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VOBBIA, CASTELLO DELLA PIETRA

a cura di Antonella Pasquale

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Veduta dall'alto del castello.

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 Vobbia  Vobbia

 

Sezione trasversale  Vista dal sentiero d'accesso  Vista dal sentiero d'accesso  Vista dal ponte di Zan  Vista dal torrione di roccia maggiore

 

Il terzo livello dell'avancorpo  Salone principale  Dettagli del salone principale  La cisterna principale  Dentro le antiche tubazioni  Oratorio di Ronco Scrivia: ricostruzione del Castello della Pietra


 

 

       

 

       


Epoca: tra XI e XIII secolo.

Conservazione: è sottoposto ad interventi di recupero.

Come arrivarci

  

Cenni storici.

La costruzione del castello della Pietra risale probabilmente al secolo XI, quando la giurisdizione dei territori sulla destra dello Scrivia era competenza dei vescovi di Tortona. Le prime notizie documentate relative al castello risalgono però al 1252, anno in cui i marchesi di Gavi lo cedettero a Opizzone della Pietra.

Nel XIV secolo, la giurisdizione del castello e delle sue terre passarono agli Spinola che, nel 1313, ottennero dall'imperatore Enrico VII i feudi delle valli Vobbia, Scrivia e Borbera. Nel 1613, il castello della Pietra perse la sua autonomia: l'imperatore Mattia, infatti, elevò il feudo di Pallavicino a marchesato ed il castello vi fu annesso. Nell'ottobre 1797, a seguito del trattato di Campoformio, i feudi imperiali vennero annessi alla neonata Repubblica Ligure Democratica. Il castello della Pietra venne disarmato dei suoi cannoni di bronzo e incendiato dalle truppe francesi.

Nel 1981, con il castello ormai ridotto ad un rudere, la Provincia di Genova stanziò i primi fondi per il suo recupero. Il castello della Pietra, infatti, rappresenta un esempio eccezionalmente significativo di coesione tra opera dell'uomo e ambiente naturale, di economia costruttiva e di tecnica militare.

L'avancorpo è strutturato su tre livelli, quasi completamente ricavati sfruttando la parte di roccia. Arrivati al terzo livello, l'avancorpo si amplia ulteriormente, liberandosi in parte dall'abbraccio della roccia ed illuminandosi soprattutto grazie alle aperture sulla parete che lo separa dal salone principale.
Gli incendi ed il crollo del tetto hanno privato il salone di ogni motivo ornamentale e solo uno dei capitelli che lo abbellivano si è in parte conservato. L'originale soffitto a volta è andato quasi completamente perduto: a testimoniare l'accuratezza della costruzione restano alcune mensole in pietra e mattoni.

Sul lato destro del salone principale, si aprono gli accessi al torrione orientale, mentre dalla sinistra si raggiunge il camminamento di ronda. Appena oltrepassata la porta verso il camminamento, è visibile sulla sinistra una delle cisterne che rappresentavano la riserva d'acqua indispensabile per garantire l'assoluta autonomia della fortezza, soprattutto in caso di assedio.

Il quarto livello è la parte militarmente più importante del castello: i camminamenti di ronda, i posti di osservazione, le feritoie che tengono sotto tiro ogni possibile bersaglio. Un secondo tratto di camminamento porta ai resti del posto di guardia, sul torrione più alto: un vero e proprio nido d'aquila posto a quota 625

Il programma di recupero attuato dalla Provincia di Genova ha fornito un'indicazione importante per il futuro di alcuni castelli oggi ancora presenti in Valle Scrivia e rappresenta certamente un esempio di come questi edifici possano essere riportati all'antico splendore. È da sperarsi che dopo il castello della Pietra, ormai completamente recuperato, e dopo il castello di Torriglia, i cui lavori sono oggi ad un livello piuttosto avanzato, questa strada venga mantenuta anche per il castello di Savignone e finalmente intrapresa per il castello di Borgo Fornari.

      

   

  

©2002-2012 Antonella Pasquale. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

  


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