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GLOSSARIO RAGIONATO DELLE OPERE DI FORTIFICAZIONE

a cura di Ester Lorusso, con la collaborazione di Alfredo Magnatta

Fig. 1. Santa Cesarea Terme (Lecce): Torre Sant'Emiliano.


Significato

Costruzione difensiva sorta lungo le coste del Centro e Sud Italia con l'intento non solo di avvistare il nemico proveniente dal mare in tempo utile per organizzare la difesa, ma di impedirgli persino di toccare terra.


Origini ed evoluzione storica

I primi esempi di torre costiera risalgono all'epoca romana, quando il ruolo centrale e lo sviluppo notevole delle coste italiane, in rapporto all'intera area mediterranea, diventano un problema strategico-militare sempre più rilevante.

In seguito al costante incremento di incursioni nemiche, nel VI secolo d. C., dopo la conquista bizantina del nord-Africa, si assiste ad una graduale e sistematica fortificazione delle aree litoranee centro-meridionali italiane con un sistema organico di torri di vedetta e di avvistamento, spesso edificate in prossimità di antiche torri romane ripristinate e riarmate.

è a tale periodo, pertanto, che risalgono le cosiddette torri "semaforiche", utilizzate quotidianamente - e per un intervallo di tempo che copre l'arco dell'intera giornata - per dare l'allarme in caso di avvistamento del nemico. Tuttavia è solo con la dominazione angioina che questo impianto vive il periodo di massimo sviluppo, in quanto il litorale viene continuamente infestato dagli sbarchi dei Turchi ed il ricorso all'intensificazione dei controlli del profilo costiero appare l'unica soluzione al problema.

Dopo una lunga fase di tregua apparente e relativa, la conquista ottomana di Costantinopoli (1453) e la nuova ondata espansiva dell'Islam verso Occidente assurgono nuovamente la difesa dei litorali a problema di primaria importanza per l'Italia meridionale, per cui si provvede nuovamente ad intensificare la presenza di torri costiere specie nelle aree più esposte, come le coste calabresi.

La stessa soluzione viene adoperata anche nel secolo successivo, quando l'evoluzione dell'arte bellica ed il mutamento delle modalità di assalto dal mare rendono questa tipologia di costruzione munita incapace di garantire una difesa efficace e costante. Il Governo spagnolo, infatti, arricchisce le coste dall'Adriatico al Tirreno con nuove torri, affiancate alle precedenti allo scopo di creare un'ininterrotta catena difensiva, e prepone al comando di ciascuna di quelle ubicate in posizioni strategiche un caporale (con qualifica di "castellano" e raramente di "torriere") cui viene affidato il comando militare di un piccolo distaccamento di soldati e l'amministrazione di tutto quanto costituisce la dotazione della costruzione stessa.

In questo periodo, inoltre, accanto alle torri cilindriche ne compaiono di quadrate, specie nei punti nevralgici e maggiormente esposti, denominate torri "cavallare" perché poste sotto la guardia di un uomo a cavallo, in grado, quindi, di poter dare rapidamente l'allarme al più vicino presidio militare. Nonostante ciò, salvo pochi casi particolari, le torri vengono fatte costruire con grande parsimonia, sia per gli alti oneri che comportano sia per la frequente presenza di numerose città costiere fortificate a distanza ravvicinata l'una dall'altra.

Nel XVIII secolo, invece, oltre ad essere considerata elemento difensivo della costa, la torre costiera viene utilizzata tanto come "sbarra" doganale, presidiata per impedire il contrabbando, quanto come presidio sanitario.


Caratteristiche costruttive

Da un punto di vista puramente tecnico la torre costiera non suscita molto più interesse degli esempi più antichi latini ed etruschi, ma il suo valore risiede interamente nell'efficacia della funzione svolta e nella necessità di saper offrire garanzie tangibili in qualunque momento si verifichi l'attacco nemico.

L'avvicinamento di navi sospette è, infatti, annunciato di giorno con l'elevazione di colonne di fumo, di notte con l'accensione di fiaccole, il cui numero di fuochi deve essere pari al numero delle imbarcazioni nemiche avvistate.

La tipica torre costiera medievale, destinata ad ospitare una vedetta o un piccolo presidio militare, ha pianta quadrata (10 x 10 metri) o rettangolare, con lati di dimensione compresa tra i 5/6 ed i 10/12 metri, basamento pieno di forma troncopiramidale, mura in pietra sbozzata di spessore variabile dai 2 ai 4 metri, altezza fino a 20 metri, talvolta merlature alte anche 2,50 metri e copertura piana.

Internamente si sviluppa in alcuni casi su un unico piano destinato ad ambiente anch'esso unico, in altri su due o tre livelli, coperti a volta e destinati ad ospitare, in ordine crescente di altezza: la mangiatoia per i cavalli ed il magazzino delle vettovaglie, l'alloggio e l'armamento, consistente in "colubrine", "petriere" ed un fornello per le fumate ed i fuochi di segnalazione.

L'accesso alla torre è consentito mediante una scala volante o fissa ed un piccolo ponte levatoio collocati entrambi sulla parete a monte, poiché la parete rivolta verso il mare è cieca (dal momento che è la più esposta al pericolo) e le due laterali sono munite solo di feritoie, mentre l'accesso al terrazzo è sempre ricavato nello spessore della muratura, solitamente sopra la porta d'ingresso.

Diffusa è la presenza di caditoie che, realizzate quasi sempre negli sporti e nei ballatoi della "controscarpa", servono a riversare sugli assalitori sassi, liquidi bollenti e materiale infiammato.

Accanto alle torri a pianta quadrangolare, destinate non solo alla difesa, ma anche al rifugio in caso di incursioni nemiche, sono presenti, fino alla metà del XVI secolo, le torri cilindriche o tronco-coniche, di dimensioni inferiori rispetto a quelle a pianta regolare e spesso dotate di base scarpata, spessore murario, in corrispondenza del piano terra, pari a circa tre metri e copertura a cupola ribassata.

Spesso, in questi esempi, al primo piano lo spessore dei muri arriva persino a dimezzarsi e a presentare anche una sola apertura in corrispondenza del lato dal quale eseguire gli avvistamenti, mentre il coronamento presenta merlature esili ed alte - indicativa della preesistenza della torre rispetto a quelle di nuova costruzione - caratterizzate da un'estrema semplicità formale.

La distanza tra le torri varia in funzione della morfologia della costa lungo la quale sono distribuite; in particolare può raggiungere i 30 chilometri nel caso di zone concave di spiaggia o di coste rocciose senza insenature e ridursi a circa 10 chilometri nel caso di costa frastagliata.

Debite eccezioni sono costituite dai punti in cui deve essere controllata e protetta la foce di un fiume o una sorgente d'acqua importante o, ancora, in corrispondenza di cale profonde, dove si preferisce edificare una torre in più rispetto al numero previsto e al di fuori del "passo" costante stabilito nelle aree limitrofe. In ogni caso non è la lunghezza del percorso interno attraverso sentieri o mulattiere il fattore importante, ma piuttosto la distanza necessaria alla vista reciproca da un presidio all'altro, dato indispensabile, questo, per garantire una efficace e reciproca segnalazione.

Quando, al contrario, la costa è convessa, l'impianto può essere di due tipi: "piatto" o "rilevato". Nel primo caso non è richiesta una presenza diffusa dell'impianto lungo il litorale, a patto che manchi vegetazione a medio ed alto fusto; nel secondo, invece, e generalmente anche su terreni scoscesi, il numero di torri va infittito, in quanto la costa è più battuta dal mare e più ricca di anfratti nei quali il nemico può nascondersi in attesa di attaccare. In ogni caso, nell'eventualità si presentino difficoltà esecutive, nella difesa c'è sempre la riserva dei "cavallari", che possono perlustrare i tratti di costa parzialmente o totalmente defilati.


Esempi

Elencare singolarmente tutte le torri costiere è impresa impossibile in questa sede, data la notevole quantità e diffusione di questa tipologia difensiva, per cui si fa generico riferimento agli esempi (figg. 13-21) distribuiti strategicamente lungo le coste della Spagna, della Calabria, della Sicilia, della Corsica, della Maremma toscana (come quelli fatti erigere da Siena lungo le coste dell'Argentario) (fig. 17) e del litorale romano.

In particolare, nella Puglia, sono degne di nota le restaurate torri di Termoli e quelle di San Menaio e Mattinata - tutte in provincia di Foggia -, la prima delle quali con guardiola e le altre con base a scarpa; le torri quadrate di Vieste (Foggia), in particolare Torre Mileto (figg. 2-3); Peschici (Foggia), tra cui Torre Pucci (fig. 4); Molfetta (Bari), tra cui Torre Calderina (fig. 5); Maratea (Potenza) (fig. 16); Brindisi; Nardò e altre località del Leccese e del Tarantino (figg. 10-12); e quelle rotonde, tutte in provincia di Lecce, di Otranto, Salve (fig. 9) e Santa Cesarea Terme (fig. 1 e 6-8).


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Figg. 2-5. Nelle prime due immagini Vieste (Foggia): Torre Mileto; poi, nell'ordine, Peschici (Foggia), Torre Pucci; Molfetta (Bari): Torre Calderina.

     

Figg. 6-9. Provincia di Lecce, nell'ordine: Santa Cesarea Terme: Torre Sant'Emiliano, Torre Miggiano, Torre Minervino; Salve: Torre Vado.

   

Figg. 10-12. Nelle prime due immagini Porto Cesareo (Lecce): Torre Lapillo, e Gallipoli (Lecce): Torre Sabea; nell'ultima Manduria (Taranto): Torre Colimena.

     

Figg. 13-16. Nelle prime due immagini Massalubrense (Napoli): torre Montalto; poi Menfi  (Agrigento): torre costiera di Porto Palo; Praia presso Maratea (Potenza): torre antisaracena.

 

Figg. 17-18. A sinistra, Maremma toscana, parco dell'Argentario: torre d'avvistamento di Cala Forno (Grosseto); a destra Siniscola (Nuoro), Torre di Santa Lucia.

   

Figg. 19-21. Spagna: nelle prime due immagini Begur, Catalogna: la torre di difesa costiera; nell'ultima: Torre del Puerco, nella zona costiera tra Ayamonte e Gibilterra.


Indicazioni bibliografiche

Castelli, torri ed opere fortificate di Puglia, a cura di R. De Vita, Bari 1974.

Castelli del Lazio meridionale, a cura di G. Giammaria, testi di S. Coccia, D. Fiorani, M. Rizzellò, Bari 1998.

CISTERNINO R., Torri costiere e torrieri del Regno di Napoli (1521 - 1806), e FAGLIA V., Visita alle torri costiere di Capitanata (1594 - 1976), in «Istituto Italiano dei Castelli», n. 15, Roma 1977.

CISTERNINO R. - De Rossi G. M., Torri medievali della campagna romana, Roma 1981.

MAURO A., Le fortificazioni nel Regno di Napoli, Napoli 1998.

MAZZARELLA S. - ZANCA R., Il libro delle torri. Le torri costiere di Sicilia nei secoli XVI-XX, Palermo 1985.

VALENTE G., Le torri costiere della Calabria, Cosenza 1960.

      

     

©2002 Ester Lorusso 

     


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