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GLOSSARIO RAGIONATO DELLE OPERE DI FORTIFICAZIONE

a cura di Ester Lorusso, con la collaborazione di Alfredo Magnatta

 

Figg. 1-2. Il borgo fortificato e la torre castellare di Vertine (Siena).


Significato

Confuso spesso, sin dall’età classica, con castellum, il termine castrum comprende una gamma di significati che, a seconda dei tempi, dei luoghi e dei diversi autori che lo riportano, comprende tanto l’antico fortilizio romano quanto la dimora fortificata di un funzionario che esercita la sua autorità nella zona il cui la struttura sorge e che può essere anche inserito in un rapporto di vassallaggio con altri.

In altri casi designa uno spazio chiuso dotato di una qualche forma di difesa, circondato da mura ed arroccato intorno al complesso (solitamente fortificato) della cattedrale e del relativo palazzo vescovile, ma nello stesso tempo - specialmente nelle fonti letterarie - persino un abitato di una certa consistenza non affatto fortificato.

Nel XIII secolo il termine viene quindi associato da alcune fonti, specificatamente, ad una semplice “casa forte” munita di torre a pianta quadrata, molto frequente in tutte le città italiane, da altre ad una costruzione con funzione di supporto alle residenze regie fortificate ubicate all’interno dei centri abitati.

Nonostante ciò il concetto iniziale di castrum non scompare immediatamente e continua a convivere accanto alle nuove accezioni ancora per lungo tempo, per cui, in relazione alle strutture e agli insediamenti muniti cui viene riferito, indica, nella maggioranza dei casi: una fortificazione realizzata in un luogo inaccessibile, una semplice palizzata con o senza fossato, una qualsiasi opera difensiva in legno, un muro di cinta a protezione di un particolare edificio, una fortezza o un borgo munito.


Origini ed evoluzione storica

Il castrum deve la sua origine e diffusione al mondo romano, che lo introduce ogni qualvolta si dimostra necessaria la presenza di un insediamento munito, più o meno militarizzato, in un nuovo territorio, e conserva questa valenza ancora per molti secoli, indicando strutture quasi esclusivamente difensive ma dalle caratteristiche sempre più diverse dalle originarie.

Il castrum bizantino, ad esempio, consiste frequentemente in un accampamento militare, in un insediamento fortificato o in una città munita, ma non differisce dagli esempi del secolo successivo, quando, nonostante il bisogno diffuso di traduzione ed adattamento di realtà preesistenti e consolidate a lingue e culture nuove e spesso importate, rappresenta una realtà polivalente e mista, identificabile talvolta con un semplice piccolo abitato munito, altre volte con il caso specifico di un vero e proprio fortilizio.

Nel corso della dominazione normanna, invece, l’elenco delle strutture fortificate demaniali corrisponde, tranne poche eccezioni, all’insieme degli antichi castra che la Corona mantiene fino al Duecento e di cui si preoccupa di curare, in tempi molto brevi, il recupero sia materiale che formale e giuridico, in modo da realizzare un’efficace rete di fortificazioni diffusa su tutto il territorio e particolarmente presente nei punti di maggiore interesse strategico.

Questa realtà prosegue senza grandi variazioni nel secolo successivo, in piena dominazione sveva, quando il castrum indica sempre più spesso il castello o la fortezza regia e sempre meno, come in passato, il complesso delle opere difensive di un insediamento, il borgo fortificato o, ancora, il semplice accampamento militare.


Caratteristiche costruttive

Se si trascura l’identificazione del castrum con il villaggio fortificato, difficilmente caratterizzato da elementi materico-costruttivi omogenei, e si analizza l’accezione di edificio munito rispondente ad una voluta e specifica visione d’insieme, si incorre nell’idea generalizzata del tipico castello medievale.

In effetti, dal punto di vista tipologico, bastano un fossato ed un terrapieno (ma talvolta anche solo una cortina muraria) affinché l’area così munita possa essere definita castrum, anche se, rispetto agli esempi più antichi, si assiste alla sempre più diffusa introduzione di torri all’interno dei recinti fortificati.

Nel cortile interno è, inoltre, collocata spesso la fortezza signorile, la rocca, residenza della massima autorità locale o del suo vicario, nonché sede delle milizie e degli organi della sua curia.

Nei casi in cui il castrum designa, invece, un’area non munita - come in alcuni esempi siciliani dell’XI secolo - si assiste alla sua trasformazione in sobborgo del fortilizio e della zona più alta e protetta dell’abitato dai quali viene ben controllato e protetto.


Esempi

Vertine (Siena) (figg. 1-2 e 3-6), Nogara (Verona) (figg. 7-9) e Modica (Ragusa) (figg. 10-13) presentano castra di particolare interesse che, per il discreto stato di conservazione in cui versano, rendono possibile un’agevole comprensione della natura tipologica e della gerarchia di rapporti instaurata dall’organismo edilizio con l’abitato circostante.

In diverse località pugliesi, invece, notevoli per la posizione e la funzione strategica, si osservano resti di castra che, pur senza perdere completamente i tratti originari, hanno subìto, nel corso dei secoli, manomissioni più o meno vistose. è questo il caso, ad esempio, di San Severo, Lesina (fig. 18) e Monte Sant’Angelo (figg. 14-17), fondato nell’XI secolo, nel Foggiano, di Trani (fig. 19) e Polignano nel barese e di Castro ed Oria (fig. 20) nel Salento.


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Figg. 3-6. La porta d'accesso al castrum, il castello e la torre di Vertine (Siena).

   

Figg. 7-9. Un'antica carta e due immagini di Nogara (Verona).

     

Figg. 10-13. Modica (Ragusa): il centro storico; nell'ultima foto l'Orologio del Castello dei Conti.

   

Figg. 14-17. Monte Sant'Angelo (Foggia): a sinistra, in una rappresentazione settecentesca; nelle altre due immagini il borgo medievale (oggi quartiere Junno).

   

Figg. 18-20. I borghi di Lesina (Foggia), Trani (Bari) e Oria (Foggia) agli inizi del 1700. 


Indicazioni bibliografiche

Coccia S. - Fiorani D. - Rizzello M., Castelli del Lazio Meridionale, a cura di Gioacchino Giammaria, Bari 1998.

Fasoli G., Feudo e Castello, in Storia d’Italia, a cura di R. Romano e C. Vivanti, Torino 1982, vol. V, Documenti I.

Licinio R., Castelli medievali Puglia e Basilicata: dai Normanni a Federico II e Carlo I d’Angiò, Bari 1994.

Maurici F., Castelli medievali in Sicilia. Dai bizantini ai normanni, Palermo 1992.

Settia A. A., Castelli e villaggi nell’Italia padana. Popolamento, potere e sicurezza fra il IX e XIII secolo, Napoli 1984.

Settia A. A., Proteggere e dominare. Fortificazioni e popolamento nell’Italia medievale, Roma 1999.

   

   

©2002 Ester Lorusso 

    


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