FINESTRA
SUL PASSATO: Terra
di Bari. Bitonto e il suo territorio
a cura di Pasquale
Fallacara
Il menhir Agiera e, sotto, la costruzione rurale
Perché non
segnalare la “scoperta” di un presunto (nuovo) menhir situato
nell’agro bitontino? Esso sorge su
via Torre d’Agiera, a ridosso di un muretto a secco all’inizio di un
viottolo sterrato che porta ad un’antica costruzione rurale utilizzata
come rifugio in caso di intemperie o di temporaneo pernotto legato ad
attività agricole (raccolta delle olive, mandorle, ecc). È costituito
da un unico ambiente a pianta quadrangolare, alto circa 5 metri e dotato
di un’ampia finestra e due ingressi, di cui uno ad arco romanico.
Questo tozzo monolite parallelepipedo, assimilabile ad un menhir di
piccole dimensioni, misura in altezza 1,35m ed alla base 35x24cm e
presenta sulla superficie un vetusto strato di licheni. Paragonabile in
altezza al menhir “di Palombaio” (m 1,30) e a quello “di
Mercadante” (m 1,50), esso non viene menzionato in alcuna
pubblicazione riguardante i monumenti megalitici del territorio
pugliese. Anticamente si
trovava con ogni probabilità altrove, in posizione verticale.
Successivamente reimpiegato per delimitare l’ingresso del viottolo,
l’Agiera può aver subito modifiche strutturali o fratture tali da
diminuirne l’altezza. Oggi purtroppo risulta riverso sul terreno in
posizione obliqua. Su questi antichi monumenti situati nel nostro
territorio specialmente ai confini si è molto discusso. Essi
appartengono alla categoria di monumenti denominati “Megaliti” (nome
formato da due parole greche: megas = grande e lithos = pietra), formati
da grandi blocchi litici
sommariamente squadrati e sfregiati dal tempo, e a tutt’oggi
continuano ad apparirci misteriosi. Per quanto si risalga nel tempo, gli
uomini si sono sempre posti molti interrogativi circa l’origine ed il
loro significato. Nel Medioevo si pensò all’opera del diavolo o di stregoni, o ancora
di giganti vissuti sulla terra prima del diluvio. Successivamente, in
tempi del cosiddetto razionalismo furono molteplici le interpretazioni
ad essi attribuite: ceppi per delimitare i confini della centuriatio romana, luoghi d’incontro tra popolazioni di villaggi
diversi, luoghi sacri, monumenti alla fertilità, ecc. A Bitonto sono presenti ben 8 menhir, tra cui ricordiamo “il
Monaco”, situato ai confini con Modugno, scampato di recente ad un
assurdo trasferimento, ed il primo
menhir dell’allineamento Bitonto-Sovereto, attualmente
coinvolto
dall'allargamento della sede
stradale. Se l’ipotesi qui avanzata fosse in qualche modo avvalorata, allora lo si potrebbe chiamare il monolite “Menhir Agiera”, nome dell’antica torre trecentesca situata sull’omonima strada: un’antica via di comunicazione con la vicina Giovinazzo.
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8 Pasquale Fallacara