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LE OPERE E I GIORNI a cura di Stefania Mola:  Berry

 

Le opere e i giorni        Il manoscritto        I mesi

 

La lunetta

Il mese di marzo viene identificato dai simboli astrologici dei Pesci e dell’Ariete. Al centro della semicirconferenza è raffigurato il carro del sole.

  

La scena

La campagna raffigurata insieme a varie scene di lavori contadini tipici del mese di marzo è dominata sullo sfondo dalle monumentali proporzioni del castello di Lusignan, cinto da cerchie di mura multiple, dotato di dimora feudale e torri.

Sul margine destro spicca la torre del Poitou, sovrastata dal drago alato allusivo alla leggenda di Melusina, in quegli anni narrata in versi da Jean d’Arras per il duca di Berry.

Davanti al castello, sulla sinistra, un pastore guida il suo gregge; al centro, alcuni contadini sono intenti a tagliare la vigna; in primo piano, un agricoltore governa l’aratro tirato da due buoi.

  

L'evento

Di questa donna leggendaria si parla nel Roman de Mélusine, scritto tra 1387 e 1394, identificandola come una fata di grande bellezza che in certi periodi si trasforma in serpente; progenitrice dei Lusignano, appariva su una delle torri del castello emettendo grida lugubri ogni volta che un membro della famiglia doveva morire. Nel romanzo si racconta di come Melusina accetti di sposare Raimondo di Lusignano e di fare di lui il primo personaggio del regno, a patto che egli rispetti la sua volontà di non incontrarla mai di sabato. Per i primi tempi le cose procedono, ma poi Raimondo - a cui viene fatto credere che la moglie lo inganni - scopre il suo segreto spiandola un sabato attraverso un buco nel muro della stanza nella quale Melusina si è ritirata, scopre cioè che la moglie ha le sembianze ibride metà donna e metà serpente. Lui affranto dal dolore, lei tradita e fuggitiva, continuerà a gridare la sua pena con lamenti terribili dalla torre del castello. 

Simbolicamente, la vicenda narrata ruota intorno al valore del "segreto": la “morale” della favola, rimanda direttamente al mito di Eros e Psiche, e alla rappresentazione simbolica dell’amore ucciso dalla mancanza di fiducia e/o dal rifiuto di rispettare la parte “misteriosa” e segreta propria dell'essere amato. Un ulteriore spunto riguarda la figura simbolica della fata nella cultura del tempo, direttamente associata (e di per sé espressione diretta) alla Madre Terra, e come lei dotata di un “ritmo” che vede il succedersi e l’avvicendarsi di un tempo “vitale” (come le fasi crescente/piena/calante della luna, o le stagioni dalla primavera all’autunno) e di un tempo di “assenza” o di “morte” (la quarta fase della luna, invisibile, o l'inverno). La fata partecipa al sovrannaturale perché la sua vita è continua e dunque è naturale che nella stagione della morte non la si possa vedere; in realtà essa continua ad esistere, ma sotto altra forma, dipendente anch’essa dalla vita continua ed eterna (come la terra, come la luna).

E questa è la ragione per cui Melusina il sabato si rende “assente” allo sposo chiedendogli di rispettare il suo “segreto”, abbandonando le sembianze umane per assumere quelle di serpente, ben nota manifestazione zoomorfa della vita eterna. Come pure ogni manifestazione dell'inconscio, esiste stabilmente ma ad intervalli ripetuti non si mostra, rendendo assente e silenzioso il suo partecipare alla vita del mondo.

  

   

I mesI:  Gennaio - Febbraio - Marzo - Aprile - Maggio - Giugno - Luglio - Agosto - Settembre - Ottobre - Novembre - Dicembre

  

  

©2004 Stefania Mola

  


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