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LA CASA EDITRICE

Carolly Erickson, Il diario segreto di Maria Antonietta, Mondadori, 2006, pp. 344.

«Parigi, ottobre 1793: Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI e regina di Francia, è stata condannata a morte dal Tribunale rivoluzionario e attende nella prigione della Conciergerie di essere giustiziata. Unica consolazione in questi giorni di angoscia e solitudine è la possibilità di continuare a scrivere e annotare pensieri ed eventi in un quaderno, come ha fatto da quando aveva tredici anni. Prima di essere condotta al patibolo, lascia nella sua cella il diario in cui ha raccolto, anno dopo anno, gli episodi salienti e i piccoli fatti quotidiani della sua vita: dall'infanzia privilegiata di arciduchessa d'Austria agli anni trascorsi come affascinante signora di Versailles, ai giorni della prigionia e dell'umiliazione dopo la caduta della monarchia.
Attraverso la forma coinvolgente e immediata del diario, Carolly Erickson ricostruisce l'avventura umana e sentimentale di Maria Antonietta, penetrando nella sua psicologia e cogliendone gli aspetti più intriganti e meno noti...».

NEL SITO:
Maria Antonietta: eroina dell’assolutismo o martire della “regalità”?
Una solitudine abitata. Chiara d'Assisi
Da monaca a regina e mamma: Costanza d'Altavilla
L'ora di tutti. Un attualissimo romanzo di Maria Corti
Idealizzazione, mistificazione o agiografia di un Imperatore?
Le donne nell’Italia medievale. Secoli VI-XIII

GIULIA NOTARANGELO

 

Una regina “ritrovata”: Maria Antonietta di Francia

 

Ritratto gentile di una figura controversa e bistrattata, tornata di attualità anche grazie ad un film americano (ed “americaneggiante”!).
Ricomposizione di una immagine, forse più vicina alla realtà, anche se romanzata, frutto, comunque, di uno studio attento ed approfondito dei documenti che hanno portato in precedenza l’autrice a scrivere una vera e propria biografia di questa figura stereotipizzata e generalmente malvista dalla Storia e dagli storici.

Ed è proprio una donna, una medievista americana, a porsi il problema, immedesimandosi in un personaggio che già aveva analizzato, attraverso l’invenzione “letteraria” del diario.

è come una giustificazione, un’accettazione ed una valorizzazione di questa Signora dell'Assolutismo, attraverso la rappresentazione della sua incrollabile fiducia in determinati principi, del suo andare fino in fondo, della sua coerenza, del suo ingenuo ottimismo, della sua femminilità, che si manifesta nei capricci, nella vanità, nel lusso, negli "sprechi"..

Tutte queste “qualità” diventano alla fine, quasi delle “virtù” (per dirla con Machiavelli) un corredo che riveste e ricompone attraverso il puzzle del diario, la sua immagine, conferendole una freschezza ed una immediatezza che affascinano il lettore. 

è come se il lupo cattivo” non fosse più cattivo, è come se una maschera incrostata dal tempo venisse lacerata e lasciasse emergere dei tratti nuovi che comprendono anche la bontà e non solo... perché è appunto la bontà un aspetto su cui l’autrice insiste nel rappresentarci la sua eroina.

E qui mi chiedo, da lettrice curiosa, quanta verità ci sia in questa rappresentazione! Non posso che rimanerne incantata e voglio fermamente credere alla verità di certi scenari (abiti sontuosi, cerimonie, feste, viaggi, fughe avventurose) descritti in questo “simil diario", pur essendo pienamente consapevole di essere davanti ad un gioco letterario.

Il lettore, quando familiarizza con un personaggio, soprattutto se storico, vorrebbe che tutto quello che viene raccontato su di lui corrisponda a verità, si crea così un alone attorno al protagonista del racconto che lo rende quasi un eroe. Ed eroina, infatti, alla fine ci appare “la Puttana austriaca”, come la definivano i suoi avversari.

L’autrice mette in risalto anche la sua grande umanità, che s/travolge il lettore, abituato dai libri di Storia e dalle loro “favole” alla sua “leggerezza” che viene qui “ridimensionata” e “rivista”.

Leggendo questo libro si possono perdonare a Maria Antonietta anche i sotterfugi, gli intrighi e le macchinazioni “antifrancesi” dopo il 14 luglio 1789. Ad onor del vero qui vengono messi un po’ in secondo piano o addirittura vengono presentati come azioni politicamente coerenti perché altre sono le intenzioni di chi scrive.

Mi ha colpito il suo incontro, durante la prigionia alle Tuileries, con Robespierre che di fronte a lei appare un essere opaco, ambiguo, deforme e pieno di tic.

Ma sarà davvero avvenuto, questo incontro? Vorrei tanto che la risposta fosse sì e che fosse andato come la scrittrice ce lo racconta! è qui che traspare ancora di più ” la grandezza “e l'intelligenza di questa eroina dei Conservatori, quel suo essere il cardine che ha da sempre sostenuto la debolezza dell'Augusto consorte, incapace, se non alla fine della sua vita, di assumersi le responsabilità di Re.

Alla fine Maria Antonietta risulta, a parer mio, addirittura simpatica, anche nelle sue debolezze. Mi commuove quella sua ostinata fiducia di poter tornare un giorno libera, fuori dai “pericoli” e dai vincoli di quella Rivoluzione che lei non era mai riuscita a comprendere. E forse non a torto, se si pensa che in seguito Napoleone, figlio di quella Rivoluzione, non fece altro che restaurare una forma di monarchia assoluta facendola rinascere surrettiziamente dai principi liberal-borghesi e dal volere dei Cittadini, cioè del popolo francese.

Maria Antonietta col suo candore, la sua ingenuità, la sua ostinazione e la sua fede incrollabile negli insegnamenti di maman, la grande Maria Teresa d’Austria, finisce così per giganteggiare e per mettere in ombra tutti coloro che le ruotano attorno, tranne forse il conte Fersen, il suo grande amore svedese, “reale”, per fortuna di noi lettrici!

Potenza dell'arte, la menzogna che abbellisce la realtà, per dirla con Oscar Wilde? oppure forza della Erickson che da storica cambia abito e diviene romanziera, lasciandosi rapire dal fascino di un personaggio studiato nei documenti e forse prendere la mano dalla fantasia di novella scrittrice?

Andrò in cerca della sua biografia su Maria Antonietta, che risale agli anni '90. Non vedo l'ora di sapere quante tracce di "verità" (quella appunto dei documenti) abbia lasciato in questo possibile e fascinoso diario.... 

     

  

Giulia Notarangelo

   

 

 

 

  

 

 

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