L'albero
dei peni appesi
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Uno
dei più clamorosi manifesti
politici del Medioevo
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Un
albero dipinto nel secolo
XIII per una fonte pubblica
di Massa Marittima: i suoi
rami hanno piccole foglie e
dei frutti straordinari, dei
falli maschili. In basso, un
gruppo di donne... |
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Un albero al quale le streghe appendono peni tagliati mentre intorno svolazzano aquile nere imperiali. Un po' greve: al confronto l'accusa di «mercenari» lanciata da Romano Prodi ai giovani attivisti di Forza Italia è come un buffetto sulla guancia. Secondo lo studioso inglese George Ferzoco, direttore del Centro studi toscani dell'Università di Leicester, esperto di arte toscana medievale, si tratta del primo «manifesto politico» della storia.
In apparenza l'affresco, datato al XIII secolo, rinvenuto quattro anni fa sulla parete della
Fonte Nova risalente al 1265 a Massa Marittima, in provincia di Grosseto, è simile a molti altri di epoca medievale che rappresentano «l'albero della fertilità o dell'abbondanza», abbastanza comuni in Toscana. Ma osservando da vicino l'albero al centro dell'opera, si nota qualcosa di particolare: sui rami non ci sono frutti, ma 25 organi sessuali maschili stilizzati di differenti forme e dimensioni, compresi di testicoli. Gli alberi a forma di fallo dipinti sulle pareti delle fonti rappresentavano in epoca medievale un simbolo di fertilità legato all'acqua. Secondo Ferzoco, però, quello di Massa Marittima in particolare rappresenta un programma politico preciso.
«È un messaggio dei guelfi contro i ghibellini. La fazione guelfa intendeva dire a chi frequentava la fonte che se gli avversari fossero andati al potere, avrebbero diffuso idee eretiche, perversioni sessuali, stregoneria e guerra civile», spiega Ferzoco. All'epoca dell'affresco Massa Marittima era controllata dai guelfi, e l'accusa che sovente lanciavano ai ghibellini era proprio quella di essere degli eretici. E gli eretici, secondo le credenze medievali, praticavano anche la sodomia. «L'albero con i falli appesi è di difficile interpretazione per noi, ma per chi viveva nel Duecento in Toscana era un simbolo preciso», dice Ferzoco. «Cose che per noi sono oscene, allora erano perfettamente normali e usare un fallo in un messaggio politico non era scandaloso».
Lo studioso britannico identifica come streghe le donne sotto l'albero, una delle più antiche rappresentazioni di streghe di tutta l'arte occidentale. Una di loro, inoltre, è nell'atto di aggiungere con un bastone un fallo a un ramo dell'albero. «All'epoca in Toscana era diffusa una leggenda secondo la quale le streghe tagliavano gli organi sessuali agli uomini e li mettevano nei nidi degli uccelli, dove avrebbero preso vita e si sarebbero moltiplicati». Accanto a lei
un'altra donna viene sodomizzata da un enorme fallo, mentre sopra la sua testa c'è l'aquila imperiale. Alla loro sinistra due donne litigano e si prendono per i capelli.
Gli studi sull'affresco sono stati recentemente pubblicati in un volume dell'Università di Leicester nella collana «Toscana Studies».
Vedi
anche il commento nel sito del Comune di Massa
Marittima
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