I
Crociati del 2005
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Ovvero,
perché san Francesco sarebbe
stato favorevole alla guerra
in Iraq |
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Questa mattina ho seguito (finché ho resistito) un dibattito proposto da Tele Radio Buon Consiglio (che miracolosamente il mio televisore percepisce e recepisce, al contrario di canali più prosaici), la tv dei Frati Francescani dell'Immacolata in Frigento (AV).
Un frate ha sostenuto che i pacifisti sono dei vigliacchi, che la pena di morte va bene come
ultima ratio («tanto è vero che Gesù non ha mai parlato contro la pena di morte e anzi ci si è
adeguato»), che pure la guerra va bene perché i cristiani sono sì pacifici ma non pacifisti.
Un altro relatore - un professore non ben identificato (da me... il nome dovrebbero averlo fatto) - ha quindi affermato che Fini ha fatto bene a dire ad Assisisi che
san Francesco non era un pacifista e che non era contro la guerra. Il prof ha pure detto che i sacerdoti che non la pensano così sono quelli che usano come fonte di informazioni
«Manifesto» e «Liberazione» invece dell'«Osservatore
Romano». E ha sostenuto che i francescani dell'Immacolata sono persone serie, al contrario di quelli residenti ancora in quel di Assisi.
E un signore del pubblico sì alzato dicendo che i cattolici non dovrebbero stare in trincea ma all'attacco, perché
«il laicismo e l'islamismo sono i nemici da
battere». E ha giurato che san Francesco, quando incontrò il sultano, gli disse:
«Guarda che noi non vi facciamo la guerra perché vi odiamo ma perché vogliamo salvare la vostra
anima». Ergo, ne ha dedotto che «contro gli
infedeli» (sic!) oggi si devono usare gli stessi argomenti utilizzati dal
santo.
Ho francescanamente verificato. In effetti quando
san Francesco raggiunse il sultano Malil al
Kamil, con lui c'era un altro frate, di nome Illuminato, che ci riporta il dialogo tra i due:
«II Sultano sottopose a Francesco un'altra questione: "II vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vuoi togliervi la tonaca... Quanto più voi cristiani non dovreste invadere le nostre terre!". Rispose il beato Francesco: "Mi sembra che voi non abbiate letto tutto il Vangelo. Altrove, infatti, è detto: "Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo lontano da te. E, con questo, Gesù ha voluto insegnarci che, se anche un uomo ci fosse amico o parente, o perfino fosse a noi caro come la pupilla dell'occhio, dovremmo essere disposti ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, se tentasse di allontanarci dalla fede e dall'amore del nostro Dio. Proprio per questo, i cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono, perché voi bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla religione quanti uomini potete. Se invece voi voleste conoscere, confessare e adorare il Creatore e Redentore del mondo, vi amerebbero come se
stessi!"».
Ammesso che a
fra' Illuminato non fosse saltata qualche valvola, l'eventuale discorso di Francesco aveva un senso in quel contesto: cioè, ottocento anni fa, nel Medioevo, durante la V crociata (cui per altro parteciparono pochi francesi, cui fu offerta dal Papa la
chance di partecipare, in alternativa, alla cattolica crociata contro gli Albigesi, altri cristiani "eretici", indetta dallo stesso Innocenzo III).
A me pare invece tremendo che nel 2005 che ci sia una frazione qualificata e consistente del mondo cattolico che può giustificare, seriamente, guerre preventive e pena di morte come se niente fosse.
Non solo: nel corso del dibattito citato relatori e pubblico hanno ricordato, a loro sostengono, parecchie dichiarazioni di Ratzinger, sia prima che dopo la sua investitura papale.
Morale: malgrado il mio agnosticismo (o forse "grazie a") sono esterrefatto (etimologia: comp. di derivati del lat.
exterrìre, 'atterrire', e facere,
'fare', sul modello di stupefatto).
Link 1: clicca sul sito
di Teleradio Buon Consiglio
E come se non bastasse, Link 2: clicca su Le ragioni della
Crociata (dove l'Ordine equestre del Santo Sepolcro propone il testo della conversazione che Gianpaolo Barra, direttore de
«il Timone», ha tenuto a Radio Maria giovedì 22 aprile 1999: in sintesi, sosteneva che
san Francesco era più bellicoso di Bush, che «fede e missionarietà sono alla base dello spirito della
crociata», che «nel Medioevo cristiano sopra ogni ragione c'è una motivazione religiosa: la
fede»). Ma non vi voglio togliere il gusto della lettura, il resto è pure meglio ...
Marco
Brando
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