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Storia
della santità nel
cristianesimo occidentale
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di
Anna Benvenuti, Sofia Boesch
Gajano, Simon Ditchfield, Roberto
Rusconi, Francesco Scorza Barcellona, Gabriella Zarri
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Gregorio Magno. Alle origini
del Medioevo |
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di
Sofia Boesch
Gajano |
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La
rilevanza conferita alla santità nella società
contemporanea è l’esito di una lunga storia.
Il culto dei santi fin dai primi secoli del
cristianesimo ha rivestito un ruolo centrale dal
punto di vista non solo religioso, ma anche
sociale, politico e culturale.
Se
nel periodo delle origini si trattò di un
fenomeno esteso all’intera area del
Mediterraneo, a partire dal medioevo, in
particolare per il ruolo svolto dalla Chiesa
romana nel riconoscimento ufficiale della santità,
il culto dei santi ha acquisito in Occidente
caratteristiche sempre più specifiche,
destinate ad accentuarsi nel mondo cattolico
dopo la Riforma protestante e il Concilio di
Trento, coinvolgendo il continente americano e
le altre terre di missione, e in maniera
crescente in età contemporanea, in particolare
durante il pontificato di Giovanni Paolo II.
Affidandosi
a sei dei maggiori specialisti del settore, il
volume propone una trattazione sistematica della
santità e del culto dei santi, considerati
nella loro interazione, mettendo a fuoco i
prodotti culturali – letterari e artistici –
che essi hanno ispirato, e che nello stesso
tempo li hanno propagandati e perpetuati.
Indice del volume: Premessa
I. Francesco Scorza Barcellona,
Le origini
II. Sofia Boesch Gajano,
La strutturazione della cristianità occidentale
III. Anna Benvenuti,
La civiltà urbana
IV. Gabriella Zarri,
L’età rinascimentale
V. Simon Ditchfield,
Il mondo della riforma e della controriforma
VI. Roberto Rusconi,
Una chiesa a confronto con la società: la politica della santità in età contemporanea
Orientamenti bibliografici relativi alle singole parti
Bibliografia generale -
Indici.
NELLA
STESSA COLLANA:
Sofia Boesch Gajano,
Gregorio Magno. Alle origini del Medioevo
Il pontificato di Gregorio I (590-604) – a giusto titolo noto come Gregorio Magno – è qui considerato come momento fondativo del Medioevo. La sua identità sociale di aristocratico romano; la cultura; l’esperienza monastica; le capacità politiche e diplomatiche; la consapevolezza spirituale e morale della funzione pastorale, e insieme del prestigio e del potere inerenti alla carica di vescovo di Roma; l’azione a difesa dell’ortodossia; le capacità organizzative, amministrative, militari; l’ideologia e la prassi politica; l’azione missionaria presso gli Angli, rendono la sua figura centrale per ogni aspetto della realtà storica fra Tardoantico e Medioevo.
La prospettiva agiografica sviluppata attraverso l’analisi dei
Dialogi (una delle sue opere più famose e più discusse per la presunta popolarità e ingenuità dei racconti miracolosi) diviene l’osservatorio privilegiato per interpretare la genialità pastorale del grande pontefice: se nuovi scenari egli ha aperto rivolgendo la sua attenzione all’Occidente, duraturi scenari apre la sua opera agiografica che legittima definitivamente il santo come protagonista di un’intera civiltà, come mediatore fra l’uomo e Dio, come protettore contro la morte, le malattie, i pericoli, come garante di istituzioni che fondano la propria legittimità e il proprio potere sulle
reliquie.
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