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SAMMICHELE DI BARI, CASTELLO CARACCIOLO
a cura di Luigi Bressan
Il castello Caracciolo.
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Il testo dell'iscrizione: «DOMINO OPTIMO MAXIMO / ARCEM HA(N)C VETUSTATE PENECOLLAPSA(M) INSTAU / RATIONE PRIUS DEINDE ORNAMENTIS DEMUM PROPY / LAEO HOC DECORAVIT DOMINUS ANTONIUS DE PONTE RE / GIUS CONSILIARIUS BARO CASAMASSIMAE ET SAN / CTI MICHAELIS ANNO DOMINI MDCLXXV»
Conservazione: il castello è tuttora sottoposto a restauri.
Come arrivarci: percorrendo l'autostrada A14 (uscita Acquaviva delle Fonti), o la strada statale 100 Bari-Taranto; Sammichele è a 28 Km. a S-E del capoluogo pugliese.
Già conosciuto agli inizi del Cinquecento, tra il XVI ed il XVIII secolo il castello fu al centro di numerose vicende e proprietà di diversi signori: il banchiere genovese Heronimo Centurione; dal 1606 l'ebreo portoghese Michele Vaaz, che chiamò il paese San Michele; dal 1675 dal barone Antonio De Ponte. Nel 1797 passò ai duchi Caracciolo che nella seconda metà dell'Ottocento ne affidarono il restauro all'architetto Amenduni, e successivamente lo cedettero al Comune, che negli anni scorsi lo ha destinato a sede del Museo etnologico della civiltà contadina.
La
struttura ha impianto quadrato
«La presenza di un’iscrizione su lastra calcarea, datata al 1504, che fa riferimento a un "Palazzo nomine Centurione" e al suo feudatario Heronimo Centurione, la cui famiglia operava a Bari dalla seconda metà del XV sec., lascia supporre che già nel 1400 fosse presente una torre fortificata, ove ora sorge il castello. Tuttavia si può ipotizzare che la costruzione abbia avuto origine come avamposto di controllo e di difesa, e che sia stata poi trasformata in casa agricola. Dal 1609 il palazzo Centurione diviene proprietà di Michele Vaaz, fondatore del Paese, fino al 1667, anno in cui il nipote Simone vende il feudo al Regio Consigliere Antonio de Ponte. Da questo momento il Palazzo subisce numerosi rimaneggiamenti. Restaurato perché cadente nel 1675 dal De Ponte, il castello passa per acquisizione ereditaria ai Caracciolo di Vietri nel 1779, sotto i quali, intorno al 1860, viene completamente trasformato in palazzo per villeggiare dall’architetto di Casamassima Ascanio Amenduni. Egli allarga i portali di ingresso, realizza le torri merlate, il prospetto rivestito con bugnato in pietra calcarea, le finestre bifore, la scala interna. I Caracciolo legano il loro nome alla vetusta costruzione per oltre due secoli: tuttora, infatti, viene denominato Castello Caracciolo. Tra la prima e la seconda guerra mondiale subisce ulteriori interventi con il rifacimento del solaio del secondo piano e con la costruzione di altre due torrette merlate. Dal 1991 fino al 2001 sono stati realizzati altri interventi di restauro a cura degli architetti Lorenzo Netti e Stefano Bianco che hanno cercato di riportare la struttura, almeno all’interno, al suo aspetto originario.Nel 1971 l’Amministrazione Comunale acquista il Castello dai Caracciolo e nel 1974 ne delibera la destinazione a sede del Museo della Civiltà Contadina».
http://www.memoriaeconoscenza.it/percorsi-identitari/GRPR_INT_1/PI_INT_1/PI_A_INT_sammicheleA1?
©2002 Luigi Bressan; aggiornamento 2012. La prima foto riquadrata è tratta dal sito www.pugliacitycard.com.