Sei in: Mondi medievali ® Castelli italiani ® Piemonte ® Provincia di Cuneo |
LAGNASCO, CASTELLO
a cura di Federica Sesia
scheda cenni storici per saperne di più video
Immagini del castello.
In basso, particolari del castello.
clicca sulle immagini in basso per ingrandirle
Conservazione: il castello è visitabile.
Come arrivarci: Lagnasco si trova tra Saluzzo e Savigliano.
«Curtes
due scilicet Luagnas et Miradolis cum Casis Capellis»: così viene citato
per la prima volta il centro di Lagnasco che probabilmente deve la sua origine
ad una donazione di Adelaide ai monaci dell’ordine di San Benedetto.
Infatti,
agli inizi del XI secolo una comunità monastica proveniente da Pinerolo occupò
queste terre con l’intento di dissodarle; in breve tempo accanto al centro
religioso si formò il primo nucleo abitativo.
Pressappoco
nello stesso periodo fu costruito un fortilizio difensivo, per volere dei
marchesi di Busca, che costituì la parte più antica del castello vero e
proprio, il quale nel Trecento, in un’epoca di continue lotte che ebbero
come protagonisti anche gli Angiò. venne ampliato e riorganizzato da Manfredo
IV di Saluzzo,
Il
4 maggio del 1341 Tommaso II di Saluzzo vendette il castello e il feudo di
Lagnasco a Goffredo Tapparelli e Petrino di Falletti di Alba, ma questa
decisione fu causa di un’aspra contesa tra le due famiglie; vi si mise fine
solo con solo l’intervento di Amedeo VI di Savoia, il "conte verde",
e con l’assegnazione della
proprietà ai Tapparelli.
Nel
Quattrocento Benedetto Tapparelli procedette ai lavori di ristrutturazione e
di abbellimento del complesso, che strutturalmente risulta composto da quattro
parti sempre gestite in comproprietà tra le varie discendenze della famiglia
principale. A questo proposito è interessante segnalare una piccola curiosità:
presso Casa Cavassa (Saluzzo) si può ammirare l’intricato albero
genealogico della casata nobiliare.
Nello
specifico la parte rivolta a levante del castello apparteneva ai Tapparelli di
Lagnasco; quella a nord era dei conti Vacca di Piozzo; la parte situata al
centro, si sa che fu proprietà, fino nella seconda metà dell’Ottocento,
del marchese Carlo Pilo Boyl di Putifigari; la parte posta ad ovest appartenne
fino al 1850 al conte Giannazzo di Pamparato.
Gli
interventi di ristrutturazione riplasmarono l’edificio conferendogli un
aspetto di dimora residenziale e in quanto tale esso venne arricchito di un
apparato decorativo che oggi risulta essere una delle testimonianze più
importanti dell’arte rinascimentale in Piemonte.
Entrando
nell’edificio, al primo piano troviamo il salone degli scudi, che conserva
un fregio araldico con 167 scudi ripartiti tra le travi del soffitto e le
pareti. Di notevole rilevanza storica risulta essere l’affresco della parte
nord, in cui sono raffigurati i castelli di Lagnasco e in lontananza, sullo
sfondo, quelli di Manta,
Saluzzo e Verzuolo.
Sulla
parete opposta trova posto un affresco con raffigurazioni paesaggistiche e
personaggi mitici.
Pare
che la decorazione pittorica vada attribuita a Pietro Dolce, artista che lavorò
in questa zona nella seconda parte del 1500, o alla sua scuola.
Nell’ala
di ponente è da notarsi in particolar modo la sala di rappresentanza, detta
anche sala della giustizia, da tempo oggetto di analisi da parte degli
studiosi in quanto fornisce un esempio del fasto e della ricchezza delle dimore
signorili sul finire del ‘500.
L’ambiente
rettangolare di vaste proporzioni e molto luminoso, con un
ricco soffitto cassettonato e stucchi, presenta cinque grandi decori pittorici
aventi per oggetto il tema della giustizia.
Questi
sono solo alcuni degli esempi pittorici e decorativi presenti nel castello di
Lagnasco, sia negli ambienti interni sia negli esterni, che dimostra di essere
un vera sorpresa: «vi si respira un
clima profondamente manierista ed un livello artistico molto alto; non deve
stupire che un tale esempio di raffinatezza e di gusto, e di disponibilità
economica del committente, lo si possa rinvenire in un luogo di campagna come
Lagnasco. In quei tempi i Savoia a Torino privilegiavano l’aspetto pratico e
la costruzione di cinte difensive, di protezione dall’attacco dei nemici,
anziché di regge consone alla corte. Negli stessi anni le terre del
marchesato di Saluzzo, e le terre circostanti, sotto il dominio francese,
godevano di particolare benessere economico, e la famiglia Tapparelli, mostra
di poter disporre non solo di grande ricchezza ma anche di artisti di primo
piano» (M. G. Bosco).
Fabio Plano, Ricerche storico giuridiche sugli Statuti di Lagnasco, Università degli Studi, Torino 2001.
Maria
Grazia Bosco, Il castello di
Lagnasco: storia e committenza al centro della cultura manieristica,
Società per gli studi storici archeologici ed artistici della provincia di
Cuneo, 1999.
Maria
Grazia Bosco, La cultura
figurativa nei castelli di Lagnasco e di Manta nel sec. XVI, Società per
gli studi storici, 1995
Per le immagini: Castelli del Piemonte, Editrust Tesori del Piemonte.
Informazioni utili.
www.comune.lagnasco.cn.it
-
Per
le visite rivolgersi in Comune presso i volontari del castello.
©2003 Federica Sesia. Le prime due immagini riquadrate sono tratte, nell'ordine, dai siti www.saluzzoturistica.it e www.visitterredeisavoia.it. I video (inseriti nel 2015) non sono stati realizzati dall'autore della scheda.