a cura di Danilo Tancini
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Interno del battistero. Sulla destra è raffigurato Sant'Onofrio
Gli affreschi del Battistero di San Giovanni Battista Il degrado degli affreschi più antichi del Battistero è stato in
larga parte causato da ragioni differenti rispetto alla basilica. Le
infiltrazioni di umidità, sia dal tetto sia dalle fondazioni, hanno concorso
nel far cadere larga parte degli affreschi; a ciò si deve aggiungere la
sovrapposizione di pitture più recenti. Bisogna supporre che anche la cupola
fosse decorata, ma di tali ipotetiche decorazioni non rimane traccia. Sulla fascia poligonale posta a raccordo fra la cupola e le parti
superiori delle pareti, correva un fregio compreso entro due bande di colore
rosso-bruno con una serie di episodi neotestamentari. Di questa fascia, si è
salvata solo una raffigurazione della chiamata dei discepoli Pietro e
Andrea. Sulla porzione della parete soprastante l’arco dell’abside era rappresentato l’episodio del Battesimo di Gesù nel Giordano, ancora visibile nel 1759, quando fu vista dall’arcivescovo Pozzobonelli durante una sua visita pastorale ad Agliate; rimangono solo le estremità del Cristo immerse nelle acque del Giordano e una terna di angeli accorsi ad ammirare l’istituzione del battesimo posti sul lato sinistro della raffigurazione del battesimo. Un’altra terna angelica risulta più visibile sul lato opposto. L’arco trionfale è contornato da una serie di fasce policrome
parallele; al centro di una di esse, in un clipeo, su fondo scuro si staglia
l’Agnello mistico, ancora ben visibile. A fianco dell’abside, subito dopo l’attacco con le due pareti
laterali, restano avanzi di quattro figure di santi, due per ciascun lato;
ciascuna è racchiusa in un riquadro e l’uno è sovrapposto all’altro. Tutto l’interno dell’abside era in origine decorato da
affreschi, andati persi anche a causa di una nuova stesura d’immagini
risalenti al periodo gotico. Sulla destra del portale d’accesso, per chi entra nel battistero,
si è conservato un riquadro a forma di rettangolo orizzontale, illustrante la Deposizione
di Gesù
risalente
al Trecento. In apparenza questa raffigurazione sembrerebbe in antitesi rispetto
alla funzione primaria di questo monumento legato al battesimo, va però detto
che la struttura venne usata anche come chiesa. La parte inferiore del dipinto,
in corrispondenza del sarcofago, venne fittamente bocciardata al fine di farvi
aderire un affresco del secolo XV di cui riparleremo. Tracce di affreschi trecenteschi si possono notare a sinistra del
portale maggiore, per chi entra nel battistero di San Giovanni Battista. Parrebbe l’immagine di una santa inserita in un riquadro
contornato da una doppia banda di linee parallele, di colore rosso e bruno, con
uno sfondo interno azzurro cobalto, salvo una porzione inferiore gialla. Sulle tre pareti che fiancheggiano il portale sulla destra, si sono
conservati quattro riquadri pittorici databili al secolo XV. Subito a destra per chi entra dal portale principale, è visibile
la prima pittura andatasi a sovrapporre alla descritta raffigurazione
trecentesca della deposizione di Gesù oggi mancante di una vasta zona centrale
coincidente con il sottostante sarcofago nel quale giace il Cristo. Il riquadro
era contornato da bande rettilinee parallele di colore bruno chiaro e bianco: in
questa seconda fascia, correva un’epigrafe in nero della quale restano poche
tracce. Un’altra iscrizione, vergata in bianco sullo sfondo rosso
dell’affresco, indicava l’epoca dell’esecuzione e, forse, il committente. Affiancate a questo affresco, procedendo verso l’absidiola, restano discrete tracce di un rettangolo verticale con Madonna in trono con Bambino il quale le si avvinghia al collo tenendosi guancia a guancia. La parte inferiore del dipinto è quasi del tutto scomparsa. A lato della figura mariana è quella di un vescovo indossante i
sontuosi paramenti relativi alla sua carica
e sostenente, con la mano sinistra, un libro e un pastorale.
Appena lievemente discosta dalla figura del vescovo è la quarta pittura
rappresentante frontalmente un vecchio aureolato, con il volto incorniciato da
lunghi capelli, barba e baffi incanutiti; tutto il suo corpo è ricoperto da un
folto pelame ricciuto. Il santo tiene un libro aperto con la mano destra e si
appoggia con la sinistra ad un bastone. Fra tutte le immagini quattrocentesche
del battistero, questa è la meglio conservata e non vi sono dubbi nel
riconoscervi Sant’Onofrio, eremita della Tebaide. L’ultimo affresco pure quattrocentesco, di modeste dimensioni, è
quello con il busto di un vescovo. Si tratta della pittura già in parte
ricoprente l’immagine con il santo di epoca medievale, in origine localizzata
alla destra dell’absidiola. Di essa rimane visibile la parte superiore di un
santo personaggio con il capo aureolato calzante la mitra e con a fianco il
bastone pastorale.
(Tratto da: Oleg Zastrow, Gli affreschi di Agliate, Missaglia 1991, Bellavite Editore).
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©2001 Danilo Tancini