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VILLA CASTELLI, PALAZZO DUCALE
redazionale
scheda cenni storici approfondimento
Facciata anteriore del Palazzo Ducale.
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Epoca: metà del XVII secolo, su precedente struttura.
Conservazione: il castello è stato ampiamente rimaneggiato e ristrutturato nel secolo scorso. Ben poco è ciò che rimane visibile della primitiva struttura tardomedievale.
Come arrivarci: con la superstrada Taranto-Brindisi (Villa Castelli dista dai due capoluoghi rispettivamente 25 e 45 km), o con la provinciale Ostuni-Ceglie Messapico-Villa Castelli.
Frazione di Francavilla Fontana sino al 1926, quando diventa tra aspre lotte Comune autonomo, Villa Castelli deve il suo nome ad una masseria, Li Castelli, sorta in un'area abitata sin dall'età preistorica e destinata in età romana ad una villa rustica. Nella prima età moderna i signori di Francavilla, gli Imperiali, vi impiantano un'azienda di allevamento di cavalli di razza murgese, ancora florida alla fine del secolo XVIII, quando viene acquistata dai duchi di Monteiasi, gli Ungaro (1797). Per favorirne il popolamento e lo sfruttamento agricolo, nel 1808 il duca Carlo Ungaro ne concesse in enfiteusi il territorio ai coloni dei paesi vicini, da Grottaglie Francavilla e a Ceglie Messapico.
Appunto ai duchi di Monteiasi si deve la ristrutturazione a fini residenziali del palazzo fortificato che gli Imperiali avevano costruito verso la metà del Seicento sui resti di un precedente castello, seriamente danneggiato nel Quattrocento; di questo castello sappiamo che era costruito in tufo, aveva torri con merlature e feritoie, ed era munito di cannoni, rimossi alla fine del Settecento.
Adibito di volta in volta a caserma, edificio scolastico, abitazione e sede di uffici, ampiamente rimaneggiato da lavori di ristrutturazione interna ed esterna, eseguiti negli anni 1926-28 su progetto dell'ingegnere Francesco Salerno, al quale si deve l'aspetto settecentesco della facciata, attualmente il Palazzo Ducale è sede del Comune. Riedificato con massi di pietra calcarea, con volte a botte e a stella, presenta sui suoi lati orientale e occidentale grandi arcate a tutto sesto, che ne ricordano la funzione di azienda per l'allevamento dei cavalli svolta al tempo degli Imperiali.
Nella gravina che attraversa Villa Castelli è posto il cosiddetto Trappeto del Duca, impianto per la produzione di olio, mentre nel territorio rurale molte sono le masserie fortificate o con rilevanti elementi di fortificazione: a 2 km a sud della località, la masseria Antoglia conserva una torre merlata cinquecentesca; e a poco più di 3 km in direzione sud-est, un'altra torre è inglobata nella masseria Tagliavanti.
«Villa Castelli fu frazione di Francavilla Fontana sino al 1926, quando divenne tra aspre lotte Comune autonomo, e deve il suo nome ad una masseria, Li Castelli, sorta in un'area abitata sin dall'età preistorica e destinata in età romana ad una villa rustica. Agli Ungaro, duchi di Monteiasi, si deve la ristrutturazione a fini residenziali del palazzo fortificato che la famiglia Imperiali aveva costruito verso la metà del Seicento sui resti di un precedente castello, seriamente danneggiato nel Quattrocento; di questo castello sappiamo che è attribuibile al processo di fortificazione del feudo di Oria, promosso dalla famiglia Dell'Antoglietta (allora de' Nantoil) dal 1307. Esso fu ristrutturato, ampliato ed adibito a fortificazione nel 1450 dal principe Giovanni Antonio Orsini Del Balzo. Passò quindi al marchese di Oria Giovanni Bernardino Bonifacio, nel XV secolo. Era costruito in tufo, aveva torri con merlature e feritoie, ed era munito di cannoni, rimossi alla fine del Settecento. Adibito di volta in volta a caserma, edificio scolastico, abitazione e sede di uffici, ampiamente rimaneggiato da lavori di ristrutturazione interna ed esterna, eseguiti negli anni 1926-28 su progetto dell'ingegnere Francesco Salerno, al quale si deve l'aspetto settecentesco della facciata, attualmente il Palazzo Ducale è sede del Municipio. Riedificato con massi di pietra calcarea, con volte a botte e a stella, presenta sui suoi lati orientale e occidentale grandi arcate a tutto sesto, che ne ricordano la funzione di azienda per l'allevamento dei cavalli svolta al tempo degli Imperiali. L’edificio oltre ad essere sede comunale, ospita la galleria d'arte comunale e il museo archeologico municipale. Una piccola porzione della struttura è di proprietà privata, mentre la parrocchia detiene un'ala del castello in fase di restauro. La facciata meridionale conserva, totalmente inglobato nel complesso architettonico, l'antico mastio, oggi Sala del Consiglio. Il castello è costituito da due piani asimmetricamente distribuiti, che ostentano un evidente eclettismo. È circondato a sud e a est da una profonda gravina che ne accentua il carattere difensivo; nel pianterreno è riconoscibile la struttura originaria e l'aspetto interno del fortilizio sino al XIX secolo. La facciata settentrionale è stata più volte rimaneggiata, la fila delle finestre del primo piano, finemente decorate, produce il necessario contrasto luminoso sulle pesanti masse murarie. Il primo piano, gentilizio, ha le facciate dalle superfici rigidamente verticali, alleggerite dalle finestre. Al suo interno l’androne è dotato di volte a botte. Lo scalone, porta al ballatoio dal piano superiore, dove si affacciano finestre e porte ornate con cornici realizzate nel XX secolo in stile rinascimentale. In quasi tutto il primo piano le pareti ospitano quadri d'arte contemporanea tra cui numerose opere del maestro Cesarea. Da segnalare tele in stile impressionista e colorista raffiguranti i paesaggi rurali del territorio e numerosi trulli».
http://castelliere.blogspot.com/2012/03/il-castello-di-domenica-11-marzo.html
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