Sei in: Mondi medievali ® Medioevo e Medicina ® Per una storia della medicina antica e medievale ® La medicina nell'alto Medioevo ® 5. Le epidemie


     MEDIOEVO E MEDICINA    

a cura di Raimondo G. Russo


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    Premessa  -  1. Alcuni cenni storici  -  2. La medicina barbarica  -  3. La CHIESA E LA MAgia  -  4. La medicina e la chirurgia  -  5. EPIDEMIE  -  6. APPROFONDIMENTI E CURIOSITà


 

5.3.4 La morte nel Medioevo

   

     

Nel Medioevo la durata media della vita era di 45 anni circa, la morte era una presenza assai concreta.
Le carestie e le guerre erano frequenti e provocavano in poco tempo migliaia di vittime mentre, le malattie si diffondevano rapidamente sia per la scarsa igiene sia per il sovraffollamento nei centri urbani; proprio per quest’ultimo le epidemie sterminavano interi paesini.

 

La morte per se stessa non stupisce: viene così spesso da essere familiare. Il vero problema era di sapere quali possibilità c'erano di accedere alla vita eterna dopo aver abbandonato la vita terrestre.

La Chiesa assicurava che i virtuosi sarebbero andati in paradiso, che le probabilità erano uguali per tutti e che erano più favorevoli per coloro che avevano sofferto e lottato.

Il diavolo in un manoscritto medievale

   

Il diavolo è un personaggio onnipresente, ben noto e temuto: questo principe delle tenebre si serve di tutti i trucchi possibili per fare il male. Lo si rappresenta certo orribile, alato, munito di artigli, puzzolente, col suo corteo di demoni; ma si sa che è l'astuzia stessa, la tentazione che può assumere gli aspetti più diversi, servi di argomenti speciosi, stillare il suo odio sotto parole irreprensibili, conquistare la fiducia dell'innocente e far vacillare i santi.

Il suo fine unico ed evidente è di popolare l’inferno, per l'eterno tormento dei peccatori. La vita del cristiano esposta senza posa a un simile nemico, è dunque difficile: egli ha proprio bisogno di aiuto degli angeli, di ripetuti miracoli che lo salvino dal dramma e gli restituiscano la fiducia. 

Ma d'altra parte il diavolo conferisce una temibile efficacia alle pratiche magiche, alla stregoneria: spesso i cristiani si fanno ingannare da maghi, da falsi profeti che compiono pretesi miracoli e tutto ciò che esce dall'ordinario, che stupisce, che non è capito, è considerato soprannaturale.

   

Alcuni appunti chiarificatori…

Così un medico di Padova, dove il morbo era stato portato da Venezia, pose in apertura del suo Regime contro la peste questa preghiera:

  

«O tu vera guida, tu che determini ogni cosa di questo mondo! Possa, tu che vivi in eterno, risparmiare gli abitanti di Padova e come loro padre fa' sì che nessuna epidemia abbia a colpirli. Raggiungano esse piuttosto Venezia e le terre dei saraceni...».

Malato di peste

  

Le gondole di Venezia sono nere perché venne fatto un voto solenne. Prima dello scoppiare della peste erano coloratissime e si promise di dipingerle di nero qualora l'epidemia fosse cessata. Tra l'altro, la peste ridusse Venezia a solo poche migliaia d'individui.

    

Gli stessi religiosi, che avrebbero dovuto portare gli estremi conforti a chi stava per morire a causa del morbo, nella maggior parte dei casi, per la paura di infettarsi, non svolgevano il proprio compito e ciò contribuiva ad aggravare la situazione poiché uno dei timori più grandi era proprio quello di morire senza essere riusciti a confessarsi e a ricevere l'estrema unzione.

Racconta Giovanni da Parma (1348-1377) (canonico della cattedrale San Vigilio di Trento), che la città fu raggiunta dalla peste il 2 giugno 1348: “di sei persone ne morivano certamente cinque ” ed in città «i cristiani si evitavano a vicenda come la lepre rifugge il leone o l’uomo sano il lebbroso».

Secondo il canonico «la peste era irresistibilmente attratta dalla bellezza di giovani ragazze [...] più giovani erano più in fretta morivano [...] si trattava di donne molto belle, cosa che a Trento non era affatto una eccezione!!»; ed inoltre: «molti si confessavano quando erano ancora in salute. Giorno e notte rimanevano esposti sugli altari l'ostia consacrata e l'olio degli infermi. Nessun sacerdote voleva portare il sacramento ad eccezione di quelli che miravano ad una qualche ricompensa. E quasi tutti i frati mendicanti e i sacerdoti di Trento sono morti...».

I particolari dettagli della sintomatologia erano stati raccolti e sorprendentemente, nessuno si era dato da fare per riunire tutte le informazioni e di analizzare logicamente gli avvenimenti. 

Nessuna cura venne individuata per la peste medievale, sebbene occasionalmente i medici più alla ricerca di gloria avessero l’occasione di visitare gli ospedali o vari ammalati altrove e di parlare con altri medici, anche se al semplice scopo di ottenere altra fama nel mondo medico.

Degenti

 

Gli untori

Era una credenza comune e diffusa che l’epidemia avesse un’origine dolosa: in molte città degli innocenti vennero accusati di essere i diretti responsabili dell’epidemia e furono denominati "untori", perché si credeva che ungessero le porte e i muri delle case per diffondere la malattia.

Era considerato untore chi camminava circospetto, perché si credeva aspettasse il momento giusto per colpire; se procedeva rasente le case ungeva perfino con i gomiti.

Se giravano lo sguardo intorno era per sincerarsi di non essere visti e se si accostavano a qualcuno era per far avvicinare la vittima prescelta e per colpirla da vicino, a tradimento.

 

Nel Medioevo...

L'ammontare delle perdite provocate dal morbo fu sensibilmente diverso a seconda delle regioni e anche delle città. A seconda dei luoghi uccise da un quarto ai nove decimi della popolazione. In Inghilterra l'epidemia uccise circa un quarto della popolazione, in Francia fra uno e due terzi, in Italia tra un quarto e la metà. Particolarmente gravi furono gli effetti del morbo nelle città dell'Italia centrale e meridionale, mentre al Nord i danni furono meno pesanti e Milano fu miracolosamente risparmiata.

L'Italia padana, con il suo triangolo costituito da Genova, Milano e Venezia, superò la crisi con perdite contenute e soprattutto rapidamente, visto che già nei primi decenni del Quattrocento la popolazione urbana cominciò decisamente a risalire. In Toscana, la ripresa della popolazione cominciò solo dopo la metà del Quattrocento, e i centri urbani recuperarono solo una parte della popolazione che avevano all'inizio del XIV secolo: nei casi migliori superarono di poco la metà della consistenza che avevano prima della peste; nei casi peggiori uscirono così ridimensionati da non essere più considerati città: così accadde per San Gimignano, Volterra, Massa Marittima.

   

Nei tempi recenti...

Fu durante la peste di Hong Kong nel 1894 che Alexander Yersin e Shibasaburo Kitasato ne descrissero indipendentemente l'agente causale. Dal 1947 ad oggi vi sono stati 390 casi peste negli Stati Uniti di cui 60 mortali. Gli ultimi due casi mortali, nel 1996, furono dovuti alla contaminazione da parte di cani della prateria. Nel periodo 1965-1971 (coincidente con la guerra) in Vietnam sono stati riferiti 25.000 casi di peste.

L'organizzazione mondiale della sanità (WHO) ha ricevuto segnalazione di 18.739 casi nel periodo 1980-1994, dei quali 1853 mortali.

Un episodio epidemico di peste polmonare si è verificato nel settembre 1994 nella città indiana di Surat nello stato del Gujarat. I casi registrati ufficialmente furono 2500 con 58 morti.

Notizie ricavate da un documento ufficiale del 1350 redatto da alcuni professori di medicina dell’Università di Parigi.

«La causa remota e prima di questa pestilenza è stata ed è tuttora in qualche costellazione celeste... Una congiunzione astrale è causa reale della mortifera corruzione dell’aria che ci circonda... Molti vapori corrotti, a causa di dette congiunzioni, si sono innalzati dalla terra e dal mare e sotto l’influenza dei venti meridionali caldi e umidi hanno corrotto l’aria. Per conseguenza, questa, così corrotta, penetrando necessariamente nei polmoni, dà luogo alla corruzione e alla putrefazione...».

   

   

©2005 Raimondo G. Russo

         


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