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MICHELE PARTIPILO

 

Medioevo davanti al naso. Incontro con la storica Chiara Frugoni

 

Le incredibili invenzioni di quei secoli. E tu chiamali bui...

 

      


    
Per Medioevo s'intende quel periodo di mezzo compreso fra l'antichità e l'età moderna. Detto così sembra una distinzione di buon senso che, però, va a scontrarsi con quella che è l'opinione comune: Medioevo uguale età retrograda, incivile e oscurantista. È un pregiudizio duro a morire, nonostante da decenni fior di studiosi abbiano dimostrato, carte alla mano, che nella realtà i fatti andarono ben diversamente. Anzi, più si è sviluppata quella parte degli studi che si è occupata di microstoria - cioè delle vicende quotidiane prima ancora che delle grandi battaglie e della vita dei potenti - e più sono apparsi evidenti elementi che smontavano alla base il pregiudizio oscurantista.

Un contributo importante è stato dato di recente da Chiara Frugoni, studiosa tra le più brillanti in Italia, con il volume pubblicato da Laterza (e riedito ora, pp. 184) Medioevo sul naso. Il titolo prende spunto da quella che forse potrebbe essere ritenuta l'invenzione più clamorosa di questo periodo: gli occhiali. Ma contiene anche un monito - rivolto innanzitutto a chi insiste nello stereotipo del Medioevo buio e tempestoso - a non cadere nell'errore di non vedere ciò che si ha davanti agli occhi. Il volume della Frugoni è una cavalcata nei secoli a caccia di scoperte e invenzioni più o meno importanti, ma delle quali continuiamo a fare largo uso. Anzi, in molti casi costituiscono il parametro per giudicare la civiltà di un popolo.

E allora ecco una delle invenzioni più alte che sia stata fatta: la forchetta. Ancora oggi un elemento che distingue i popoli sottosviluppati dagli altri è dato proprio dal prendere il cibo con le mani anziché utilizzando posate. E questo, guarda un po', lo dobbiamo proprio a quegli «incivili». Ma proprio nel campo dei costumi si registrano forse le innovazioni più clamorose e di cui oggi andiamo fieri: per esempio la biancheria intima. Sissignori, le nostre mutande, oggi trasformate in costosi strumenti di seduzione, sono nate proprio nel Medioevo. Il che la dice lunga non solo per l'invenzione in sé, quanto per il fatto che si evolve un modo di concepire i costumi e con essi le abitudini igieniche. Anzi, rileva la Frugoni, le mutande «di moda al tempo del Sacchetti erano così piccole che - dice crudamente lo scrittore - gli uomini "hanno messo il culo in un calcetto", cioè in un calzetto, che nel Medioevo si usava come sottocalza e proteggeva il piede».

Insomma, par di capire, il perizoma ha origini piuttosto lontane. Ma le curiosità che la Frugoni riesce a illustrare, grazie anche a bellissime immagini, sono tantissime. E sempre con assoluta chiarezza e grande rigore scientifico. Ecco la stampa a caratteri mobili, l'università, i numeri arabi, le banche, i notai, i monti di pietà e - addirittura - Babbo Natale. Cioè la versione americanizzata di San Nicola, il vescovo di Myra e patrono di Bari. Dite un po' voi se questa è roba da secoli bui.

  

 

Michele Partipilo

 

 

da "la Gazzetta del Mezzogiorno", 25/10/2005

 

  

 

 

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