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MEDIOEVO RUSSO |
a cura di Aldo C. Marturano, pag. 62 |
Olga di Kiev.
Igor è ormai un giovane da maritare e per risolvere il problema si racconta che Oleg in persona si recasse nientedimeno che a Pskov, la città che domina il lago omonimo fra le popolazioni baltico-estoni, per trovare una sposa degna del suo protetto. Non è secondario notare qui vicino c'è Izborsk, altra città che, secondo la leggenda ricordata righe fa, fu affidata da Riurik a suo fratello Truvor. In altre parole siamo in una regione ben nota ai Variaghi... Oleg qui trova Olga (Helga in norreno ed è, guarda caso, pure il femminile di Helgi o Oleg) sulla quale sappiamo dei particolari in più soltanto dalla Vita di santa Olga di Kiev scritta però molti secoli dopo la sua morte e dunque di dubbia consistenza storica. Olga sarebbe la figlia di un kolbiago che vive non proprio a Pskov, ma nelle vicinanze, forse nel villaggio di Vybutino. Sembra inoltre che Igor mentre era a caccia in questi posti anni prima fosse stato traghettato sul fiume proprio da lei e lo avesse abbagliato con la sua bellezza... Un'altra leggenda importata dalla Bulgaria danubiana la dice nata a Pliska (toponimo che è simile a Pskov, anticamente chiamata Pleskov) visto che in Bulgaria santa Olga è abbastanza popolare. A questo punto delle domande si pongono: Perché prelevare una moglie da così lontano? Normalmente lo si faceva per suggellare un'alleanza e quindi il padre di Olga avrebbe dovuto avere un qualche peso politico e strategico fra gli slavi Krivici e i finni Vodi di Pskov e dintorni per poter spiegare da questo punto di vista la scelta come consorte per Igor. Se al contrario la giovane ceduta come sposa rappresentasse un normale segno di sudditanza di un capo-villaggio come era uso allora col concedere i figli o le figlie per qualche tempo al signore riconosciuto, che disegni ha Oleg in mente per i luoghi dove gli eventi accadono? In altre parole che importanza ha Pskov per la futura Rus' di Kiev? Passerà di qui un traffico particolare lungo l'asse fiume Narva-lago di Pskov? Si prevede un ruolo di guardianaggio che Izborsk, dopo poco tempo scomparsa dai documenti, non è riuscita a compiere a dovere? Non lo sapremo mai... Tuttavia la realtà storica di Olga è accertata anche se la sua origine invece rimane oscura, salvo a tener per vero quanto si trae dalla Vita e dalle tradizioni popolari locali di Pskov. Altri personaggi esterni alla Rus' di Kiev hanno avuto contatti con lei e ne hanno lasciato notizia, visto che invece di lei nelle CTP si danno informazioni più precise non prima del 944/945. Sia come sia, è facile anche accorgersi che nel 903 a Kiev, quando Olga arriverà accolta in gran pompa probabilmente, uno stato con a capo un Igor o un Oleg in realtà non c'è. La potenza dominante più prossima erano i Cazari che lungo i fiumi avevano installato depositi e mercati fortificati dove facevano risiedere i loro luogotenenti con guarnigioni mercenarie armate sempre in allerta e in contatto permanente con il kaghan nella capitale Itil situata sul delta del Volga. L'autorità cazara manteneva in vari modi gli stretti legami con i diversi signori locali (illetver) per assicurarsi della loro fedeltà al kaghan, ma certamente non permetteva che costoro si costruissero realtà geopolitiche indipendenti oltre una certa misura, strozzando soprattutto la loro economia col controllo dei corsi fluviali a disposizione dei trasporti commerciali. A questa situazione la nuova presenza di Oleg e di Igor a Kiev non aveva apportato alcun mutamento politico radicale. E' vero che i Variaghi la facevano da padroni, ma continuavano a non avere un unico capo che li governasse né tanto meno che governassero la realtà cittadina, anche se è possibile che un anziano fra di loro potesse essere la persona di riferimento per distribuire incarichi stagionali o dirimere le solite liti. Kiev era semplicemente un centro di smistamento delle bande dove si era scelti per questo o quel lavoro temporaneo. Parlare di un illetver slavo o variago o d'altra etnia in questi inizi del X sec. che agisse da interfaccia coi Cazari, ci trova nella più nera oscurità per mancanza di documenti, sebbene le Cronache Tatare (di cui abbiamo già detto) assicurino che c'era ed era turco-bulgaro. è possibile che sia proprio così perché la soggezione diretta o indiretta all'Impero Cazaro durò almeno fino al XI sec. Il fatto che Igor nel 945 firmi con Costantinopoli un trattato di pace che, secondo le CTP, riconferma accordi precedenti presi da Oleg non prova in alcun modo che esista una stato Rus', ma soltanto che esiste un centro logistico sul Dnepr la cui giurisdizione però si ferma molto prima della foce di questo fiume giacché il territorio rimane sotto il controllo cazaro, come Costantinopoli ben sa... è possibile pertanto che gli accordi a cui si riferiscono le CTP facciano parte della politica di bilanciamento contro i Cazari, di promesse di aiuto nel fondare un nuovo stato contro i Cazari. Insomma è una specie di doppio gioco fra Oleg e Costantinopoli. Anzi! Le imprese di Igor che le CTP descrivono quasi con entusiasmo non sono pianificate in realtà autonomamente, ma piuttosto ispirate e guidate proprio dalle manovre politiche delle due potenze, Cazari e Romei, entrambe influenti in diversa misura a Kiev e un'emancipazione al momento non si vede. In una lettera scritta da un non ben identificato ebreo al notissimo kaghan cazaro Giuseppe, documento importante ritrovato nelle prime decadi del 1900 nella Biblioteca dell'Università di Cambridge, si racconta che l'Imperatore Romano Lecapeno (929-944) aveva convinto con ricchi doni i Rus ad attaccare Samkerč (Tmutarakan nelle vicinanze di Rostov-sul-Don e allora avamposto cazaro sul Mar Nero). Perché la manovra? In quegli anni l'Imperatore aveva inaugurato una campagna anti-ebraica che aveva spinto alla fuga da Costantinopoli nelle regioni vicine molti mercanti. Naturalmente ciò aveva suscitato ritorsioni da parte dei Cazari contro i cristiani della Crimea dalla loro base, appunto Samkerč. La lettera riporta che i Rus avevano preso la città di notte mentre il luogotenente cazaro, Rab Ašmonai, era lontano dalla città. Il generale cazaro (?) Pesakh viene a sapere di questo mentre è a Chersoneso in Tauride (Crimea), base mercantile e navale di Costantinopoli in campagna militare contro i greci e subito rivolge le sue forze contro l'assalitore. Si scontra col capo Rus, a nome Helgu. Alla fine quest'ultimo è battuto e interrogato da Pesakh informa che Romano Lecapeno lo ha spinto ad attaccare Samkerč. Pesakh gli promette la salvezza, se però volge i suoi assalti verso Costantinopoli. Helgu con le sue barche obbedisce e fa rotta verso la capitale imperiale romana. La tiene sotto assedio per ben 4 mesi, ma i bizantini con il loro invincibile fuoco greco alla fine lo sbaragliano e Helgu con i resti della sua flotta deve ritirarsi. Umiliato e non volendo tornare nella sua terra (Kiev? Làdoga?) con le pive nel sacco, preferisce andarsene in Persia aggirando il Caucaso da sud per non essere vessato da Pesakh per l'insuccesso. Su questi eventi ci sono dei riscontri nelle carte di Liutprando da Cremona in visita dall'Imperatore a Costantinopoli ben due volte per conto del Papa di Roma. Ci fu, secondo il vescovo, un primo scontro fra il “re” dei Rus a nome Inger (Igor evidentemente) e la flotta di Lecapeno e sappiamo che, superate certi impedimenti, alla fine i bizantini risultarono vittoriosi e Inger fu ricacciato. Nelle CTP si dice invece che nel 944 d.C. Igor decise di vendicarsi di una sconfitta e, raccolta gente armata da tutti gli angoli della Pianura Russa, partì per attaccare la capitale romana sia per mare che per terra dopo aver sbaragliato i Peceneghi mandatigli contro dai Cazari. Gli abitanti di Chersoneso avvisano l'Imperatore e costui manda un messo con grandi doni per fermare il nemico. La ricca offerta provoca l'esitazione di Igor e dei suoi che decidono alla fine di accettare le offerte e di interrompere la campagna, far quindi la pace e tornarsene a casa. A questa mossa seguirà, com'è naturale per non dover ipotecare il futuro, il trattato di collaborazione commerciale fra Igor e Bisanzio di cui abbiamo parlato prima. Le versioni che abbiamo visto non sarebbero in contraddizione e si allaccerebbero l'una all'altra, se supponessimo che Oleg (Helgu) fosse ancora vivo intorno al 944-945 e che, pur ritiratosi anni prima per cedere il posto a Igor, sia rimasto comunque nel seguito armato di quest'ultimo e negli eventi sopraddetti potrebbe essere presente come un suo generale, appunto quel Helgu nominato nella lettera al kaghan, sotto però il comando supremo di Igor che è indicato come “re” da Liutprando. Addirittura la tradizione racconta una fantasiosa fine di Oleg nel lontano nord (a Làdoga si dice che ci fosse la sua tomba). Una maga gli aveva predetto come sarebbe morto: Morirai a causa del tuo cavallo! Oleg credendo di sfidare il destino non andò più a cavallo e il suo lo fece immolare agli dèi e seppellire solennemente. Un giorno però, recatosi nel parco sacro dove giaceva la carcassa del suo cavallo sacrificato, smuovendo la terra provocò l'uscita di una serpe che lo morse e Oleg di quel morso morì... proprio come gli era stato predetto. Naturalmente ciò non corrisponde alla versione ebraica in cui, Helgu/Oleg, va in Persia e là muore. In quale circostanza? Sappiamo che nel 944 ci fu un'impresa dei Rus contro Partava (nel Caucaso) dove quasi tutti i Rus perirono. I superstiti risalirono il Volga e lungo il percorso per ordine del kaghan cazaro furono sterminati. L'evento non compare nelle CTP perché probabilmente fu messo a tacere come un'umiliante sequela di eventi negativi per i Rus e Helgu/Oleg che vi aveva partecipato fu mandato a morire per colpa del suo cavallo nella lontana Làdoga in maniera meno disonorevole... D'altronde nel X sec. le armate mercenarie in diversi punti della Pianura Russa non risultano chiaramente coordinate da un centro politico-militare unitario Rus, ma nella stragrande maggioranza dei casi sono impegnate per conto dell'Impero Cazaro! Se analizziamo gli eventi più in profondità (per quanto si possa), non possiamo negare che l'Impero Cazaro mostra delle debolezze proprio nel periodo in questione in cui molte forze ostili lo assediano da tutti i lati, ma non è ancora possibile vederne uno sgretolamento che invece seguirà solo negli anni seguenti e, mentre è possibile constatare che Bulgar sul Volga s'emancipa dalla soggezione cazara già nel 922 d.C., a Kiev occorrerà un tempo molto più lungo e il ruolo di Olga per questo sarà fondamentale. Torniamo a Igor. Le CTP dicono di un suo scontro con i vicini Drevliani che avevano il controllo degli accessi alla Pannonia lungo il fiume Už (Ung) nelle Paludi del Pripiat a pochi passi da Kiev e poi un altro ancora, sempre nello stesso sito, dove però, battuto e catturato, muore nel 944-945. è il momento per Olga, finora rimasta a guardare per ben 40 e più anni prima di montare sulla ribalta al posto del figlio Sviatoslav ancor minore, quando il clan variago la incarica della vendetta per la morte di Igor. Olga con una sortita nel paese drevliano vendica suo marito e prende il pieno potere a capo dei Variaghi di Kiev, sempre in nome di suo figlio. Probabilmente, con suo figlio al fianco, comincia i suoi viaggi per la Terra Russa per propagandare e dimostrare la propria autorità politica e organizzare meglio la raccolta dei tributi. Conoscendo il seminomadismo dei contadini che abbandonano una radura dopo qualche anno quando il terreno si è impoverito e vagano nelle foreste alla ricerca di un nuovo insediamento, cambia e migliora il cosiddetto poliudie fissando, lungo il Dnepr e ovunque risulti a lei conveniente, delle stazioni di raccolta e di scambio dove i capi-villaggio dovranno recarsi col tributo concordato per poi consegnarlo agli incaricati kievani, pena l'intervento armato con l'incendio dei villaggi. Non riesce a piegare la nascente Novgorod, ma, pur lasciando alla città nordica l'autonomia, impone però che qualsiasi intervento militare di grande portata nella regione sia affidata ai Rus'. Di certo i bizantini (sempre con gli occhi e le orecchie ben aperti) seguono gli eventi e sanno dell'ascesa di Olga al potere e subito mettono in atto la loro solita politica di avvicinamento. Il loro fine è usar Olga e Kiev per indebolire e abbattere il potere cazaro definitivamente attraverso un'alleanza adeguata. Rinnovano così la promessa di mantenere, con gli acquisti e gli scambi, il budget kievano oltre ai contributi annuali già fissati da Oleg e invitano addirittura Olga a far visita all'Imperatore! In quel periodo l'Imperatore è Costantino VII Porfirogenito, succeduto a Romano Lecapeno, ed è nel suo De Ceremoniis in cui narra delle procedure d'accoglienza in occasione della visita di un capo barbaro, che parla di Olga. Non dice la data precisa della di lei visita, ma da un piccolo calcolo dei giorni da lui menzionati gli anni a cui si riferisce sono due: il 946 e il 957 d.C., sebbene nelle CTP la visita è unica ed è registrata nel 957 con maggior sicurezza. Accolta a Costantinopoli con tutti gli onori, Costantino VII, dopo averla battezzata, la riconosce Capo dei Rus (nel greco del tempo Arhontissa tes Rosenis) e ne conferma il dominio su Kiev e dintorni con un'influenza politica fino nel nord della Pianura Russa. In realtà non è un vero riconoscimento quanto invece una specie di incarico di azioni future affinché Olga e suo figlio riescano a fondare e consolidare uno stato politicamente alleato (ma suddito religioso) dell'Impero Romano. Costantino sa bene che Olga è vedova e che potrebbe legarla alla corte con un matrimonio adeguato e, addirittura, c'è un aneddoto nelle CTP su questo punto che val la pena riportare come prova della fantasia dell'amanuense l'assurdo episodio in cui “... l'imperatore la chiamò (Olga) a sé e le disse: Voglio che tu sia mia moglie. Lei rispose: Come fai a chiedermi in moglie quando tu stesso mi hai battezzata e mi hai chiamata tua figlia? Sai bene che ciò non è permesso ai cristiani! E l'Imperatore (deluso, ma ripresosi) le disse: Sei riuscita a farmela, Olga!”. In realtà l'aggiunta è tardiva e aveva l'intenzione di denigrare la figura dell'Imperatore bizantino non troppo in auge al tempo del l'interpolatore inculcando il sospetto che la sacra autorità volesse ricorrere ai metodi pagani delle alleanze attraverso il concubinaggio. Può anche darsi che l'amanuense avesse fraintendimento il desiderio di imparentarsi attraverso una consorte nobile per Sviatoslav... Comunque sia, è un'ulteriore conferma di come le CTP a volte scivolino nel ridicolo. Olga ritorna dunque a Kiev con un titolo che vale poco ed è pure evidente che il battesimo da lei è stato capito come una cerimonia necessaria alla stipula di un miglior patto economico fra Kiev e Bisanzio e non implica alcun altro obbligo. Così nel 961, Olga spinta dal desiderio di intensificare i contatti economici con l'Impero Romano d'Occidente, cerca un riconoscimento pieno di sovrana cristiana europea anche presso gli Ottoni e le viene mandato un vescovo-plenipotenziario, Adalberto di Weissenburg. Arriverà a Kiev da solo, senza doni e senza inviti alla corte franca! Di qui Olga intuisce che non vale la pena instaurare una trattativa a lungo termine con tali partner di rango inferiore e rimanda a casa Adalberto quasi subito. Intanto gli impegni presi con Costantinopoli la sollecitano per il momento a concentrare la raccolta dei prodotti foresticoli destinati ai greci per avviarli a sud lungo il Dnepr e, passata la steppa, farli continuare poi verso Chersoneso e oltre per il Bosforo. Grande Novgorod perciò deve riservare una buona parte dei suoi traffici a questo scopo. Ci saranno molte resistenze, ma alla fine i vantaggi economici per la casta novgorodese avranno la meglio e si troveranno i compromessi necessari con quanto il mercato esige. Malgrado il sentiero “santo” che la Vita cerca di disegnare per questa donna, Olga rimarrà una tiepida cristiana e non vediamo in lei alcuna spinta ad evangelizzare il “popolo” della Rus di Kiev sebbene le CTP dicano di un'opposizione forte e netta di Sviatoslav che lo pone in eterno conflitto con sua madre sul tema religioso. Anzi! Sviatoslav continuerà a comportarsi com'è stato educato a casa da variago pagano e da vero uomo della steppa! Nel 965 Sviatoslav in una sua campagna militare scompiglia il territorio cazaro in più di un punto. La regione a nordest di Kiev è ora in qualche maniera libera dalla soggezione cazara e Sviatoslav può pretendere il pieno potere da sua madre. Olga è costretta a cedere perché il successo militare è appoggiato dalla maggioranza dell'élite al potere, ma raccomanda e impone che Kiev conservi il ruolo centrale nell'organizzazione dello stato e che mantenga rapporti prioritari con Costantinopoli. In altre parole conquiste e distruzioni in aree frequentate dai mercanti non sono ammesse volentieri e coi Cazari indeboliti è molto probabile che la steppa ritorni a ribollire senza più controllo. Sviatoslav però è attratto dalla regione danubiana dove risiedono stabilmente gli altri Bulgari venuti dal Ponto e parenti di quelli del Volga, e ha intenzione di abbandonare Kiev. I Bulgari del Danubio stanno quasi per conquistare Costantinopoli e quindi Sviatoslav è pronto a dare loro una mano e a diventare loro sovrano. D'altronde qui è più vicino alle grandi vie commerciali della Mitteleuropa e quindi, una volta lasciata Kiev e i sogni di sua madre, con i suoi sudditi bulgari può pure aspirare al trono imperiale. Il nuovo imperatore, Giovanni Zimisce, di certo intuisce le manovre di Sviatoslav e sa che sarebbe la catastrofe per l'Impero in quel momento storico, se costui avesse successo. Cerca così di coalizzargli i nomadi Peceneghi contro. Sviatoslav però conosce bene i Peceneghi e sa come trattare coi loro capi con i quali spesso si allea. Era già dovuto accorrere a Kiev dal Danubio quando questi nomadi avevano minacciato la città qualche anno prima con sua madre e i suoi figli dentro. Non aveva saputo allora ristabilire gli equilibri politici locali? Nel 969 intanto Olga muore e Sviatoslav riprende l'offensiva contro Costantinopoli dalla regione danubiana, contando che i Peceneghi lo lascino fare. L'Imperatore Giovanni Zimisce però lo incalza e lo costringe più volte allo scontro armato finché lo batte. La pace si farà, ma sull'impegno che Sviatoslav lasci per sempre i Balcani. Nel 971 Sviatoslav invece cade in un imboscata pecenega ed è ucciso e Kiev cade in balia delle lotte per il potere degli eredi suoi figli e dei variaghi che li appoggiano. Non avendo mai abolito la poligamia malgrado le reprimende di sua madre, Sviatoslav da una prima moglie aveva avuto i primi due maschi Jaropolk e Oleg mentre da una seconda, Malùša, nobile schiava-ostaggio di Olga, il terzo figlio Vladimiro. Il figlio maggiore Jaropolk alla fine siederà a Kiev, il fratello Oleg nella regione vicina dei Drevliani e l'ultimo, Vladimiro, andrà fra i Variaghi nell'estremo Nord.
NOTE ESPLICATIVE
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©2013 Aldo C. Marturano.