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       LA MEMORIA DIMENTICATA

a cura di Teresa Maria Rauzino



 

La copertina del volume.

      

Che Ascoli Satriano annoverasse tra i suoi cittadini una folta schiera di uomini illuminati era cosa nota. Già nel Medioevo, infatti, il medico Saladino Ferro distinguendosi per le sue qualità professionali ha reso onore alla propria città d’origine.

Più tardi, si sono avvicendate altrettante figure importanti, appartenenti al mondo della cultura, o per professione o per scelta, che hanno contribuito ad onorare con il loro impegno, questa ridente cittadina pugliese.

Tra questi, solo per citarne alcuni, spiccano i nomi di Vincenzo Angiulli, matematico illuminato, Romolo Caggese, storico di chiara fama e Pasquale Rosario.

Questo personaggio, si distinse particolarmente per aver svolto studi in campi e settori diversi che spaziavano dalla scienza alla matematica, dalla filosofia alle lettere classiche, dall’archeologia alla storia patria, alle tradizioni popolari e quanto di più.

Personaggio emblematico di fine Ottocento, Pasquale Rosario è stato senz’altro una delle figure più conosciute e più amate dai suoi concittadini. Nato da una famiglia borghese ascolana, viene avviato agli studi liceali tra Foggia e Benevento per poi laurearsi a Napoli in zooiatria. Mostra da subito uno spiccato interesse per lo studio dell’archeologia tanto da dedicarsi ad essa finanziando personalmente gli scavi nella sua città.

Si distingue, tra l’altro, per aver studiato la figura di Francesco Stabili, meglio conosciuto come Cecco d’Ascoli (1269-1327), medico, filosofo, professore astrologo, astronomo e poeta; contemporaneo di Dante Alighieri ed amico di Guido Cavalcanti, che viene processato come eretico e condannato al rogo per aver scritto il trattato enciclopedico dal titolo LAcerba. Composto in 4.867 versi in sestine, l’opera è un compendio nel quale sono affrontati argomenti inerenti l’astronomia con relativa analisi dei corpi celesti e loro influenze, oltre allo studio dell’anima, delle pietre, degli animali e di vari tipi di fenomeni naturali e psicologici nonché della fortuna. Spesso Cecco d’Ascoli polemizza sulla Divina Commedia tanto che la sua opera viene definita “l’anti-Commedia”; alla base del suo studio sono contemplate le teorie di Aristotele e Tommaso d’Aquino senza però tralasciare il pensiero dei filosofi arabi. Tutto ciò lo porta ad essere condannato come eretico; per questo l’opera, definita anche «Libro magico», è rimasta incompiuta al V libro a causa della sua morte. Affascinato da tale figura, Pasquale Rosario pubblica nel 1897  un volume dal titolo: Cecco d’Ascoli e la sua Città natale.

Altra opera che rimane tra le pietre miliari della letteratura specialistica del settore è il volume dal titolo Dall’Ofanto al Carapelle, pubblicato in due tomi tra il 1898 ed il 1899; tale opera, come sostiene Antonio Rolla, sindaco di Ascoli Satriano, «rimane la testimonianza più alta della sua ricerca e del contributo offerto alla conoscenza delle nostre radici».

Nel corso della sua vita professionale di operatore culturale ricopre numerosissimi incarichi pubblici ed al tempo stesso scrive su importanti testate giornalistiche locali tra cui: «Il Foglietto» di Lucera, «Il Popolo Nuovo” di Foggia, «Vita Nostra” edito dalla Diocesi di Ascoli.

Proprio grazie a queste collaborazioni Pasquale Rosario intensifica i suoi studi pubblicando articoli inerenti la scienza e l’economia, parlando dei fattori della decadenza pugliese o delle pecore della Puglia nell’antichità o dell’insegnamento dell’economia nelle scuole veterinarie, la Paleografia e Diplomatica, disquisendo su Le carte ascolane nell’abbazia di Montevergine, l’archeologia o la storia delle tradizioni religiose e popolari, o parlando degli ordini religiosi come quello degli Agostiniani o dei Gesuiti. Si occupa, inoltre, di storia disquisendo su un episodio relativo alla politica inglese nella guerra di Spagna, ed in particolare si sofferma sulla spedizione di Ferdinando IV di Borbone. Non sfuggono alla sua attenzione anche personaggi di particolare rilievo per la città di Ascoli, come Vincenzo Angiulli e il vescovo fra’ Benedetto Pasquarelli; in particolare, quest’ultimo personaggio è inquadrato in relazione alle vicende che lo legano alle cattedrali della città di Ascoli; si occupa, inoltre, anche della Diocesi di Ascoli in uno studio storico.

Sulle origini di Orta Nova disquisisce dimostrando, per la prima volta, che Orta sorgeva in località Santa Felicita dove, da sopralluoghi da lui effettuati in diversi momenti, ritrova vestigia risalenti all’età romana e medievale.

Questi ed altri gli argomenti raccolti in uno splendido ed elegante volume curato dal prof. Francesco Capriglione dal titolo Pasquale Rosario, scritti scelti (pp. 237, ill. b/n, Claudio Grenzi Editore, Foggia 2005), pubblicato dal Centro Culturale Polivalente di Ascoli Satiano per commemorare il settantesimo anno della scomparsa di questo illustre cittadino.

«Il presente lavoro […] vuole essere una piccola testimonianza di riconoscenza e gratitudine verso questo “Padre Nobile” della città di Ascoli. […] Il Rosario fu uno scrittore appassionato e prolifico, eppure paradossalmente, […] non conoscevamo i suoi scritti, come pure ignoravamo molti suoi tratti biografici».

Con queste parole il dott. Donato Ruscigno, presidente del Centro Culturale Polivalente, ama ricordare il protagonista del volume nella sua Presentazione.

Lasciando trapelare la propria emozione, il curatore del testo introduce con un esaustivo profilo biografico il personaggio in relazione alla vita quotidiana di veterinario e alla poliedricità di studioso; egli sottolinea in più momenti la competenza dello studioso in relazione alle varie tematiche da questi affrontate. Per questo gli scritti scelti da Capriglione e raccolti in questo volume, rappresentano uno scrigno di preziose informazioni utili per ricerche future.

Pasquale Rosario, come i pochi studiosi suoi contemporanei, rappresenta un fulgido esempio di chi con grande dedizione, nel passato affrontava l’allora pionieristico mondo del volontariato culturale recandosi presso gli archivi quando questi erano inaccessibili e poco ordinati.

Così facendo egli ha proiettato un fascio di luce sulla ricerca storica, facendo strada agli studiosi futuri che, seguendo il suo esempio, hanno potuto affrontare gli studi storici con più facilità.

è questo un volume utile ed indispensabile per le possibilità cognitive che offre al lettore circa l’apprendimento del meccanismo della ricerca storico-documentaria, quella ricerca che coinvolge gli studiosi senza limiti spaziali e temporali e che, alla fine, quando dà i risutati sperati, regala una grandissima ed indescrivibile emozione.

    
      

©2007 Lucia Lopriore

   


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