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pag. 4, a cura di Olimpia Amati
Sfenj (Marocco)
Cotognata o pasta di mele cotogne
Ingredienti:
50 gr. di cous cous;
Preparazione
A
questo punto entra in azione l’impiego della couscoussiera, la doppia pentola fatta apposta per la cottura a
vapore del cous cous. Nella parte bassa, nella pignata, mettere il brodo
filtrato ed allungato, in quella superiore il cous cous inumidito con abbondante
olio d’oliva. Saldare le due parti con una striscia fresca di pasta da pane,
oppure con una tela bagnata e passata nella farina, e far cuocere per circa
un’ora e mezza mescolando di tanto in tanto. Versare il cous cous cotto a
vapore in una zuppiera, aggiungere l’altra parte di brodo e condire con il
pesce già pronto e tenuto in caldo.
Ingredienti:
Sciogliere il lievito in una scodella con un bicchiere di acqua tiepida. Mescolare la farina con la semola ed al centro versare il lievito poco alla volta. Aggiungere il sale. Impastare energicamente con 1 bicchiere di acqua tiepida. Lasciar riposare per 5 minuti e poi ricominciare ad impastare per una ventina di minuti. La pasta deve diventare molto elastica e molle. Mettere la pasta in una grande insalatiera. Coprire con un canovaccio e lasciar lievitare in un luogo tiepido per un’ora e mezza. Dovrebbe raddoppiare il volume. Riscaldare l’olio in una padella grande e profonda. Prendere una quantità di pasta grande come un uovo. Fare un buco al mezzo, immergere nell’olio bollente e dorare lo sfenj sui due lati. Servire caldo con zucchero e miele.
Gli sfenj sono sicuramente parenti degli “sfinci”, frittelle della
Sicilia occidentale, terra saracena dall’827 al 1091. Tra l’altro la
cucina "araba" ha anche dato la cassata, la cubbàita (torrone al miele) e,
naturalmente, il cous cous alla trapanese.
Cotognata o pasta di mele cotogne
Ingredienti:
Preparazione
Prendete
delle cotogne e sbucciatele. Tagliatele poi in quarti e togliete il torsolo ed i
semi. Mettetele a cuocere in buon vino rosso, quindi passatele alla stamigna
(setaccio). Prendete del miele e fatelo bollire a lungo schiumandolo. Mettetevi
dentro le cotogne, rimestate bene e fate bollire finchè il miele cali di più
della metà. Aggiungete poi un po’ di polvere di ippocrasso, rimestate fino a
far raffreddare, tagliate a pezzi e conservate.
La denominazione “cotognata” va messa
in rapporto col nome della mela cotogna, in provenzale “condougn” e
“coing” in francese, che per gli etimologisti designerebbe Cydonia, una città
dell’isola di Creta, chiamata in latino “Cotonea” ed alla quale Plinio,
nella sua “Historia naturalis”, fa riferimento a proposito dell’origine e
del commercio delle mele cotogne.
Nota. La
prima ricetta di questa pagina è tratta da La
cucina del Sud (di Giorgio Cretì, Capone editore, Lecce 2000);
la seconda ricetta è tratta da Cucina Araba (di Joan Rundo, Edizioni
Sonda, 1997); la terza ricetta è tratta da A tavola nel Medioevo (di O.
Redon, F. Sabban, S. Serventi, editori Laterza, 2002). Anche i cenni storici
sono riportati dai testi su citati.