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Il mercante di
eresie
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Inquisizione corruzione eresia nella cattolicissima Italia del XIII secolo
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Il
nuovo romanzo
storico di Andrea
Moneti
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Un
brano del volume:
Al nome di Dio, a dì 16 di aprile, Anno Domini 1304
Carissimo Iacopo, è passato quasi un anno dalla mia cacciata e molte cose sono successe. Ti scrivo dalle terre che appartengono al contado delle città di Vercelli e di Novara, un tempo possedimenti dei conti Biandrate. Il luogo dove mi trovo ha per nome Pian di Cordova ed è posto vicino alle borgate di Gattinara e Serravalle, a circa venti, fors’anche venticinque miglia dalla città di Vercelli, nella bassa Valsesia.
Ti starai domandando come e per quale cagione sono arrivato così lontano. Dopo la mia bandita da Arezzo, passati alcuni mesi, decisi di non seguitare il destino dell’esule come gli altri cacciati che erano meco. Girovagai e nel mio gitare finii nelle terre di Bologna e Parma. Fu lì che, mosso da non so quale sentimento, forse più dal bisogno e dalla necessità, cercai e ritrovai Marco Spina. Qualcosa mi spingeva al nostro amico veneziano, che viveva di elemosine e ancora vestito come un frate. Ora molte cose sono cambiate. Dolcino da Novara, l’eretico che abbiamo veduto e sentito in quella casa anni fa, adesso è lui la guida degli Apostolici. Gherardo Segarelli è morto bruciato nell’A.D. 1300 nella città di Parma. Ho seguito Marco fino in Valsesia perché a breve ci raggiungerà altra gente sua che, dopo aver peregrinato per le terre di Trento, le rive del lago di Garda e le diocesi di Bergamo, Como e Milano, è alla ricerca di un posto sicuro.
Gli abitanti di Gattinara ci hanno accolti con benevolenza e pure i magistrati del posto hanno festeggiato Dolcino. Ogni giorno giungono nuovi proseliti dalle vallate e dalle montagne vicine.
Non chiedo di giudicarmi ma di capirmi. Ho preso questa strada perché è stato il cuore a dirmelo, perché anelo a vedere l’alba di un mondo miliore e più giusto. Lo faccio per Eleonora e per il figlio mio, per tutti noi.
La gente qui con me ammira e venera Dolcino. È un profeta, ma non posso comprendere tutto ciò che ha detto e predetto in queste poche righe. Sappi solo che a breve cadrà il falso papa e con lui tutto il clero. Finalmente vi sarà un papa santo e comincerà per tutti gli uomini un tempo di pace universale. Dolcino ha scorto molti segni e prodigi e le stesse Sacre Scritture lo dicono. Egli incarna la speranza e anche io comincio a credere in ciò che lui va dicendo. Parla tu a mio padre, troverai le parole giuste. Se lo aggrada, digli che raccolga offerte e del danaro. Molta è la gente che deve essere sfamata. Potrà darlo a qualche mercataro di sua fiducia che abbia occasione di passare per queste contrade.
Altro non ho da dirti se non che tu mi saluti Eleonora. Dille che non abbia preoccupazioni perché io sto bene. Iddio ti aiuti e guardi anche la tua famiglia. Parmi mill’anni ch’io io trovi con voi.
Giovanni.
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