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SANTA IONA, TORRE
redazionale
Santa Iona (frazione di Ovindoli): la torre.
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Come arrivarci: con l'autostrada A25, uscita di Aielli/Celano; SS. 83, direzione Ovindoli; da Napoli: con l'autostrada A1, uscita Cassino; SS 6, Superstrada del Liri, seguire le indicazioni per Sora/Avezzano, A25.
Dal sito: www.regione.abruzzo.it
«La torre di Santa Iona, nata inizialmente come torre isolata di avvistamento e poi inserita all'interno del borgo, costituisce un anello di congiunzione tra il castello di San Potito e quello di Celano, sulla strada di penetrazione alla piana del Fucino dalla conca aquilana, attraverso l'altopiano delle Rocche. Venne fatta edificare nel XIII secolo dai Conti di Celano su un colle intorno al quale si raccoglie il centro antico.
La torre è a pianta circolare, impostata su un banco roccioso. è costituita da due ambienti sovrapposti: quello inferiore alto circa 7 metri, mostra un diametro di appena 3,30 metri in ragione del forte spessore assunto in tale zona dalla torre a pianta circolare. Era coperto a volta emisferica in pietra con un'apertura oculare, riquadrata in pietra concia al vertice. Veniva probabilmente adibito a magazzino e cisterna ed era suddiviso in altezza in due vani. Infatti restano nella muratura, ad una certa quota, i segni degli alloggiamenti delle travi del solaio intermedio. Il piano superiore, destinato al corpo di guardia, è a pianta ottagonale; si accedeva ad esso tramite una scala lignea orientata a sud verso l'alveo del Fucino, sormontata da un architrave rettilineo monolitico in pietra; al di sotto rimane una mensola che sosteneva il ponte di legno che collegava la torre al battiponte, oggi scomparso. Si eleva rispetto al piano campagna per un'altezza di 13,35 metri. La tipologia costruttiva in blocchetti di pietra, ben squadrata e connessa e l'assenza di scarpatura basamentale lasciano presumere che la torre sia stata modificata in altezza in una seconda fase. La cimatura sommitale non permette di rileggere la natura del coronamento.
Non si esclude l'ipotesi che, un tempo, la torre fosse più alta e munita di merlatura; gli eventi storici e naturali, tra i quali il terremoto del 1915, hanno danneggiato la costruzione, soprattutto nel paramento esterno in quanto sono stati prelevati in più parti numerosi conci di pietra, riutilizzati per edificare le costruzioni vicine».
Dal sito: www.ovindoli.terremarsicane.it
«Nell'ambito
del sistema difensivo della Marsica, la torre d'avvistamento di S. Iona si
inserisce quale punto di connessione tra il castello di S.Potito e quello di
Celano, sulla strada di penetrazione alla piana del Fucino dalla conca
aquilana, attraverso l'altopiano delle Rocche. La torre fu edificata nel
XIII sec. dai Conti di Celano su di un colle intorno al quale si coagula il
centro antico.
La costruzione ha rappresentato la circostanza fondamentale per l'evoluzione
urbana: ha, infatti, svolto un ruolo genetico nella formazione del centro
abitato. La tipologia è quella di una torre isolata a pianta circolare
impostata su un banco roccioso; costituita da due ambienti sovrapposti:
quello inferiore a pianta circolare coperto a volta emisferica in pietra con
un'apertura oculare, riquadrata in pietra concia al vertice. Quest'ambiente
veniva adibito a magazzino e cisterna ed era suddiviso in altezza in due
vani, infatti restano nella muratura, ad una certa quota, i segni degli
alloggiamenti delle travi del solaio intermedio.
Il piano superiore, destinato al corpo di guardia, è a pianta ottagonale; si accedeva ad esso tramite una pusterla orientata a sud verso l'alveo del Fucino, sormontata da un architrave rettilineo monolitico in pietra; al di sotto rimane una mensola che sosteneva il ponte di legno che collegava la torre al battiponte, oggi inesistente. La canna muraria è impostata su un anello di base di maggior diametro, il paramento esterno è in conci squadrati di pietra sovrapposti in filari regolari. Non si esclude che un tempo, la torre, fosse più alta e munita di merlatura, gli eventi storici e naturali, tra i quali il terremoto del 1915, hanno danneggiato la costruzione, soprattutto nel paramento esterno in quanto sono stati prelevati in più parti numerosi conci di pietra, riutilizzati per edificare le costruzioni vicine. La torre è stata restaurata integrando il paramento esterno delle parti mancanti, richiudendo una breccia esistente sul prospetto meridionale e creando un varco d'accesso al vano inferiore. Il vano superiore e stato coperto con un solaio in ferro e laterizio» (a cura di Francesca Stornelli).
Vedi anche: http://castelliere.blogspot.it/2012/09/il-castello-di-martedi-18-settembre.html
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