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LA CASA EDITRICE

Aldo C. Marturano, Rasdrablenie, Edizioni Athena, Poggiardo (Lecce) 2006, pp. 228.

Nato a Taranto, Aldo C. Marturano ha studiato nelle Università di Bari, poi di Pavia,
infine di Amburgo, dove ha chiuso i suoi corsi di laurea in chimica
industriale. Non ha mai lavorato come chimico e ha invece sfruttato le
sue conoscenze linguistiche. Conosce infatti (parla e scrive
correntemente) russo, inglese, tedesco, francese, spagnolo, ungherese
e ne ha studiate un'altra decina che spera di portare a maggiore
perfezione nel prossimo futuro. Si è diplomato in Lingua Russa
all'Istituto Pusckin di Mosca dove ha avuto inizio la sua avventura nel Medioevo Russo. 
Ha pubblicato il saggio storico in chiave divulgativa Olga La Russa,
2001 (che non è la sorella di Ignazio La Russa, per carità!), e poi per i ragazzi L'ombra dei Tartari, 2002, ovvero la saga di Alessandro
Nevskii. Altre sue opere sul Medioevo russo sono visibili nel portale delle
Edizioni Atena.
Collabora attivamente con il portale Mondi Medievali curando la
rubrica Medioevo Russo.

LA PRESENTAZIONE:
Domenica 21 gennaio 2007, ore 16, Libreria del Castello Sforzesco, Milano, a cura dell'Associazione Culturale Italia Medievale.

Aldo C. Marturano

 

Rasdrablenie

 

Una minuziosa ricostruzione storica di Kiev durante il grandioso Medioevo Russo

 

   

Questo lavoro (il mio tredicesimo) chiude un ciclo del Medioevo Russo da me chiamato kieviano perché Kiev finisce di avere ogni preminenza ed importanza storica rispetto a Novgorod-la-Grande e ad altre città di ancora minore importanza come Mosca.

Il Medioevo Russo purtroppo rimane un periodo storico oscuro per la maggioranza degli Europei che sembrano saper tutto della storia ultima di questo paese ed invece ignorano il peso che queste terre ebbero in Europa fino alla creazione del sacro Romano Impero Russo che molti storici oggi chiamiano soltanto (e contemptuosly!) Granducato di Moscovia!

Questo mio lavoro è già il tredicesimo su questo argomento che da anni mi sforzo di introdurre con pochi mezzi e con tanto entusiasmo nello "stanco" lettorato italiano che si dibatte fra un Harry Potter e i libri di cucina innumerevoli e poi, quando si trova davanti una badante ucraina o moldava o russa, sembra che queste donne vengano da chissà quale altro pianeta!

Ognuno di noi è un risultato di una storia (i nostri genitori, i nostri antenati, il nostro gruppo etnico etc.) come è per qualsiasi altro uomo nella nostra civiltà e chiunque se ne vanta quando può di discendere da chissà quale famiglia o quale famoso personaggio conosciuto da molti, ebbene anche le nazioni nuove venute fuori dalla liquidazione dell'URSS hanno una storia pregressa, ed è proprio quello che si può chiamare per essere semplici e divulgativi il Medioevo Russo (che poi è la denominazione usata ormai da anni dagli storici russi).

Che sarebbero la Lettonia, la Lituania, l'Estonia, l'Ucraina, la Bielorussia, la Finlandia, etc. etc., senza questa storia di popoli che arrivano, si fermano, continuano verso occidente oppure scompaiono nell'oblìo in questa estesissima pianura? Quanti hanno dimenticato che la foresta russa ha fornito per secoli l'Occidente con le materie prime che da questa parte del fiume Elba non si trovavano più? Eppure le dinastie scandinave erano di casa a Kiev, Filippo I di Francia era figlio di Anna di Kiev, i Cavalieri Teutonici ebbero l'incarico papale di perseguitare questi popoli perché scismatici-ortodossi, causando tantissimi morti e distruzioni, come sempre accade nelle guerre ideologico-religiose.

I Genovesi e i Veneziani ebbero contatti frequentissimi e intimissimi con il Medioevo Russo, contatti poco conosciuti anche perché da buoni commercianti non svelavano a nessuno dove si procuravano certe cose. Eppure i prelati della Chiesa indossavano abiti di lino di Suzdal', si orlavano i propri abiti da cerimonia con zibellino di Novgorod, e quanti schiavi, tutti russi, abitavano e servivano nelle corti (anche in Laterano!) europee fino al XV-XVI secolo.

Chi può dimenticare i sacrifici in uomini e in ricchezze da parte della Bassa del Volga per contenere i Tatari che premevano per conquistare a Cinghiz Khan e ai suoi discendenti l'Europa? Proprio Kiev fu distrutta per questo e si sacrificò pur non riuscendo a fermare i Tatari che si spinsero fino all'Elba e fin sulle rive dell'Adriatico! Dunque questa è la storia di cui mi sto occupando e c'è ancora tantissimo da raccontare, da riempire altri tredici lavori in futuro. Mi rammarico soltanto per una cosa, la sufficienza con cui questo argomento è trattato dai cosiddetti medievisti e slavisti (ma che significano queste parole? Che cosa racchiudono come concetto di lavoro o di indagine? Non sono mie queste domande, ma del compianto L. N. Gumiljòv), quando poi la ragione vera di tutto questo è dovuto all'iognoranza della lingua russa, polacca e ungherese!

Sono grato a chi come me fa gli sforzi che può per diffondere questa parte di storia europea come la sig.ra Maria Pia Belski o la sig.ra Laura Minguzzi o la sig.ra Carla Muschio, ma sarei più contento se qualche editore più sensibile mettesse i nostri lavori a disposizione di un pubblico molto più ampio di quello che abbiamo avuto fino ad oggi.

   

 

Aldo Marturano

 
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