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             MEDIOEVO RUSSO

a cura di Aldo C. Marturano, pag. 16


Disegno di Nicola Kocerghin

    

      

Come cominciano le favole? Di solito con la frase: «C’era una volta…», e allora anche noi la inizieremo con queste parole.

Dunque, c’era una volta in una paese lontanissimo da qui, nel grande e gelido nord, una grande e bellissima città: Novgorod. Era la città più bella che si fosse mai vista fra le foreste fitte del nord della Russia, con le sue chiese, le sue mura, i suoi ricchi palazzi e le tantissime viuzze dove lavoravano i suoi abilissimi artigiani.

Ognuno lavorava per suo conto nei giorni dedicati al lavoro, mentre nelle feste tutti andavano nella chiesa di Santa Sofia ad accendere le candeline per onorare il Signore e per ricordare i propri defunti o anche soltanto per chiedere di essere esauditi per un qualche desiderio segreto.

I ricchi bojari di Novgorod erano tutti grandi mercanti e alle feste nelle loro case avevano sempre tantissimi invitati e per allietare la festa invitavano i cantori e i suonatori della chitarra orizzontale novgorodese, chiamata gusli, che quando si suona si poggia sulle ginocchia.

Un famoso gusliar (così si chiamavano i suonatori di gusli) era un certo Sadko.

Era un bel giovanotto dai capelli biondi lunghi e dagli occhi verdi profondissimi e pensosi e sapeva cantare e suonare tanto da incantare giovani e vecchi. L’unico suo difetto era quello di esser povero in canna e di vivere di quel poco che gli pagavano cantando di qui e di là nei banchetti dei ricchi novgorodesi.

Novgorod è attraversata da un una grande fiume chiamato Volhov e d’estate Sadko, quando non aveva da fare, si andava ad esercitare cantando e suonando sulla riva del lago Ilmen, da dove il grande fiume scaturisce per entrare poi in città.

Dovete sapere che  in fondo al lago viveva il padrone del lago stesso, il quale rallegrato dalla musica che Sadko sapeva suonare e dal dolce suo canto, decise di pagarlo anche lui, come facevano i ricchi mercanti, ma in modo veramente eccezionale.

              O mio buon e bravo gusliar,
              [gli dice il Signore del Lago venendo fuori tutto bagnato dalle acque]

Se mi vuoi accontentar

Vai in città giù dai mercanti

E salutali tutti quanti.

Fai con loro una scommessa

Di venir qui dopo messa.

Gli dirai che nel lago si pesca

Il pesce d’oro senza l’esca.

Chi lo prende vincerà

E chi perde suo schiavo sarà!  

Conclude il Signore del Lago: «Finora ti hanno pagato per suonare e per cantare. Ora scommetti che nessuno è così bravo come te a pescare il pesce dalle pinne d’oro che si trova qui nel lago. Stai tranquillo, però. Io ti aiuterò a vincere!».

Sadko rimase qualche istante a pensare. Che cosa aveva da perdere infine? Se veramente il Signore del Lago lo avesse aiutato sarebbe diventato ricco, altrimenti sarebbe stato venduto schiavo presso i mussulmani del sud! Il giorno dopo, quindi, si recò sulla piazza del mercato dove di solito aspettava qualcuno che lo ingaggiasse per la cena di festa e cominciò a gridare la sua sfida a tutti. Naturalmente al principio tutto lo prendevano in giro dicendo che quelle erano tutte chiacchiere da ragazzi, ma alla fine qualcuno lo prese sul serio e accettò la sfida.

«Sadko! Ecco, io ci metto questo sacco pieno di pezzi d’argento, ma tu, ragazzo mio, che cosa ci metti? Qual è la tua posta?».

E Sadko pronto:

O mio caro e buon mercante

Le tue monete, è vero, son tante,

Ma se perdessi non farei festa

Perché, lo sai? scommetto la testa!

Se vinci tu, sarai il mio padrone

E non pagherai più la mia canzone

E poi, quando lo vorrai,

Schiavo al sud mi venderai!  

Tutti conoscevano Sadko a Novgorod e appena si sparse la voce della scommessa accorsero altri mercanti a porre la loro posta in argento e oro.

L’indomani il gruppo in testa e tantissimi novgorodesi dietro si recarono sulle rive del lago Ilmen per assistere alla contesa.

Certamente, voi ragazzi avrete già immaginato che Sadko riuscisse a pescare il pesce dalle pinne d’oro. Ebbene così fu, ma non potete mai indovinare che ne pescò ben tre, con grandissima meraviglia di tutti i novgorodesi che rimasero a bocca aperta di fronte ad un prodigio così grande.

A questo punto tutto cambiò. I mercanti che avevano scommesso contro di lui diventarono poveri e Sadko improvvisamente si trovò ad essere il più ricco di tutti!

Sadko, povero da sempre, non sapeva però come godersi tutto quel denaro e avendo in sé il desiderio di girare il mondo come facevano i mercanti, attirato da quanto costoro dicevano fra di loro quando parlavano ai banchetti di genti e di paesi strani e meravigliosi, decise che anche lui si sarebbe messo in viaggio!

Per fare il mercante però occorre avere qualcosa da vendere, e così lanciò un’altra sfida:

«O ricca e grande Novgorod, io Sadko Sytinic’ sono pronto a comprare tutte le merci che esistono in questa città!».

I novgorodesi, che amano da sempre scommesse e tenzoni, anche stavolta accettarono la sfida, e cominciò una lunga processione di mercanti che portavano i propri prodotti da Sadko e che Sadko regolarmente pagava.

I soldi però non bastarono e Sadko si trovò senza troppi denari e con tanta cianfrusaglia. Con gli ultimi soldi che gli rimasero riuscì però ad armare ben tredici navi, a riempirle della sua roba e a mettersi in viaggio per i mercati del sud.

Sul gran fiume con coraggio,

Verso il sud si mette in viaggio,

Passa i laghi, passa i mari,

Aiutato dai suoi marinari.

Verso il sole segue le rotte,

Sia di giorno sia di notte.

Quando il Volga è ormai alla fine

Dell’Orda d’Oro giunge al confine.

Ecco il mercato di Sarai!

Se non vendiamo, qui sono guai!

Sadko però è fortunato:

Da san Nicola è accompagnato!  

Dunque Sadko riesce a vendere la sua roba e raccogliere una bella somma e gongolante fa i conti. Ora bisogna però tornare a casa e, dopo aver diviso una parte del ricavo coi suoi, si rimette in viaggio per tornare nella sua Novgorod.

Mentre navigano scoppia una tempesta che strappa la loro vela e impedisce di continuare la navigazione. Dice Sadko ai suoi:

«è il re del mare che vuole la sua parte per averci aiutato a vendere a Sarai quello che avevamo. Dunque gettiamogli qualche cassa di monete d’argento».

Detto-fatto, ma la tempesta non si placa. Allora dice ancora Sadko: «Gettiamogli una cassa di monete d’oro».

Neanche stavolta le acque si calmano. Si decide di far la conta e su chi cadrà la sorte, questo si dovrà tuffare nelle acque per andare dal Re del Mare. Si fa la conta e per tre volte la sorte cade su di lui. Ormai non c’è scelta, benché sia lui il padrone, deve sottostare a questo sacrificio.

Prende il suo gusli e su una tavola di legno si lascia trascinare dalla corrente. La tempesta infatti si placa mentre le sue navi ritornano sane e salve a Novgorod.

Piange Sadko per tristezza,

Dorme Sadko per stanchezza

Ad un tratto, o meraviglia!

In fondo al mare Sadko si sveglia,

Sulla sua testa c’è l’acqua verde

E non sa più quel che si perde.

Qui non c’è luna! Qui non c’è sole!

Sadko rimane senza parole:

Davanti a lui c’è il Re del Mare!

Nel suo palazzo lo invita ad entrare.  

Il Re del Mare già conosce Sadko di fama e così gli chiede di suonare e di cantare per lui. E il Re del Mare rimane così affascinato dalle arti di Sadko che messosi a ballare addirittura non riesce a fermarsi più.

Sadko però è stanco e non ce la fa più a suonare, ma come si fa a fermare un re?

Per miracolo o per incanto

San Nicola gli appare accanto.

Con un gesto ferma il sovrano

E Sadko alfine riposa la mano.  

Purtroppo non è finita perché ora gli tocca risolvere alcuni indovinelli. Anzi, siccome il Re e la Regina del Mare litigano su chi è più potente, il ferro o l’oro, e chi ha più oro o più ferro a Novgorod, se Sadko potrà rispondere soddisfacentemente a questo quesito, in premio riceverà la mano della bellissima figlia del Re e della Regina del Mare.

Ispirato da san Nicola Sadko ha pronta la risposta.

O mio caro! O mio buon re!

Oro e argento, molto ce n’è!

Nella Rus e a Novgorod mia

Ci si riempie un’abbazia,

Ma, si dice al mio paese,

Non c’è ricco che non fa spese.

L’uomo ricco ha pieni i forzieri

Ma fa gola ai masnadieri!

Le ricchezze son belle e care,

Ma senza spada non puoi andare.  

Il Re del Mare apprezza le sue risposte e ora non vuol più separarsi da lui e oltre a concedergli la mano di sua figlia gli offre di vivere per sempre in fondo al mare. Prima però deve indovinare, fra le trecento ragazze che gli vengono presentate, tutte bellissime, qual è la figlia del Re. Tre volte deve scegliere, ma Sadko ha paura poi di dover sposare le tre ragazze scelte e di non poter poter più tornare nella sua Novgorod.

San Nicola però non lo ha abbandonato e così gli indica quale fra le ragazze dovrà scegliere, poiché costei non è nata nel fondo del mare, ma come lui è nata sulla terra e quindi lo aiuterà a trovare la via per tornare in superficie.

La ragazza si chiama Nerina perché ha i capelli neri, ma in realtà non è solo una donna, essa è la sorgente di un fiume ed è per questo che Sadko, quando farà all’amore con lei, sarà trascinato lungo la sua corrente che sbocca, indovinate un po’!, nel fiume Volhov, il fiume della sua Novgorod!

Lungo il fiume è ritornato,

Sadko Sytinic’ il fortunato.

Sono in due col buon vecchietto:

San Nicola e il suo protetto.

Dal Ponte Grande guarda la gente:

Evviva Sadko!, gridar si sente.

C’è Monsignore da Santa Sofia,

Che viene incontro per la via.

Sadko il ricco, Sadko il buono

            Non bada alle feste, non bada al frastuono,

Chiama i muratori a sé

Perché tempo più non ce n’è.

Una chiesa costruiranno

Prima della fin dell’anno,

A Novgorod c’è questa sola

Dedicata a san Nicola,

Se tu qui vieni, vederla potrai

E Sadko non dimenticherai.  

                            С РОЖДЕСТВОМ ХРИСТОВЫМ!

 

    Natale 2005. Due byline novgorodesi come epilogo alla favola medievale russa

    

   

Liberamente riletta da Aldo C. Maturano, dalla bylina Sadko Sytinic’ il meraviglioso mercante di Novgorod, dicembre 2004.

     

©2004 Aldo C. Marturano; disegno di Nicola Kocerghin.

    


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