Sei in: Mondi medievali ® Castelli italiani ® Puglia ® Provincia di Foggia |
LUCERA, CASTELLI SVEVO E ANGIOINO
a cura di Luigi Bressan; testo di approfondimento di Alberto Gentile
pag. 2
pag. 1 - pag. 2 - pag. 3 scheda cenni storici testo di approfondimento video
Ricostruzione del castello angioino; i resti del palatium di Federico II sono indicati dalla freccia rossa.
clicca sulle immagini per ingrandirle
A
18 chilometri da Foggia, verso il preappennino dauno, si trova Lucera
ove potremo visitare il castello svevo-angioino, la cattedrale, la
chiesa di San Francesco e l'anfiteatro romano (I secolo a.C.).
Uno splendido palazzo vi fu eretto dall’imperatore svevo Federico
II,
nel 1233, su di un colle ove i Romani avevano costruito la loro
acropoli in una posizione tale da assicurare una buona difesa. Il
palazzo sorse sulle fondamenta di una diroccata cattedrale romanica e
dal punto di vista architettonico si presentava come un maestoso
torrione con una base quadrangolare (ancora visibile), a tre piani, con
la parte esterna al cortile e la parte interna del terzo piano dalla
forma ottagonale: queste caratteristiche fanno intravedere analogie con
quelle di Castel del
Monte.
I tre piani contenevano 32 vani che ospitavano la corte e gli
appartamenti imperiali. Nei sotterranei erano site le camerate per le
guarnigioni.
Una loggia ad archetti ciechi circondava il cortile a metà
altezza, aperture romboidali e circolari si alternavano alle finestre a
sesto acuto, una cisterna profonda 14 metri garantiva la riserva
idrica, uno zoccolo quadrato [recentemente si è datato
all'età di Carlo I d'Angiò lo zoccolo alla base della
torre (Nunzio Tomaiuoli)], lungo 43 metri e doppio tre e mezzo,
sopraelevava la galleria, nove feritoie per lato davano al palazzo
l’aspetto di un bunker.
Poiché il palazzo originariamente non presentava accessi dall'esterno, vale a dire un portone d'ingresso a livello della strada, si pone il problema di come si potesse accedere all'interno. Si può ipotizzare che per accedere nel palatium si adoperasse un sistema di scale che erano calate dall'alto. Un'ipotesi più suggestiva potrebbe essere quella dell'utilizzazione di passaggi sotterranei, avvalorata dal ritrovamento, ad opera d'archeologi inglesi nel corso di questo secolo, di condotti sotterranei lateralmente alla costruzione. Questa soluzione del tutto originale ci fa pensare che essa sia stata adottata per renderla meno aggredibile dall'esterno: è quindi una conferma indiretta dell'importanza strategica di questo castello.
Era una sede molto fastosa, che ospitava una delle Zecche di Stato e parte del tesoro imperiale. Alcuni autori sostengono che una parte di questo palazzo fosse adibita a harem e ciò la dice lunga sulle abitudini del sovrano. Di esso rimane ben poco all’interno della fortezza che Carlo I d’Angiò fece erigere tra il 1269 ed il 1283.
In quel periodo un nutrito numero di Saraceni che si erano ribellati in Sicilia fu trasferito a Lucera. Divennero guerrieri affidabili e abili artigiani, ebbero la possibilità di conservare le loro usanze e la loro religione. Lucera in arabo divenne Lugerash; in essa fu edificata una vera e propria moschea e ciò irritò notevolmente il clero. I Saraceni, negli anni successivi alla morte di Federico II, furono sterminati e la moschea fu distrutta dagli Angioini, che nello stesso posto eressero una nuova cattedrale dedicata a Santa Maria.
©2002 Alberto Gentile (il testo è stato pubblicato nel sito Stupor mundi)