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MEDIOEVO E MEDICINA |
a cura di Raimondo G. Russo |
Premessa - 1. Alcuni cenni storici - 2. La medicina barbarica - 3. La CHIESA E LA MAgia - 4. La medicina e la chirurgia - 5. LE EPIDEMIE - 6. APPROFONDIMENTI E CURIOSITà |
3.3.1 L'alchimia
Un capitolo ed una storia a sé sono occupati dall’Alchimia,
Ne deriverà la “chimica”
In seguito alla conquista dell'Egitto da parte dei Musulmani
L'alchimista più noto di questi anni è Khalid ibn Yasid,
principe della stirpe degli Omniadi e considerato il fondatore
Egli riteneva che la materia solida contenesse un principio
metallico (il mercurio) ed un principio infiammabile (lo zolfo) e che dalla
particolare manipolazione di questa due sostanze fosse possibile formarsi l'oro.
Si cercava di individuare la sostanza di costituzione solida
(pietra filosofale) o liquida (elisir di lunga vita),
Si immaginò che una sostanza capace di far accadere una tale
trasmutazione potesse essere isolata sotto forma di polvere. Gli arabi
chiamarono questa sostanza "al
iksir" (la sostanza asciutta) che divenne poi "elisir".
Le antiche opere di alchimia islamica vengono tradotte a partire dal XII secolo e sono una vera novità: a Toledo l'arcidiacono Domenico Gundisalvi indica l’alchimia come una delle otto parti della “scienza naturale”.
La notizia della preparazione dell’"oro spagnolo",
indicava l’esistenza di |
Scrisse almeno due opere di argomento alchemico: un
Magistero dell'arte dell'alchimia e un Magistero
minore. Pare che conducesse esperimenti di alchimia, talvolta con la
collaborazione di ebrei e musulmani, descrivendo allumi, sali, spiriti,
vetrioli e numerose ricette per la trasmutazione dei metalli, usando una gran
varietà di sostanze, come erbe e minerali provenienti dalla Calabria,
dall'India, da Alessandria, oltre a ingredienti insoliti, come polvere di
talpa, sangue di gufo, oppio.
La comprensione del significato dell'alchimia si sviluppò |
Il tedesco Albert von Bollstaedt, noto come Alberto Magno si servì dell’alchimia per la stesura del suo trattato De Mineralibus: tuttavia continuò a considerare l'alchimia solo come produzione dell'oro.
Proclamato santo da papa Pio XI e acclamato ufficialmente dottore
della Chiesa nel 1931, Alberto fu
gran conoscitore di Aristotele; aveva un particolare gusto per la ricerca del
fatto puntuale, e si occupò anche di geologia, botanica e zoologia.
Studiò a Padova dove, nel 1223 (o forse nel 1229), prese contatti
con l’ordine dei Domenicani, da cui fu attratto e cui si unì. Insegnò a
Padova, Bologna ed in altri conventi in Germania.
Più di ogni altro alchimista della sua epoca, Alberto Magno fu
considerato guida e modello da
intere generazioni di successori, e a buon diritto è forse la figura più
importante della cultura latina e delle scienze naturali del XIII secolo.
Si interessò di parassitologia (De animalibus) ed anche di ostetricia (De natura rerum) scusandosi di ciò,
Nella prefazione ad uno dei suoi testi alchemici, egli, domenicano,
elencò gli errori nei quali cadevano più frequentemente gli alchimisti ed
accennò alle regole a cui dovevano attenersi; la prima di esse, la più
Una forma nuova e perfetta (per esempio quella dell'oro) esponeva
la materia all'opportuno influsso celeste e
Simbolismi alchemici |
La facoltà medica affiancò presto quella teologica e quella
giuridica.
In questo contesto di rinnovamento culturale l'alchimia fu oggetto
d'attenzione da parte degli scolastici, anche se non venne mai insegnata nelle
università medievali e anzi suscitò ben presto sospetti e ripetute condanne
ecclesiastiche.
L'affinità della ricerca alchemica con quella medica, riconosciuta
da Alberto Magno come analogia di procedure operative, venne spinta molto
oltre da Ruggero
Bacone, filosofo inglese. Questi venne a lungo considerato un vero scienziato, in
quanto dava più valore alla ricerca personale che a quanto trovava scritto da
altri.
La maggior parte dei suoi studi riguardarono l’ottica, ma è conosciuto soprattutto per i suoi studi di alchimia.
Simbolismi alchemici |
Tutto l’interesse di Bacone mutò quando scoprì il libro islamico The Secrets of Secret: tale lavoro ispirò a Bacone lo studio di Medicina, Astrologia e Alchimia e fu il primo seme per la visione di una scienza universale.
Egli apprese dal libro che la medicina è molto utile perché fornisce un regime per la salute e, combinata con l’alchimia, insegna come prolungare la vita umana.
Bacone sosteneva che, con la conoscenza dei principali esperimenti alchemici, «Truly, whoever knows how to do these things would have the perfect medicine, which the philosophers call the Elixir, which immerses itself in the liquefaction as it is consumed by the fire and does not flee»… [«Veramente chiunque avrebbe avuto la medicina perfetta, che i filosofi chiamano Elisir, che si immerge nella liquefazione ed è consumata dal fuoco e non evapora»].
La medicina alchemica non solo procurava l’oro (non quello comune, aurum vulgi, ma quello prodotto artificialmente, il corpo più perfetto dal punto di vista dell'equilibrio degli elementi), ma anche ciò che è infinitamente più importante; il prolungamento della vita, che è strettamente legata alla moralità: Bacone infatti identificò il corpo perfetto prodotto nell'alchimia con il "perfetto temperamento", ovvero l'equilibrio delle quattro qualità elementari (caldo, freddo, umidità e siccità) nel corpo sano.
Disegni di apparati alchemici |
Egli scriveva anche: «La sostanza temperata al quarto grado è l'oro … la più affine di tutte alla natura [umana]. E se si potesse ottenere con operazioni efficaci il migliore che esiste, o almeno assai migliore di quanto natura e arte alchemica possano fare … allora opererebbe meraviglie nel corpo umano».
L’elixir, inoltre, poteva essere definito in termini astratti come «il perfetto temperamento ottenuto con il lavoro manuale»; e, più concretamente, come medicina dei corpi sia metallici che umani: «La pietra eccelsa di tutti i filosofi … che trasforma ogni corpo imperfetto in un agente che produce all'infinito vero oro e vero argento … e ha virtù ed efficacia superiore a quella di tutte la altre medicine, perché può risanare realmente tutte le malattie del corpo umano, di natura sia fredda che calda».
©2004 Raimondo G. Russo