Sei in: Mondi medievali ® Medioevo russo

   MEDIOEVO RUSSO

a cura di Aldo C. Marturano, pag. 45


 

La copertina del volume L'ORO DI NOVGOROD, di Aldo C. Maturano, MJM Ed., Meda (MI) 2008

   

A mo' d'introduzione

Il progresso è un cammino ideale delle attività umane che di solito si riconosce come un positivo miglioramento della vita presente rispetto al passato nella storia delle società, seppure in modi e aspetti diversi a seconda della cultura che lo adotta. è pure un processo storico, parallelo a quello della cultura stessa giacché non esiste società senza progresso. Con queste poche parole non vogliamo nemmeno tentare di darne una definizione perché non è il nostro campo di ricerca, ma vogliamo al contrario rilevare che, giacché il progresso è percepibile "a fior di pelle", come si dice, quando si confronta il presente con il passato (pure personale), è bene capirne di più su come esso si origini facendo qualche riflessione nell'ambito più ampio possibile.

è ovvio che perché ci sia un progresso occorre che ci sia pur qualcuno che abbia il tempo e i mezzi materiali e, ben inteso, intellettuali per provocarlo. Questa persona in grado di riflettere sugli eventi, sugli oggetti e sugli uomini poi deciderà di sua spontanea volontà se intervenire, sperimentando su quanto ha visto. è vero che quell'intervento può avere esiti ambigui: positivi o negativi o, addirittura, finire in un vicolo cieco! Tuttavia essendo un cambiamento, una mutazione, non è importante che sia giudicato da chi lo "subisce" buono o cattivo, utile o dannoso. Il giudizio sui suoi effetti resta puramente soggettivo e soprattutto storico! è valido oggi e sarà sbagliato o superato domani, mentre quel che conta è che il cambiamento abbia avuto comunque luogo. Ciò premesso, chi può essere l'individuo o il gruppo (non importa quanto numeroso) che è in grado di agire sulla natura e sollecitare un progresso? E costoro da dove vengono fuori o da chi sono scelti e con quali criteri?

La storia umana in realtà è lo spettacolo degli intensi e continui sforzi di caste ideologiche al potere di fondare la propria predominanza sulla conoscenza della natura e di quanto riescano a cogliere delle sue leggi, avendo esse capito che questo prezioso sapere dà loro la facoltà di prevedere e di pianificare il futuro e, di conseguenza, organizzare e assoggettare gli uomini. Per questi motivi, alla fin fine la loro attività maggiore diventa proprio lo studio della natura sia dal punto di vista materiale che da quello "spirituale" e dunque il "controllo guidato del progresso".

Il riflettere, il pensare, lo sperimentare sono attività a grande contenuto intellettuale e politico e perciò richiedono tutta una concorrenza di circostanze per creare un tempo di non occupazione né di preoccupazione dedicato all'investigazione. Quando il corpo ozia e l'intelligenza non ha altre angustie, l'uomo può riflettere e… sognare! In altre parole per occuparsi intensivamente di uno studio, senza altre fastidiose distrazioni come le troppe difficoltà da affrontare per procurarsi da vivere, occorre il magico tempo libero. Da qui nasce la scienza e da ogni scienza il progresso. I greci antichi lo chiamavano giustamente σχολή, ossia ozio in modo positivo, da cui la parola scuola… dove si va per spendere il tempo libero in modo utile.

A questo punto però s'insinua la scelta politica e religiosa delle caste al potere per la distribuzione del tempo libero giacché, secondo loro che ne hanno già tanto a disposizione, è molto pericoloso, se tutti indistintamente ne godessero senza limiti. Nella storia europea più recente san Benedetto da Norcia è stato uno dei massimi teorizzatori di questo modo di vedere, condensato nel motto Ora et labora! L'ozio diventa addirittura un peccato capitale e si diffonde l'adagio che sia il padre dei vizi.

Non solo! La Chiesa Cristiana (cattolica specialmente), dopo aver istituzionalizzato il tempo con la riforma gregoriana, ha affrontato il connesso problema del "ficcare il naso nelle opere divine" prescrivendo quanto a lungo e in quali momenti della vita quotidiana si può avere del tempo "per contemplare il creato"! Nel Medioevo "cristiano" si costruiscono ideologicamente tutta una serie di timori e di condanne per colui che casualmente non impieghi il suo tempo di vita come "Dio vuole" ossia pregando e facendo l'elemosina!

E l'investigare? E il cercare di sapere di più sulle cose e sugli uomini? E l'antica sapienza dei classici greci e latini? Per il Cristianesimo tutto ciò appartiene all'opera del Diavolo, entità pagana e infedele del passato da aborrire! Già la cacciata dall'Eden è l'esempio della volontà divina di proclamare che il sapere appartiene solo a "Dio", fonte d'ogni scienza. L'entità suprema, avendo creato l'universo e sapendo bene come funziona, non permette a chiunque di carpirne i segreti. A che servirebbe? Nessuno deve diventare uguale a Dio e tutto funziona a dovere senza interventi umani. è il trionfo della Santa Sofia ossia della Santa Divina Sapienza a cui logicamente fu dedicata la più grande chiesa della Cristianità medievale nella sfolgorante capitale dell'Impero Universale, a Costantinopoli…

Ma l'uomo è un insofferente curioso. Si sa che ognuno vorrebbe avere una vita sempre migliore, ma, ci dice la Chiesa Cristiana, siccome è Dio a concedere la felicità o il dolore a suo piacere secondo propri piani imperscrutabili, occorre accettare la natura così com'è e non indagarla o, peggio!, osare cambiarla o deviarla con sacrileghi esperimenti! Certo! Se Dio vuole, può rivelare qualche segreto, ma soltanto agli "autorizzati da lui in persona"! E così, quasi a baluardo eretto contro questi curiosi, nel 910 nasce il grande complesso abbaziale di Cluny. E' il pensatoio ufficiale "dell'Europa cristiana" e d'ora in poi il convento, il monastero, lo scriptorium saranno gli unici luoghi dove pensare e studiare poiché giusto all'ecclesiastico Dio mette a disposizione il tempo libero per indulgere e curiosare nella natura delle cose! Non solo! La Chiesa, unica rappresentante sulla Terra di questo dio geloso, fisserà persino i "limiti divini" dentro i quali la curiosità dell'uomo si deve muovere e li definirà "principi etici ed universali" scaturiti da una millantata eredità ricevuta da Cristo. Una situazione questa che quasi impedirà, secoli dopo, la scoperta dell'America…

Se passiamo ora ad una carta d'Europa ricostruita per il X-XI secolo d.C. ci accorgiamo presto che il territorio nel quale opera l'ideologia cristiana, circostanza spesso nascosta e alienata dagli studi "medievistici normali", è molto più piccolo di quelli in cui agiscono… il Paganesimo e l'Islam! Accortici di ciò, è logico chiedersi: Qual è l'atteggiamento di queste altre grandi ideologie che mantengono altre caste privilegiate al potere, diverse da quelle cristiane, nei confronti del progresso? Queste fedi nazionali hanno avuto qualche riflesso su quella cristiana che a poco a poco le ha sopraffatte, visto che sono in pratica scomparse nel Continente?

Le ricerche economiche condotte sul Medioevo hanno individuato per il periodo fra il Mille e il XIV secolo un fatto curioso in più riguardo a questi problemi: L'epicentro dello sviluppo dell'Occidente si sposta dal Sud mediterraneo alle pianure del Grande Nord! Nasce qui una nuova supremazia intellettuale, materiale e persino religiosa che ha tormentato lo storico belga Pirenne. Questi trovò una risposta a ciò nell'enorme sviluppo del commercio lungo l'asse nord-sud dell'Europa. Incuriositi anche noi da questo aspetto particolare della storia medievale e poiché la più numerosa ed estesa comunità del X-XIV secolo d.C. era la multietnica "nazione" degli Slavi Orientali o Rus' di Kiev, ci è sorto subito il dubbio che il ruolo di questa regione sul resto d'Europa non è stato mai chiarito esaurientemente. Ed infatti che sappiamo sul Paganesimo di queste genti e sulle potenzialità che esso sviluppava o limitava? Pochissimo. E come mai le classi elitarie avevano bisogno dei traffici col nord per il proprio sviluppo? E qui salta subito agli occhi che le Terre Russe erano la più grande "miniera degli articoli di lusso" (compresi gli schiavi slavi) tanto richiesti dalle corti post-carolinge e da quelle musulmane.

Inoltre, appena notiamo che al centro delle Terre Russe più settentrionali (e più pagane!) si trovava la città di Monsignor Grande Novgorod (così suonava la denominazione ufficiale), restiamo sorpresi se veniamo a sapere che a dominare e a sfruttare quell'immenso territorio-miniera era un regime repubblicano (in russo Volja) in pieno Medioevo! Questa Novgorod, gelosa dei suoi costumi e della sua cultura, ma prima d'ogni altra cosa tronfia delle sue enormi potenzialità economiche, rimase un'anomalia e un mistero e rappresentò un elemento di sfida e di disturbo politico per tutte le monarchie che si consolidavano intorno alla Chiesa di Cristo. Alla fine non poté che provocare contro se stessa l'ultima crociata della Chiesa di Roma: quella condotta dai Cavalieri Teutonici! E questo non è forse una prova in più dell'importanza delle relazioni novgorodesi con l'Europa?

              

                    

Dall'Introduzione del volume di Aldo C. Maturano L'ORO DI NOVGOROD, MJM Ed., Meda (MI) 2008.

    

©2008 Aldo C. Marturano.

   


indietro

Torna su

Medioevo russo: indice home avanti