di Luisa Derosa
Introduzione - Le aree culturali - Le schede: Bitonto; Isole Tremiti; Bari; Taranto; Otranto; Trani; Brindisi; Giovinazzo; Bibliografia essenziale |
L’edificio
La cattedrale di
Bitonto venne costruita nel corso del XII secolo. Si tratta di una basilica a
tre navate, con matronei e torri
posticce e con un’ampia cripta ad oratorio.
Modello del
nuovo edificio fu la vicina chiesa di San
Nicola a Bari, riprodotta con minori
dimensioni ma anche con una grande coerenza. Questo edificio, le cui vicende
tra XI e XIII secolo si presentano assai complesse ed enigmatiche a causa
della pressocché totale assenza di documenti, ha restituito importanti
memorie del suo passato più antico, grazie ad un intervento di scavo,
eseguito in occasione dell’ultimo intervento di restauro, che ha interessato
l’intero corpo delle navate.
La storia stessa
della chiesa ha trovato grazie a queste indagini archeologiche una serie di
dati certi a cui ancorare il proprio passato.
è
emerso un
importante edificio di culto antecedente la chiesa romanica. L’attuale
struttura ricalca in modo singolare questo antico edificio, risalente al
periodo paleocristiano e riutilizzato, con l’inserzione di pilastri, per
tutto l’alto Medioevo. Il sorprendente stato di conservazione di questa
struttura rivela che le maestranze medievali hanno operato con il criterio di
utilizzare più parti possibili del precedente impianto, inglobando dove
possibile ampi tratti delle antiche murature e sigillando i più antichi
strati pavimentali sotto uno spessore di terra di circa 3 metri, quasi a volerne suggellare la memoria per
l’eternità.
La successione
degli strati pavimentali segna le diverse fasi di vita dell’edificio. La più
antica, quella paleocristiana, è ben riconoscibile nei preziosi frammenti del
tappeto musivo policromo, caratterizzato
da riquadri decorati a motivi geometrici e da un grande kàntharos
circondato da un serto d’edera che spicca
isolato in prossimità dell’area presbiteriale. La lunga frequentazione
dell’edificio è segnata dai numerosi interventi di risarcimento del piano
di calpestio, soprattutto nell’area presbiteriale. Grandi tasselli calcarei
di forma quadrata disposti in filari orizzontale, attraversati da bande
diagonali, per i confronti con alcuni esemplari analoghi di epoca
altomedievale presenti nella Puglia centrale, rimandano ad un periodo compreso
tra IX e X secolo. Pur essendo
ancora in corso lo studio sistematico dei risultati dello scavo è possibile
ipotizzare che in questa fase l’area
presbiteriale sia stata chiusa da una barriera con un’unica apertura che
metteva in comunicazione con la navata. Un basamento adiacente al lato destro
della recinzione, di forma quadrangolare con colonnine angolari di cui una
presenta scanalature riempite di un impasto
di frammenti marmorei di colore scuro è stato interpretato come un antico
ambone ma è più plausibile che si tratti del cosidetto ‘altare della
croce’, dal quale veniva distribuita la comunione ai laici.
Assai
problematica risulta individuare la funzione di un piccolo ambiente quadrato,
posto in corrispondenza al lato occidentale dell’edificio a pilastri,
pavimentato con un altro mosaico, perfettamente integro, raffigurante
nel grande quadrato centrale un monumentale grifone.
Di forma quadrangolare, lungo circa sette
metri per lato con muri di notevole spessore e ringrossi angolari,
quest’ambiente è stato variamente interpretato come un portico, una torre o
una cappella. Allo stesso periodo
risalgono i 52 frammenti scultorei, appartenenti all’incorniciatura di
almeno tre portali, riposti ordinatamente tra un muro di tompagno ed un muro
di catena del lato destro della chiesa, quasi a fare pensare ad un momentaneo
deposito in vista di una futura utilizzazione.
è
possibile che i lavori che
comportarono la costruzione della struttura con il grifo, la realizzazione
degli elementi scultorei dei portali, oltre alla decorazione ad affresco
dell’edificio, così come testimoniano alcune figure di santi dipinte sui
pilastri, fossero stati iniziati con
l’intento di ammodernare la vecchia struttura per adeguarla alle esigenze
del vescovado di nuova fondazione. Ma prima che il progetto fosse portato a
termine i nuovi tempi consigliarono di abbandonarlo per realizzare un edificio
in linea con le altre costruzioni sacre della Puglia, secondo nuovi linguaggi
e diversi modelli. è
probabile che il vecchio edificio sia rimasto in piedi
fino a quando il progetto della nuova chiesa non venne ultimato, almeno nella
parte della cripta e del capocroce.
IL MOSAICO (
Tav. I)Ubicazione:
Lato occidentale, torre o cappella
Datazione:
metà XI secolo
Materia
e tecnica:
tessere di
pietre calcaree di colore bianco, rosso, grigio-nero; marmi colorati tra cui
predomina il giallo antico. Opus sectile
alternato ad opus
tesselatum.
Descrizione: Nel grande pannello di forma rettangolare, un disco inscritto in un quadrato accoglie al centro una monumentale figura di grifone con un fiore pendente dal grande becco ricurvo.
Il pannello quadrato è caratterizzato da una cornice decorata con piccole croci in tesselato di colore bianco, rosso e nero. La cornice del cerchio è invece occupata da un motivo a palmette di colore bianco eseguito con la tecnica del sectile su un fondo alternato di colore grigio-nero e rosso in tesselato. A questo cerchio sono collegati da un nastro sottile quattro cerchi minori che ospitano rispettivamente due uccelli, una pianta e un fiore a quattro petali. Il
grifo è invece realizzato interamente con la tecnica dell’opus sectile con marmi tagliati in pezzature triangolari e rettangolari con prevalenza del giallo antico alternato a marmi di colore più scuro o più chiaro, tono su tono. In marmo bianco è invece eseguito l’occhio e il collare. I contorni dell’animale fantastico sono segnati, come il piumaggio degli uccelli e la doppia cornice delle croci, da una fila di piccole tessere color antracite, usate anche per disegnare e campire il becco ricurvo del grifone. Il fondo del cerchio è invece campito con piccole tessere quadrate di colore bianco con allineamenti che partono dalla circonferenza e convergono variamente verso la figura del grifo, adattandosi alle diverse forme degli interstizi, segno della modalità di esecuzione dell’opera, probabilmente affidata a più mani. Un grande pannello rettangolare segna il passaggio alla navata della chiesa. è decorato con un motivo a stuoia a larghe maglie. Sui lati invece altre due cornici con motivi a pelte, a scacchiera e a triangoli intrecciati raccordano il pannello centrale alle pareti d’ambito.Iconografia:
Il grifone è un animale fantastico di antica origine, nato dalla fusione dei
due animali regali per eccellenza, il leone
che regna sulla terra e
l’aquila
dominatrice del cielo, il cui significato simbolico è legato alla
doppia natura del Cristo, Dio e Uomo. Il corpo leonino da quadrupede terrestre
del grifone rappresenta nel pensiero medievale la Materia, mentre la forza che
la domina, la testa dell’aquila, è lo Spirito. Partendo da questa
riflessione i commentatori medievali hanno visto in questo animale il simbolo
della saggezza cristiana e della forza di Cristo.
Dante parla dell’«animale
dalla doppia natura» le cui «ali si estendevano al di là della vista» (Purgatorio, Canto XXIX). L’immagine di Bitonto ricalca fedelmente quella
dei Bestiari,
in cui il grifone è descritto in atteggiamento fiero con la
zampa anteriore destra sollevata, come se fosse in procinto di levarsi verso
il sole. L’immagine del grifo, come nel mosaico delle
Tremiti, è inserito
in uno schema a cinque cerchi – o ‘quinconcia’ – simbolo di origine
classica e di significato cosmico.
Osservazioni: Il mosaico della cattedrale di Bitonto si contraddistingue per la raffinata
sensibilità compositiva e cromatica. Innegabili sono le analogie, almeno sul
piano iconografico, con il mosaico di Tremiti. Nello stesso tempo un’analisi attenta delle due opere mostra
profonde differenze di tecnica e di stile. Mentre nel mosaico delle Tremiti
predomina la tecnica dell’opus
tesselatum con piccoli inserti di sectile
a definire le pupille degli animali, il collare di un piccolo grifo nella
zona del presbiterio ed il motivo a scacchiera del corpo dei pesci, a Bitonto
il rapporto si inverte, col netto
predominio di larghe pezzature di marmo variamente disposte secondo precisi
disegni geometrici. Anche il confronto tra i due grifoni mostra notevoli
differenze, aggressivo e metallico quello di Tremiti, maestoso e sereno quello
di Bitonto. In quest’ultima figura
manca, inoltre, qualsiasi ricerca naturalistica, così come assente è la
ricerca di volumetria della figura, al contrario del mosaico delle Tremiti. Al
nitido disegno del contorno sono affidati gli effetti di movimento
dell’animale e di rotondità delle forme.
A
Bitonto evidente è la volontà di realizzare un’opera preziosa e raffinata,
come si evince dalla insistita ricchezza di particolari.
Se nel complesso i temi iconografici dei due mosaici sono tratti in prevalenza dal mondo orientale non mancano, nelle decorazioni aniconiche, particolari tratti dal repertorio decorativo occidentale. Il raffinato tema dei triangoli intrecciati, presente anche in un pannello nel presbiterio di Tremiti, ricorda l’analogo motivo degli intrecci ‘barbarici’, presenti, ad esempio, nel mosaico di Cervignano del Friuli.
Originalissimo è, a Bitonto, anche l’impiego di entrambe le tecniche, utilizzate in ragione dei particolari effetti che si volevano raggiungere. Una ricerca analoga a quella presente in un altro edificio pugliese, la chiesa abbaziale di San Benedetto a Conversano, dove il mosaico è utilizzato come decorazione delle pareti esterne dell’edificio. Sorprendentemente simile è il motivo delle palmette ritmicamente alternate realizzate in sectile con marmi bianchi opportunamente tagliati che a Bitonto decorano la cornice del tondo. Altri confronti si notano tra il grifo di Bitonto ed un piccolo pannello rettangolare inserito sulla parete settentrionale della chiesa conversanese decorato dalla figura di un grifo alato, accovacciato, realizzato con pezzi di marmo sagomati su un fondo di tessere musive. Analoghi a quelli del grifo bitontino sono il profilo del becco, la maniera di realizzare le ali con strisce parallele di piccole tessere musive alternate a frammenti marmorei, le zampe fornite di vistosi artigli.
Pur non avendo precisi elementi di datazione del complesso conversanese, numerosi indizi portano a datare l’edificio intorno alla metà dell’XI secolo, datazione che ben si adatta anche al mosaico di Bitonto. è probabile che prima della costruzione della chiesa romanica si fosse messo mano ad un progetto di rammodernamento del vecchio edificio altomedievale, in conseguenza dell’elevazione dell’antica chiesa a sede vescovile. La torre antistante la facciata dovette accogliere un luogo di culto privilegiato e per tale motivo venne pavimentata da un suntuoso tappeto musivo. La mancanza di gradini di accesso dall’esterno e la posizione stessa del grifo rivolto verso la navata portano ad escludere che la torre fungesse da ingresso alla chiesa. Al contrario, per la sua presenza venne progettato lo spostamento dell’ingresso principale sul fianco sud dell’edificio, come rivelano i conci decorati da figure animali, palmette e caratteri pseudo-cufici realizzati per due o forse tre portali ma mai messi in opera. Ma ben presto si decise di costruire una nuova chiesa, di maggiori dimensioni, in linea con quanto avveniva nel resto della Puglia.
BIBLIOGRAFIA
SPECIFICA
P.
BELLI D’ELIA, s.v. Bitonto, in Enciclopedia
dell’Arte medievale, vol. iii,
Roma 1992, pp. 513-517
M.R.
DEPALO, La cattedrale: le indagini
archeologiche, in Castelli e
Cattedrali di Puglia a cent’anni dall’Esposizione Nazionale di Torino,
a cura di C. Gelao e G. Iacobitti, Catalogo della mostra (Bari 1999), Bari
1999, pp. 511-514.
P.
BELLI D’ELIA, Espressioni figurative
protoromaniche nella Puglia centrale: il ‘mosaico del grifo’ della
cattedrale di Bitonto, in Bitonto e
la Puglia tra Tardoantico e Regno normanno, Atti del Convegno (Bitonto
15-17 ottobre 1998), a cura di C.S. Fioriello, Bari 1999, pp. 171-192
REFERENZE
FOTOGRAFICHE: Foto 1 e 2 da: Castelli
e Cattedrali di Puglia cit
Vedi anche, nel sito: Bitonto: Cattedrale (di Stefania Mola).