadkò sapeva suonare e dal dolce suo canto decise
di ricompensarlo anche lui, ma non come facevano i ricchi mercanti. Così gli
dice:
Sadkò
rimase qualche istante a pensare: Che cosa aveva da perdere infine? Se
veramente il Signore del Lago lo avesse aiutato sarebbe diventato
ricco altrimenti sarebbe stato venduto schiavo presso i mussulmani del
sud che non era una conclusione tanto brutta! Il giorno dopo, quindi,
si recò sulla piazza del mercato dove di solito aspettava qualcuno
che lo ingaggiasse per la cena di festa e cominciò a gridare la sua
sfida a tutti. Naturalmente al principio tutto lo prendevano in giro
dicendo che quelle erano tutte chiacchiere da ragazzi, ma alla fine
qualcuno lo prese sul serio e accettò la sfida. Sadkò!
Ecco, io ci metto questo sacco pieno di pezzi d’argento, ma tu,
ragazzo mio, che cosa ci metti? Qual è la tua posta? E Sadkò pronto:
Tutti
conoscevano Sadkò a Novgorod e appena si sparse la voce della
scommessa accorsero altri mercanti a porre la loro posta in argento e
oro. L’indomani
il gruppo in testa e tantissimi novgorodesi dietro si recano sulle
rive del lago Ilmen per assistere alla pesca miracolosa. Certamente
avrete già immaginato che Sadkò riuscisse a pescare il pesce dalle
pinne d’oro. Ebbene così fu, ma non potete mai indovinare che ne
pescò ben tre, con grandissima meraviglia di tutti i novgorodesi che
rimasero a bocca aperta di fronte ad un prodigio così grande. A
questo punto tutto cambiò. I mercanti che avevano scommesso contro di
lui diventarono poveri e Sadkò improvvisamente si trovò ad essere il
più ricco di tutti! Sadkò,
povero da sempre, non sapeva però come godersi tutto quel denaro e
avendo in sé il desiderio di girare il mondo come facevano i
mercanti, attirato da quanto costoro dicevano fra di loro quando
parlavano ai banchetti di genti e di paesi strani e meravigliosi,
decise che anche lui si sarebbe messo in viaggio! Per
fare il mercante però occorre avere qualcosa da vendere e così lanciò
un’altra sfida: O
ricca e grande Novgorod, io Sadkò Sytinic’ sono pronto a comprare
tutte le merci che esistono in questa città! I
novgorodesi, che amano da sempre scommesse e tenzoni, anche stavolta
accettarono la sfida e cominciò una lunga processione di mercanti che
portavano i propri prodotti da Sadkò e che Sadkò regolarmente
pagava. Novgorod era troppo ricca per poter trovare un solo mercante che comprasse tutte le sue merci e i soldi non bastarono neanche a Sadkò. Così rinuncia e con gli ultimi soldi che gli rimasero riuscì però ad armare ben trenta navi e a riempirle della sua roba e mettersi in viaggio per i mercati del sud.
Dunque Sadkò riesce a vendere la sua roba e raccogliere una bella somma e gongolante fa i conti. Ora bisogna però tornare a casa e, dopo aver diviso una parte del ricavo coi suoi, si rimette in viaggio per tornare nella sua Novgorod. Addirittura
Mamma Volga accomiatandosi da lui gli raccomanda di salutar per conto
suo il fratello, il Lago Ilmen’.
Purtroppo, mentre navigano scoppia una tempesta che strappa loro la vela e impedisce di continuare la navigazione. Dice Sadkò ai suoi: è
il re del mare che vuole la sua parte per averci aiutato a vendere a
Sarai quello che avevamo. Dunque gettiamogli qualche botte di monete
d’argento. Detto-fatto,
ma la tempesta non si placa. Allora dice ancora Sadkò: Gettiamogli
una botte di monete d’oro. Neanche
stavolta le acque si calmano. Si decide di far la conta e su chi cadrà
la sorte, questo sarà abbandonato al giudizio di Dio. Si fa la conta
e per tre volte la sorte cade su di lui. Ormai non c’è scelta,
benché Sadkò sia il padrone, deve sottostare a questo sacrificio. Prende
il suo gusli e su una tavola di legno si lascia trascinare dalla
corrente. La tempesta infatti si placa mentre le sue navi ritornano
sane e salve a Novgorod.
Il
Re del Mare già conosce Sadkò di fama e così gli chiede di suonare
e di cantare per lui. E il Re del Mare rimane così affascinato dalle
arti di Sadkò che messosi a ballare addirittura non riesce a fermarsi
più. Sadkò
però è stanco e non ce la fa più a suonare, ma come si fa a fermare
un re?
In
realtà San Nicola gli ha proposto di rompere le corde del gusli, ma
purtroppo non è ancora finita perché ora a Sadkò tocca risolvere
alcuni indovinelli. Anzi, siccome il Re e la Regina del Mare litigano
su che cosa costi di più il ferro o l’oro, se Sadkò potrà
rispondere soddisfacentemente a questo quesito, visto che è un
mercante, in premio riceverà la mano della bellissima figlia del Re e
della Regina del Mare. Ispirato
da san Nicola, Sadkò ha pronta la risposta.
Il
Re del Mare capisce e apprezza le risposte e ora non vuol più
separarsi da lui ed oltre a concedergli la mano di sua figlia gli
offre di vivere per sempre nel palazzo in fondo al mare. Prima però
deve indovinare, fra le trecento ragazze che gli vengono presentate,
tutte bellissime, qual è la figlia del Re. Tre volte deve scegliere,
ma Sadkò ha paura poi di dover sposare le tre ragazze scelte e di non
poter poter più tornare nella sua Novgorod. San
Nicola però non lo ha abbandonato e così gli indica quale fra le
ragazze dovrà scegliere poiché costei non è nata nel fondo del
mare, ma come lui è nata sulla terra e quindi lo aiuterà a trovare
la via per tornare in superficie. La
ragazza si chiama Nerina (Cernava o Cernavusc’ka) perché ha i
capelli neri, ma in realtà non è una donna, essa è un fiume che si
versa nel Volhov ed è per questo che Sadkò, dopo aver fatto
all’amore con lei, sarà trascinato lungo la sua corrente che sbocca
proprio vicino al Ponte Vecchio della sua Novgorod!
ossia,
più o meno, in russo:
А и теперь
как ведь да
после
этого A
и тому да
всему да
славы поют.
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Liberamente
riletta da Aldo C. Maturano, dalla bylina Sadko Sytinic’ il meraviglioso mercante di Novgorod.
©2005 Aldo C. Marturano.