La «Bbc History» ha da poco pubblicato l'esito
di una sua inchiesta tesa ad appurare chi, a
giudizio di un team di competenti, sia stato il
britannico più malvagio di ciascuno dei dieci
secoli del secondo millennio testé conclusosi.
«Finché si scherza, si scherza», si usa dire.
Bene: agli scherzi e ai giochi, è giusto
starci. Ma ogni gioco ha le sue regole; e, se a
giocare è la «Bbc History», la popolare ma
anche autorevole rivista di storia della grande
emittente britannica, allora la faccenda cambia.
La «Bbc History» ha da poco pubblicato l'esito
di una sua inchiesta tesa ad appurare chi, a
giudizio di un team di competenti, sia stato il
britannico più malvagio di ciascuno dei dieci
secoli del secondo millennio testé conclusosi.
Le regole consistevano nel nominare una sola
persona per secolo, alla quale attribuire la non
troppo invidiabile palma della malvagità. Le
regole del gioco, dicevamo. Francamente, non
erano troppo chiare. Vi sono tanti modi di esser
malvagi: e tanti modi di definire e di misurare
la crudeltà umana. Chi dei due era più
orribile, il compassato Landru o il virtuoso
Saint-Just? Un sadico depravato è più o meno
mostruoso di un onesto e zelante funzionario
nazista, cittadino esemplare e buon padre di
famiglia che ama i fiori e gli animali e manda
con burocratica freddezza migliaia di gente a
morire? Dal momento che le regole del gioco non
erano chiare, i membri della giuria hanno, come
si dice, giudicato un po' a occhio.
Il "più cattivo" del Quattrocento,
allora, sarebbe Thomas Arundel, arcivescovo di
Canterbury: ora, anche senza scomodare il buon
William Shakespeare il quale ce ne ha lasciato
un ritratto agghiacciante (e, pare, storicamente
non esagerato), sembra proprio che re Riccardo
ne abbia combinate di ben più grosse del
prelato. Ma il punto è che l'Arundel esercitò
un controllo molto rigoroso contro gli eretici,
il che basta perché le delicate narici
britanniche d'oggi avvertano odor di papismo. E
poi evidentemente i giudici hanno costantemente
usato deferente rispetto per la corona: il che
spiega la "dimenticanza" di Riccardo
III; ma anche quella di Enrico VIII, personaggio
senza dubbio simpatico, intelligente, colto, e
abile politico: ma che, come uxoricida, aveva
poco da invidiare a Barbablu.
Invece, come "supercattivo" del
Cinquecento, si sceglie sir Richard Rich, un
testimone a carico di san Tommaso Moro ma, tutto
sommato, figura sbiadita. A proposito di santi.
Il professor John Hudson della Saint-Andrews
University, interpellato sul secolo XII indica
come supercattivo di quel tempo... proprio san
Thomas Becket, la vittima di quell'Enrico II che
invece, a sua volta, di gesti di ferocia ne compì
parecchi. Ma ecco l'escamotage nazionalreligioso:
da una parte si indica come supercattivo del
Duecento il fratello di Riccardo, Giovanni detto
"il Senza terra" , a onor del vero
cattivello sì, ma soprattutto poco
intelligente: dall'altra s'identifica nel Becket,
caduto martire per essersi opposto alle pretese
di Enrico II e per aver difeso le prerogative
della Chiesa e da essa canonizzato, un
"papista avant la lettre" , la
malvagità del quale sarebbe consistita
nell'aver "diviso l'Inghilterra" e
nell'essere stato iniziatore della
"politica spettacolo".
Ciliegina su questa poco appetitosa zuppa
inglese: il Seicento. Gli esperti designati
dalla Bbc eleggono senza pudore "cattivo
del secolo" Titus Gates, inventore di un
falso complotto contro Carlo II: un'altra
ballerina di fila per coprire il Grande
Protagonista, ma qui l'omissione è troppo
enorme. Ci si "dimentica" di Oliver
Cromwell, uno dei più spietati massacratori e
dei più crudeli tiranni della storia europea.
Che del resto anche nei libri di storia italiani
viene descritto come un pio e saggio riformatore
politico.
L'Inghilterra passa per essere il paese nel
quale si fa la migliore storia divulgativa di
tutta Europa. A giudicar da questo modello, c'è
davvero poco da star allegri.
Franco
Cardini
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