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a cura di Renato Vita
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L'ingresso al mastio di Moneta, dov'era posta la lapide di Spinetta di Campo Fregoso e, in basso, il versante ovest del castello.
Come le altre antiche fortificazioni locali, escluse le Rocche di Massa e Avenza, anche il Castello di Moneta, anche se da poco rifortificato, soffre una rapidissima perdita d'importanza militare, per: 1) l'assetto politico-territoriale (il nuovo piccolo dominio dei Malaspina di Massa e Carrara diventa subito uno "stato-cuscinetto" tra le terre della Repubblica di Genova e i possedimenti dei Medici di Firenze, e con entrambi vengono sempre mantenuti ottimi rapporti, inoltre i nuovi Signori locali come antichi feudatari del Sacro Romano Impero godono di protezione imperiale), 2) le dirompenti novità dell'arte bellica e ossidionale, con il crescente uso dell'artiglieria (a Moneta sia l'intera struttura della Rocca è stata progettata e costruita in funzione di assedi tradizionali, secondo l'antica tipologia d'edilizia fortificata precedente all'uso dei cannoni, sia l'intera area Castello-borgo murato di Moneta, risalente all'epoca romana, può essere facilmente bombardata da un piccolo colle attiguo più alto!).
Cresce invece l'importanza del borgo murato che è rimarcata nelle aggiunte agli "Statuta Communis Carrariae" del 1482 dove si notifica che la Vicinanza di Moneta possiede ora una propria "casa comunale".
Pur decaduto militarmente, alla fine del secolo XV il Castello di Moneta soffre ancora due temporanee occupazioni straniere: nel 1483 mercenari genovesi di Agostino di Campo Fregoso di Sarzana prendono Moneta e Avenza, mentre nel 1494 è la volta delle truppe francesi di re Carlo VIII che presidiano tutti i castelli del Principato di Carrara.
L'importanza invece del borgo murato di Moneta come una delle principali Vicinanze, è ufficialmente ribadita il 29 giugno 1553 in occasione del solenne giuramento dei Consoli e i Delegati "Communis Carrariae et Villarum" in cui vi sono ben "84 boni homines Monetae jurantes" al nuovo Signore di Massa e Carrara, Alberico I Cybo-Malaspina, che il 17 febbraio 1554, l'imperatore Carlo V conferma con solenne investitura "Marchese di Massa e Principe di Carrara, Avenza e Moneta".
Come riporta il sopravvissuto "Libro dei Verbali", la Vicinanza di Moneta, che comprende anche i vicini casali di Fontia e Santa Lucia, ha 2 Consoli e 3 Sindaci annuali e 80 elettori, e possiede in comune diverse proprietà agricole e 1 mulino, con annesso frantoio e follo, proprietà totalmente esenti da servitù ai Malaspina. Questa nuova realtà il 10 febbraio 1569, dopo secoli d'inascoltate richieste, realizza un vecchio desiderio: nell'antica cappella castrense di Sant'Isidoro Agricola, in una pubblica assemblea l'abate Mitrato, priore di Sant'Andrea di Carrara, concede finalmente un Rettore permanente alla parrocchia della B.V.M. e San Giovanni Battista di Moneta, che viene dotata di una casa, terreni e rendite di grano dalla Vicinanza.
Nel gennaio 1602, in una lettera, Alberico I Cybo-Malaspina scrive: «…Moneta, Castello e Fortezza di stima; son murate la Rocca e la Terra ad uso antiquo; ma tutto ciò resta assai forte, … solo de 100 fochi circa, e più Fonthia et Santa Luzia, casali de 60 fochi…». I 100 fuochi di Moneta corrispondono agli oltre 350 abitanti del borgo murato, escluse le truppe del Castello che, l'1 dello stesso anno, è difeso dalla "Compagnia di Moneta et Fonthia", guidata da 1 Tenente Comandante e 1 Sergente Maggiore, con "…2 sagri o falconi, 6 moschettoni, 4 archibugioni in posta, 10 bariloni de polvere, 40 libre de micia in 70 gavetoni et piombo in pani…", come riportano i "Capitoli delle Milizie di Massa e Carrara" dell'ottobre 1602.
L'antica
funzione militare di Moneta vive il suo "canto del cigno" il 12 aprile
1605, quando, ultimo scontro della secolare contesa di confini tra le
genti delle due vallate limitrofe, ben 100 uomini della vicina Ortonovo
di Liguria, armati di archibugi razziano le carbonaie dei boschi di
Fontia e Moneta e si scontrano con la guarnigione della Rocca di Moneta
(lettera di protesta di Alberico I Cybo-Malaspina alla Repubblica di
Genova, del 1605, A.S.G.).
Del 1620 poi è la più antica raffigurazione rimasta del Castello e borgo murato di Moneta, nel
"Corpus di vedute dei possedimenti di Alberico I Cybo-Malaspina",
opera del carrarese Domenico di Justus Utens il Fiammingo, pittore di
corte, mentre negli anni 1651-1659 si effettua l'ultima grande opera
edilizia a Moneta: viene totalmente ricostruita, con stupendi arredi
marmorei, in parte nuovi e alcuni antichi recuperati nei precedenti
edifici religiosi castrensi, la Chiesa parrocchiale "Arcipretura della B.V.M. e San Giovanni Battista di Moneta".
Con il XVIII secolo inizia l'inarrestabile decadenza del Castello, che ha perso ogni funzione militare, e del borgo murato di Moneta, abbandonato, a partire dagli stessi marchesi Pisani di Moneta, dalle vecchie e più importanti famiglie che si trasferiscono al piano, nei nuovi borghi di Fossola (già semplice masseria del castello), Raglia e Ponte Cimatico, e a Carrara, anche se nel 1702, per contrastare questa decadenza, il Duca Carlo Cybo-Malaspina nomina "Tenente de la Compagnia di Moneta et Fonthia" il conte Carlo Del Medico, della famiglia allora più importante di Carrara, vero "re delle cave" e anche grande proprietario terriero a Fossola.
Nell'ottobre 1738 c'è poi il primo intervento ufficiale della duchessa Maria Teresa Cybo-Malaspina-Este contro l'abbandono e le prime asportazioni di materiali dal Castello e dal borgo murato di Moneta, ribadito il 9 aprile 1749 con un severo bando per la conservazione di Moneta: «…che il Castello ossia Terra di Moneta, olim delle più colte e popolate infra Villas Nostras, vada oggimai … desolata per i frequenti dirochamenti …è Mente Nostra risolutissima che sieno conservate le esistenti e riedificate le cadenti o demolite opere … rinnoviamo le proibizioni tutte di demolizione di qualunque sia edifizio o muraglia in quel Castello … et asportazione di materiali … con pena di scudi 100 … et le case abbandonate seano devolute alla Vicinanza di Moneta …».
Proprio per diretto volere di Maria Teresa, che ancora cerca di salvare Moneta, viene solennemente consacrata, nel 1725, nella chiesa parrocchiale l'ultima opera, un pregevole altar maggiore di marmo, con una reliquia di San Giovanni Battista, mentre nel 1766 la duchessa nomina ancora un conte Del Medico a "Tenente della milizia del Castello di Moneta" a cui aveva concesso privilegi speciali.
Anno dopo anno prosegue questa drammatica agonia del millenario complesso fortificato d'altura di Moneta: la morte del borgo fortificato inizia purtroppo il 23 marzo 1783, quando s'inizia ad edificare a Fossola la nuova, grande Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, che assorbe titolo, arredi e proprietà della vecchia Arcipretura di Moneta, la cui chiesa viene spogliata di tutto, comprese alcune delle tombe antiche più importanti.
Il
"colpo mortale" al Castello, ormai già completamente
abbandonato, risale invece agli anni 1796-1804, quando la nuova
amministrazione civica di Carrara, di nomina napoleonica, vende
l'intero complesso a molti proprietari privati, che proseguono le
demolizioni.
Si arriva così al 1832, anno della morte ufficiale di Moneta: il
censimento di quell'anno cancella il vetusto borgo fortificato di
Moneta come frazione autonoma; nasce ufficialmente il borgo di Fossola,
con propria chiesa e cimitero: Moneta è ormai solo una frazione
con alcune decine di abitanti nel vecchio borgo murato, iniziano a
crollare alcune zone del Castello abbandonato mentre altre parti sono
pesantemente modificate e usate come annessi agricoli.
Dal 1861 al 1920, dai censimenti del Regno d'Italia, a cui non
interessa per nulla il vecchio sito, risultano abitanti stabilmente a
Moneta ormai solo due - tre famiglie. Il castello e le fortificazioni
del borgo murato cadono a pezzi. Alcune volte dei "tombaroli"
distruggono anche le antiche pietre tombali del pavimento della chiesa
castrense alla ricerca di "tesori"! Nel 1920 poi il terribile terremoto
di quell'anno provoca anche nel castello di Moneta gravi lesioni e
ulteriori crolli, che ovviamente nessuno più ripara.
Una prima, forte ma purtroppo sterile iniziativa pubblico-privata per
il recupero e la salvaguardia dell'antichissimo centro fortificato
d'altura viene organizzata nel giugno 1927, quando su proposta di Pier
Francesco Cucchiari, erede di un'altra antica e importante famiglia
locale, il "Fascio di Fossola" attiva una "Iniziativa pro Moneta" per
il restauro e la valorizzazione dell'antico Castello. I grandi
progetti di restauro sono sponsorizzati dai proprietari di una parte
del castello, la famiglia Fabbricotti, i principali "baronetti del
marmo" carrarese, che già, dopo la bonifica della piana di Luni,
avevano creato il "Museo privato lunense Fabbricotti " di Carrara e
avevano restaurato anche l'antico Castello dei Fieschi a Bocca di Magra.
La stupenda iniziativa di recupero di Moneta viene cancellata per gli effetti devastanti della disastrosa crisi economica mondiale del 1929 che distrugge l'economia marmifera apuana e azzera le risorse finanziarie dei Fabbricotti!
Un'ultima
ripresa dell'antichissima funzione militare di Moneta, per la stessa
necessità difensiva di sempre e ancora, dopo 2000 anni, con lo
stesso sito da fortificare!, avviene nel 1944, quando le truppe
tedesche della "Linea Gotica" costruiscono due postazioni di bunker sul
colle di Moneta, poco sotto il vecchio castello, ancora una volta per
"la difesa della vallata di Carrara e della strada collinare per la
Liguria". Moneta purtroppo "paga" anche questo, quando nella battaglia
di sfondamento della "Linea Gotica", 8-16 aprile 1945, le truppe
statunitensi cannoneggiano e bombardano con aerei anche il colle di
Moneta: il castello e il borgo fortificato, già in rovina e
abbandonati, subiscono ulteriori danni!
I primi segni di interesse per il vecchio sito fortificato di Moneta si
sviluppano finalmente tra il 1963 e il 1966, nell'ambito
dell'iniziativa di censimento dei "Castelli della Lunigiana" il Comune
di Carrara e l'Istituto Italiano dei Castelli compiono una serie di
sopralluoghi del sito, elaborando poi una relazione sul suo stato di
grave degrado, sulla mancanza di una rotabile d'accesso e sulle forti
resistenze degli innumerevoli proprietari ad eventuale cessione alla
municipalità.
Con gli anni '70, parte la prima, timida campagna di stampa per un intervento di consolidamento e di restauro del vecchio complesso fortificato, dove vive ormai un solo abitante! Il Corpo Forestale dello Stato e l'Assessorato all'urbanistica di Carrara trasformano in rotabili le due principali, millenarie mulattiere pavimentate a sasso, che portano al castello (quella per Fossola viene addirittura completamente asfaltata!).
Nel 1984, anche il Castello di Moneta viene inserito nel "Primo Progetto Castelli di Lunigiana", fortemente sostenuto dall' on. Valdo Spini, ma gli interventi non decollano!
Un nuovo, fecondo interesse per Moneta si ha nel 1988-1989, quando la Circoscrizione n. 3 e il Comune di Carrara, su iniziativa del compianto prof. Mino Bruschi, emerito docente di scultura dell'Istituto Artigianale del Marmo "P. Tacca", organizza due "campi estivi internazionali di recupero archeologico", con buona partecipazione di studenti stranieri, per la ripulitura e primi interventi su aree del castello già private, ora acquisite dal Comune di Carrara. Purtroppo l'iniziativa non prosegue, anzi aumentano i furti delle antiche "maestà" marmoree e di altri elementi architettonici riportati alla luce!
Nei primi anni '90, finalmente, il Comune di Carrara, ancora privo di un progetto di intervento, almeno acquisisce la proprietà dell'intera area della rocca del castello di Moneta, mentre nuovi proprietari attuano un proprio, purtroppo incontrollato recupero abitativo di vecchie case del borgo murato (grondaie e tegole moderne, infissi in anodizzato, intonaci e colori alla Walt Disney!) che porta addirittura alla sparizione di uno degli ultimi, superstiti portali in macigno e marmo bianco del vecchio borgo murato!
Il 25 - 26 settembre 1999 anche il castello di Moneta, con il borgo murato, è inserito nelle "Giornate Europee del Patrimonio: Castelli e Fortificazioni", gestita dalla Regione Toscana, e nel febbraio 2000 il Comune di Carrara propone di stanziare 500 milioni di lire per interventi di consolidamento per Moneta, annunciando progetti complessivi di restauro e fruizione pubblica del Castello e del borgo murato di Moneta, in collaborazione con Italia Nostra - sez. Apuo Lunense, ArcheoClub Carrara e Istituto dei Castelli della Lunigiana, anche per poter accedere ad ulteriori forti finanziamenti CEE. Purtroppo, nonostante iniziative di sensibilizzazione della circoscrizione e della sede Apuolunense di Italia Nostra, a tutt'oggi, settembre 2003, nessun importante intervento è purtroppo ancora iniziato!
©2003 Renato Vita