TUTTE LE FORTIFICAZIONI DELLA PROVINCIA DI BARLETTA-ANDRIA-TRANI
in sintesi
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Andria (palazzo ducale, porta Sant'Andrea)
«Palazzo Ducale. La tradizione vuole che il Palazzo sia sorto sulle fondamenta di una costruzione fortificata di epoca sveva ma l'ipotesi è da verificare. Si dice anche che qui sia nato Corrado IV di Svevia nel 1228. A ridosso dell'abside della Cattedrale, si notano i resti di impianto umanistico-rinascimentale risalenti ai Del Balzo, duchi della città dal XIV al XVI secolo. L'aspetto attuale venne dato da Fabrizio Carafa, nel secolo XVI, quando il Palazzo fu ampliato e assunse un aspetto principesco. Verso la metà del XIX secolo fu venduto agli Spagnoletti-Zeuli che aggiunsero un nuovo corpo di fabbrica di fronte a piazza "Catuma". Nei primi del '900 si ristrutturò il lato prospiciente piazza La Corte.
Porta Sant'Andrea. La Porta di Sant'Andrea è l'unica superstite delle quattro porte della città e ricorda il legame tra Andria e l'imperatore Federico II di Svevia. Nelle sue vicinanze sorgeva una omonima chiesetta, abbattuta negli anni '50 assieme all'omonimo quartiere detto "Grotte". La struttura attuale è stata costruita nel 1593 in relazione, sembra, con l'invenzione con l'immagine sacra della Madonna dei Miracoli avvenuta nel 1576, nella cui direzione essa si apre. La data è incisa in maniera poco leggibile al di sopra della chiave dell'arco alla base di un grandioso stemma centrale, oggi scomparso. Sulla sommità della facciata tardo rinascimentale si trova incisa la seguente iscrizione: IMPERATOR FEDERICUS AD ANDRIANOS / ANDRIA FIDELIS NOSTRIS AFFIXA MEDULLIS. Al di sotto di questa epigrafe, in luogo del citato stemma centrale, è murata una epigrafe apocrifa che reca l'iscrizione "1230". L'iscrizione si riferisce all'episodio riportato dalla tradizione secondo la quale nel 1229 l'imperatore Federico II di Svevia, di ritorno dalla Crociata detta anche "Crociata degli scomunicati" sbarcando in Puglia trovò numerose città in rivolta mentre solo Andria gli testimoniò amicizia e fedeltà. Sempre secondo la tradizione, nei pressi della porta sarebbe avvenuto l'incontro tra Federico II di Svevia ed i rappresentanti delle famiglie nobili della città (Quarti, Curtopassi, Marulli, Conoscitore e Fanelli) che gli tributarono fedeltà. In tale occasione l'Imperatore avrebbe dettato il citato esametro "Andria fidelis nostris nostris affixa medullis", poi inciso sulla sommità della porta. Per questo motivo la porta è chiamata dal volgo anche con il nome di "Arco di Federico". Nella seconda metà del XVIII secolo la facciata fu sopraelevata con un fastigio barocco in tufo, ben distinguibile dalla parte sottostante in pietra calcarea».
http://www.proloco.andria.ba.it/monumenti.php#palazzoducale
Andria (resti del castello normanno-svevo)
a cura di Vincenzo Zito
Barletta (borgo, mura ed edifici vari)
«Le prime mura urbiche furono edificate dai Normanni, che occuparono il territorio barlettano tra l'XI ed il XII secolo. Le mura cingevano allora l'originario nucleo di Santa Maria. Durante la dominazione sveva l'imperatore Federico II ampliò il fortino normanno edificando la sua domus, individuabile nell'attuale sede della Biblioteca Comunale. Con l'arrivo degli Angioini vi furono nuovi lavori sulla cinta muraria, per proteggere l'area più a sud, un ampliamento del castello con la costruzione del palatium sul lato nord, abbattuto in seguito dagli Aragonesi, e lo scavo del fossato intorno al castello. Il periodo aragonese modificò significativamente il tracciato delle mura, fino a cingere un'ampia parte dell'edificato attualmente appartenente al quartiere San Giacomo-Settefrati. Fu in questo periodo che il castello assume la definitiva ed attuale conformazione architettonica. Nel 1860 ebbe inizio l'abbattimento della cinta muraria che ostacolava l'espansione edilizia, il commercio con le città limitrofe e la costruzione della ferrovia con la relativa stazione e degli stabilimenti industriali. Dell'antica cinta muraria restano: il castello; tutte le mura "a mare" (mura del Carmine, dal nome dell'omonima chiesa) che partono da Porta Marina per arrivare al Paraticchio; un frammento a nord-ovest nei pressi del fossato del castello e ad esso attiguo; il bastione, localmente conosciuto come il "Paraticchio", che si affaccia sugli arenili della litoranea di ponente; Porta Marina nell'omonima piazza. Palazzo della Marra. Sito in via Cialdini, è uno dei più prestigiosi esempi di architettura barocca in Puglia. Sin dalla metà del 1500, è stato dimora d'importanti famiglie aristocratiche. Costruito su tre livelli, l'edificio è caratterizzato, sul fronte principale, da un balcone la cui facciata risulta riccamente ornata, sorretto da cinque mensole ornate da mostri, cani e grifi. La corte centrale presenta un loggiato e colonne che sorreggono archi. È sede al secondo piano, in maniera permanente, della Pinacoteca De Nittis mentre, al primo piano, di mostre temporanee nonché di una sala conferenze. Palazzo Santacroce. È ubicato esattamente di fronte alla facciata principale del duomo, tanto da occuparne un'ampia area del sagrato che in precedenza era di dimensioni maggiori. La facciata principale presenta il piano terra bugnato e quello superiore caratterizzato da una perfetta simmetria delle bucature. Il portale d'accesso è dotato di un arco a sesto acuto, inquadrato da una cornice. In asse si trovano poi il balcone di rappresentanza e infine un timpano triangolare. Palazzo de Leone Pandolfelli. Si trova in via Cavour, lungo l'antica "Strada del cambio". Le prime notizie su questo palazzo risalgono al 1418; sono attestati ulteriori rifacimenti durante la metà del XVI secolo. La facciata principale è scandita ai livelli superiori da lesene che intervallano aperture su un balcone che corre lungo l'intero fronte».
http://it.wikipedia.org/wiki/Barletta#Architetture_civili
a cura di Luigi Bressan
Le foto degli amici di Castelli medievali
Barletta (masseria fortificata Antenisi)
«Masseria settecentesca fortificata, a corte aperta, costituita da due volumi disposti a "L", con chiesetta votiva, appartenuta alla famiglia Jannuzzi. Ubicazione: strada di accesso al km 9,300 della S.S. 93 Località Antenisi Barletta BA Puglia. La costruzione originaria risale al 1773 (cfr. lapide all'ingresso della chiesa); ha pianta ad "L", costituita da: la chiesa e il vano annesso, il corpo trasversale ad un piano con tre ingressi, l'edificio a due piani con corte chiusa all'interno. Il successivo edificio con chiesetta al 1783, il palazzetto al 1834 e altri locali sono stati aggiunti nel 1870 e nel 1910. Pregevole il portale di accesso alla corte interna, una lunga balconata al primo piano e il campanile barocco della chiesetta».
http://www.ba.itc.cnr.it/BRL/BRL0048.html
Barletta (masseria fortificata Boccuta)
«Masseria fortificata del XVIII sec. costituita da casa padronale, cafonerie e forno e pagliaia con annessa colombaia. Ubicazione: Località Boccuta; su di un costone e guarda la valle dell'Ofanto. La masseria è costituita da tre corpi di fabbrica: la casa padronale a due piani, le ex-cafonerie e un edificio con garitta pensile e colombaia. La costruzione risale a fine '700, ma sono tardo-ottocenteschi alcuni elementi architettonici. Di particolare pregio la scala di accesso in pietra con volta a botte affrescata e il forno in pietra. Del 1874 l'edificio con garitta e di inizio '900 l'edificio ad un piano con colombaia. Nel 1979 fu scoperta una testina arcaica scolpita su selce».
http://www.ba.itc.cnr.it/BRL/BRL1317.html
Barletta (masseria fortificata Coppabianca)
«Posto di guardia e masseria risalente al 1715, dotata di scala esterna di accesso a "L" con ponte levatoio. Ubicazione: Contrada La Bianca Barletta BA Puglia Risale al 1715 (cfr. iscrizione su architrave riutilizzato nella scala esterna) ed e' costituita da due torri: in quella con accesso da una scala con ponte levatoio si trova un frantoio scavato nella roccia; a lato un torrino utilizzato come forno».
http://www.ba.itc.cnr.it/BRL/BRL1322.html
Barletta (masseria fortificata Montaltino)
«ll complesso di Montaltino si può considerare, secondo alcune classificazioni, appartenente al gruppo delle forme a blocco e polimeriche, designate tra le masserie a villaggio. Esempi come questo si incontrano sporadicamente per quasi tutto il territorio meridionale, con aspetto, nell'elemento popolare del complesso, ora di castello, ora di villa rustica o di severo fortilizio. 1° edificio "della Duchessa": originaria Stazione di Posta, costituita da un fabbricato isolato, a 2 p.f.t. Sono presenti al piano terra 17 locali, al primo piano 7 vani. Rappresenta una delle costruzioni più antiche fra quelle esistenti della contrada di Montaltino ed era denominata "Taverna Montaltino". 2° edificio "del Duca": costruzione a 2 p.f.t. Sul prospetto nord si nota una vela campanaria in muratura, testimonianza di un luogo di preghiera. Al piano terra ci sono 11 vani, per deposito e magazzini; al primo piano 8 vani o più servizi, per abitazione padronale. Chiesa: ad una sola navata, costruita nella seconda metà del XIX secolo, così come riportato da una lapide (1869-1878)».
http://spazioinwind.libero.it/masserie_di_barletta/mass.Montaltino.htm
Barletta (masseria fortificata Santa Maria di Cafiero)
«Masseria a corte del 1819 ubicata accanto a delle cave di tufo, costituita dalla casa padronale fortificata con garitte angolari e dalle stalle parzialmente ipogee. Colombaia di fine '800 dell'arch. Santacroce. Ubicazione: Contrada Rasciatano, nei pressi di cave tufacee. Il complesso massariale, costruito tra Ottocento e Novecento, è molto vasto e si compone di due raggruppamenti di edifici. L'uno vicino alla casa patronale, con l'alloggio per i pastori, i magazzini e lo jazzo, ricavato in una cava; l'altro con la chiesa al centro e attorno i magazzini, lo stabilimento oleario, il forno e la colombaia. La casa, del 1819, è fortificata: ha 3 garitte e una torretta sui quattro spigoli, e il ponte levatoio per l'accesso al secondo piano».
http://www.ba.itc.cnr.it/BRL/BRL1327.html
Barletta (masseria fortificata Tittadegna)
«La masseria è situata in via Tittadegna, dopo aver percorso circa 2 Km. su via Fracanzano (Barletta). Il complesso è abbastanza vasto, composto da due masserie ben distinte nella loro perimetrazione e accesso. 1^ masseria: è disposta ortogonalmente al fronte stradale; è probabilmente la masseria di campo con pascolo e seminativo. Questo edificio è composto da cinque vani, ciascuno con camino, con accesso esterno indipendente, un vano destinato agli attrezzi agricoli o a stalla, e un campo murato da un recinto basso, attualmente incolto. 2^ masseria: di aspetto assai più nobile, è interamente chiusa dall'esterno mediante un muro di cinta. è costituita da un corpo a forma di torre a sviluppo longitudinale sul lato sinistro e con annesso vano scala, mentre sulla destra è presente un blocco a forma di parallelepipedo. L'edificio torrato è abbandonato, in buona parte ormai scoperchiato e mostra numerose tracce di interventi recenti in cemento. L'altro corpo è in discreto stato e probabilmente destinato a deposito di attrezzi agricoli».
http://spazioinwind.libero.it/masserie_di_barletta/mass.Tittadegna.htm
«Alcuni locali a piano terra e piano seminterrato risalgono alla fine del XIII secolo, durante la dominazione angioina. Nel XVI sec. fu acquistato dalla famiglia Affaitati e fu sopraelevato e ampliato. L'edificio presenta pianta rettangolare in muratura portante, con volte a botte al piano terra e solai in legno e finte volte a padiglione ai piani superiori. La copertura è a tetto tranne una piccola zona terrazza».
http://www.ba.itc.cnr.it/BRL/BRL0036.html
«è uno dei rarissimi esempi di architettura civile privata medievale esistenti in Puglia e in Italia meridionale, giunti fino a noi in condizioni pressoché intatte. La sua fondazione è collocabile verso la fine del XIII secolo, quando la città assurse a particolare importanza e floridezza. L'edificio, il cui aspetto risale al XV-XVI secolo, è il risultato della unificazione in un unico complesso di diversi edifici posti intorno ad un cortile. Si tratta di un tipico esempio di casa "palazziata" medievale, di una struttura abitativa la cui complessità strutturale viene unificata da una facciata unitaria e monumentale. Lo stile del porticato è gotico, ad arconi ogivali poggianti su robusti pilastri quadrati a bugnato rustico. C'è chi vi ha visto dei forti legami con l'architettura cistercense e borgognona, come nella vicina Basilica del Santo Sepolcro. Per la sua eccezionalità la facciata rientra dai primi del '900 tra i monumenti nazionali sottoposti a tutela».
http://www.barlettacity.it/STORIA/BORGO%20ANTICO/palazzo_bonelli.htm
«Il Palazzo Bruotschy fu costruito nel 1621, ma la sua prima ed originaria edificazione sembra risalire ad epoca precedente. La particolarità di questo palazzo risiede nell’aver conservato il portico antistante la facciata, ciò che rimane di un edificio non più tardo del primo ‘500. La struttura, più volte modificata, consta di quattro archi con volta a crociera, due a sesto acuto e due a tutto sesto, che ingentiliscono l’edificio, regalandole una linea essenziale ma elegante».
http://www.viaggiareinpuglia.it/at/4/luogocultura/1414/it/Palazzo-Bruotschy-
Barletta (palazzo dell'Arco Pretorio)
«Costruito nel 1473 da Francesco de Armis come sede del Capitano di Giustizia, dal 1501 al 1503 fu sede del Governatorato spagnolo per le provincie di Puglia e Calabria. Di grandi dimensioni, si sviluppa su due livelli: al piano terra un portico con archi a sesto acuto; il primo piano poggia su un solaio in legno visibile dal portico sottostante».
http://www.ba.itc.cnr.it/BRL/BRL0023.html
Barletta (palazzo Della Marra)
«Nella seconda metà del '500 la nobile famiglia della Marra fece costruire l'attuale splendido palazzo che da questa antica famiglia della città di Barletta prende il nome. Il palazzo della Marra è rimasto immutato nel suo aspetto esteriore. Si tratta probabilmente dell'unico esempio, certamente il più notevole e splendido, di "Barocco leccese" al di fuori dell'area salentina. Il maestro costruttore, l'architetto leccese Perna, infatti, fu espressamente chiamato per la trasformazione delle due facciate. Ammirevole soprattutto è il prospetto principale ove si apre il portone affiancato da due colonne "bugnate" e da due figure che rappresentano la vecchiaia e la giovinezza. Il balcone è sorretto da cinque mensole raffiguranti mostri, cani e grifi. Notevole per fattura e bellezza la fascia marcapiano che divide il piano terra bugnato dal liscio piano nobile. I due vani del balcone sono inframmezzati da tre colonne con capitelli umani e sono sormontati ciascuna da due aquile ad ali spiegate circondate da decorazioni arabescate e da due figure a busto intero per ogni lato. Al centro campeggia lo scudo dei della Marra. Il tutto è scolpito nella duttile pietra tufacea proveniente dal Salento. Di pregio assoluto la loggia posteriore in cui ogni particolare architettonico è decorato con fantastici arabeschi a temi vegetali e zoomorfi».
http://www.barlettacity.it/STORIA/palazzo_marra.htm
Barletta (palazzo Marulli De Martino)
«Il palazzo si apre su uno dei corsi principali della città di fronte a palazzo Gentile. L'edificio risale con certezza alla fine del XVI secolo, i documenti dicono infatti che esso nel 1599 apparteneva alla famiglia Marulli. L'edificio, oltre alla eccezionale bellezza, ritrovata dopo recente restauro, possiede per Barletta un significato storico particolare: esso ha ospitato i sovrani del periodo francese del Regno di Napoli, Giusappe Bonaparte nel 1807 e Gioacchino Murat nel 1813. Il piano terra, rivestito a bugnato a fasce orizzontali alternate (sporgenti e rientranti) è scandito da quattro portoni. Il principale, con arco a tutto sesto, immette nel cortile centrale, su cui si aprono numerose botteghe. Anche gli altri portali della facciata hanno la funzione di botteghe in stile cosiddetto "alla romana". Il piano superiore, diviso da una cornice marcapiano, è compartito da sei lesene con basamento in pietra e coronate capitelli compositi. Vi si aprono cinque finestre-balconate sormontate da corone di alloro. Il medesimo motivo di lesene e finestre prosegue sulla facciata laterale affacciata sullo slargo di San Domenico. La facciata termina in un aggettante cornicione».
http://www.comune.barletta.ba.it/luoghi/palazzi/croce/croce.html
Barletta (palazzo Santa Croce)
«Il palazzo si affaccia sulla piazzetta che precede la cattedrale. Prima della costruzione dell'attuale edificio lo slargo su cui si affacciava il Duomo risultava molto più ampio. La potenza della famiglia Santa Croce permise però che la sua costruzione fosse tollerata. La parte inferiore della facciata, risalente al XIV secolo, conserva i caratteri tipici dell'architettura medievale. Portale centrale con arco ogivale riquadrato, paramento in bugnato rustico e assenza, in origine, di altre aperture o finestre. Dal portale si accede ad un ampio cortile interno. Il piano superiore appare evidentemente di epoca moderna, caratterizzato com'è da ampie finestre allungate, delle quali una al centro con un piccolo balcone. Questa finestra centrale, in asse con il portale, appare sormontata da un timpano triangolare. Il paramento di questo secondo piano è a calce scandito da lisce lesene che proseguono verso il cornicione gli stipiti lisci delle finestre. Due larghe lesene, anch'esse lisce e piatte, inquadrano la finestra centrale. In ultimo è da notare, anche in palazzo Santa Croce, la ricorrenza del motivo dell'arco ogivale riquadrato, motivo che ritroviamo in molti altri palazzi».
http://www.comune.barletta.ba.it/luoghi/palazzi/croce/croce.html
Barletta (Torre della Guardia)
redazionale
Barletta (Torre Ofanto, località Fiumara)
redazionale
Barletta (Torre Romanelli, località Labianca)
redazionale
Bisceglie (casale Cirignano, torre Voragine)
«Sorgeva a 5 km dalla città. Ne era protettrice la Vergine del Soccorso, il cui culto sarà trasferito in S. Adoeno nel 1074. Sui ruderi del casale sorge la torre Voragine (tòrre de Verràscene)».
http://www.bisceglieonline.net/proloco.cgi?key=casali.html#casale%20di%20Cirignano
«È ubicato al confine del territorio di Bisceglie con Trani, lungo la stessa strada che conduce al casale di Pacciano, a circa 3 km da questo e a 4 km dal centro urbano. Il riferimento al casale di Giano compare per la prima volta in un documento, datato al 965 e contenuto nel Codex diplomaticus cavensis. Del casale oggi restano una chiesa, detta Santa Maria di Giano, con annesse altre fabbriche, in cui si riconoscono alcuni elementi del vecchio casale. A 250 metri di distanza, in direzione Ovest, vi è un'altra chiesa, più piccola, detta comunemente "Tempio di Giano", molto simile a S. Angelo di Pacciano, tanto per la dislocazione planimetrica, quanto per tipologia e architettura. ... La datazione degli affreschi (seconda metà del XIII sec.) ed i rifacimenti settecenteschi della chiesa dimostrano che il casale non è stato abbandonato dopo l'inurbamento dei casalini. Ancora oggi nella chiesa di proprietà della parrocchia di S. Domenico, una volta l'anno, la seconda Domenica dopo Pasqua, si officia una messa. ...».
http://www.bisceglieonline.net/proloco.cgi?key=casali.html#casale%20di%20Giano
«Del Casale di Pacciano si hanno le più antiche notizie documentate e precisamente un diploma di concessione del 789 con cui Arigiso, Principe Longobardo di Benevento, concedeva case di "Papiano super Trane", appartenute a servi palatini, al monastero di S. Sofia. Il nome "Papianus" deriva delle voci greche "Papas" (sacerdote) e "ano'' (al di sopra), cioè come luogo ove risiedeva l'autorità religiosa (e forse anche giuridica) principale della zona, (con preminenza forse anche sugli altri casali), il che sarebbe comprovato anche dal secondo nome con cui questo casale veniva chiamato, e cioè Priminiano, dal "praemineo" latino (stare al di sopra). Da notare come la dizione "Papiano super Trane" fa pensare, che in quell'epoca (789) non esistesse ancora Bisceglie come città. Sicuramente lo era invece come casale, cioè alla pari di Papiano, e pertanto volendo riferire questo ad una città, viene detto ''super Trane". è ubicato sulla via di Bisceglie-Corato, a circa 4 Km. dal paese. Osservando la planimetria catastale e la pianta appare evidente che la precedente strada Bisceglie-Corato attraversava proprio il casale, entrando da Sud attraverso la porta ancora conservata, ed uscendo probabilmente da un'altra porta (a Nord) andata distrutta. Infatti, in corrispondenza della porta sud la strada risulta deviata sul lato ovest, in epoca successiva allo spopolamento del casale, per evitare il passaggio obbligato attraverso la porta stessa con limitazione per le dimensioni dei mezzi di trasporto (è larga m. 2.30 tra gli stipiti ed alta altrettanto, all'imposta dell'arco). Del recinto attuale appare pertanto originale (cioè nella stessa posizione del primitivo ma probabilmente rimaneggiato) solo il tratto a Sud, comprendente la porta, fino al corpo di fabbrica di Sud-Est, attiguo; le altre parti sono sicuramente molto recenti, realizzate al fine di restringere al minimo la parte di suolo non coltivabile chiudendo lo spazio libero tra gli edifici ancora in piedi, almeno quelli più ravvicinati, che sono fondamentalmente tre: la chiesa di Ognissanti, la torre con annessa abitazione, e un altro corpo costituito da unico vano, probabile ricovero di animali. All'interno del recinto inoltre si può osservare un vano interrato, in parte fuoriuscente dal recinto stesso, adibito a deposito derrate. Un altro edificio sacro, più piccolo, la chiesa di S. Angelo, si trova distante dai primi (circa 100 m), fuori dal recinto, e adibita attualmente a deposito agricolo. Quest'ultimo fatto dimostra quanto detto innanzi sul recinto e come l'estensione del casale fosse di una certa entità e non solo quella di un gruppo di case intorno ad un cortile.
Le fabbriche più interessanti sono senza dubbio le due chiese e la torre. ... L'altro elemento, caratteristico dei casali, compreso nel recinto, è la torre. Di pianta rettangolare e dimensioni contenute (m. 3,5 x 4,5 e altezza m. 6,50), ha due livelli: p. terra, coperto con impalcato di legno, e primo piano, coperto con volta a botte in pietra. La muratura è in pietrame, appena sbozzato, simile alla chiesa, con parti intonacate all'esterno. Il corpo di fabbrica addossato alla torre è un grosso vano, voltato a botte, diviso in due ambienti. Ha un accesso dal cortile, sul fronte ovest, ed uno su quello sud, sul fronte esterno del recinto; ha inoltre una finestra alta sul lato nord, verso il cortile, ed un camino, oltre al boccaglio di una cisterna d'acqua,sottostante al vano stesso. Per questo sembra essere stato adibito a dimora umana, anche se forse non stabile, mentre l'altro ambiente, per la presenza di mangiatoie, appare essere stato utilizzato per ricovero animali. L'ulteriore corpo di fabbrica emergente nel recinto, posto nell'angolo nordovest, è anch'esso un unico vano voltato a botte, usato per ricovero di animali, a giudicare dai fori d'aereazione esistenti. Esiste inoltre, all'interno del recinto (e sporgente anche in parte all'esterno di esso, verso sud-est) un lungo vano quasi completamente interrato e con copertura a botte, che sporge di poco dal piano del cortile (circa 1 m). Del recinto infine si distinguono, oltre la parte a sud comprendente la porta del casale e che sembra analoga al tratto ad ovest, la parte a sud-est, che è più bassa e più sottile, e le due parti ad est e a nord, a sezione trapezia, basse ma larghe, che appaiono anche le più recenti. ...».
http://www.rilievo.poliba.it/studenti/aa02/antonino/global/tema/casali/pacciano/pacciano.html
«L'antico casale di Sagina era ubicato lungo una strada trasversale alla costa, divenuta poi la Bisceglie-Corato. Di esso resta oggi solo una torre, su tre livelli (p. terra, primo e secondo piano) con scala interna. Le dimensioni, i rapporti e il campanile a vela sovrastante (di epoca recente, XVIII sec. forse) la mettono in diretta relazione con la torre del casale di Zappino. L'intonaco esterno ed interno (anch'esso recente) impedisce la lettura della struttura muraria e dei vani delle porte e finestre originali (quelli esistenti sono di fattura successiva). S. Mauro e i cavalieri romani Sergio e Pantaleone subirono il martirio a Sagina. S. Sergio fu scarnificato con uncini di ferro; Pantaleone fu affisso in croce. S. Mauro vescovo, che splendeva più di essi per la predicazione e per i miracoli, ebbe troncato il capo (Anno 117, 170 dell'impero di Traiano). I tre corpi furono seppelliti in una chiesetta intitolata a S. Sergio. Nell'840 per incursione dei Saraceni, la chiesetta fu diroccata e "la memoria dei martiri si disperse sino al tempo della loro invenzione". Sul luogo del sacro ritrovamento, fu innalzato dalla pietà dei fedeli il tempietto di S. Giovanni Evangelista. "Posti su di un carro i tre tesori, i buoi furono lasciati liberi di andare dove volessero. Dopo aver girato vari territori, alla fine, stanchi, i buoi si arrestarono in territorio di Bisceglie. Il loro decreto fu rispettato. Così noi li vediamo, oggi, sopra lo splendido portale della Cattedrale, in piena gloria negli abiti nei quali i tre adempirono in terra al loro mandato. Il vescovo al centro, in tiara, ed ai due lati i soldati a cavallo, armati, nell'uniforme romana" (Kazimiera A., Segreti di Puglia, Napoli 1951). Nell'antico casale, nel 1708 il vescovo Sarnelli fece edificare una cappella dei Santi Martiri dove furono trovate le Sante Reliquie, realizzata a spese di Vincenzo Lazzo, padrone del luogo».
http://www.rilievo.poliba.it/studenti/aa02/antonino/global/tema/casali/sagina/sagina.html
Bisceglie (casale San Nicola, torre Longa)
«Situato in vicinanza della costa in prossimità della strada interna per Molfetta, si presenta con delimitazioni precise e risulta il meglio conservato tra i casali. è costituito da un cortile a pianta rettangolare cinto da muratura fortificata su due lati contigui, e da due lunghi ambienti coperti con volta a botte sugli altri due lati, da due torri poste su due angoli diametralmente opposti, e da una chiesetta attigua ad una delle torri. Questa costruzione doveva essere il centro dell’intero casale, oltre che a luogo di preghiera e di riunione nelle ore di riposo, era forse adibito a magazzino per i prodotti della terra ed a stalle per il bestiame. Il portale che si apre nella cinta muraria in direzione della città, presenta tracce di architettura araba con capitelli lavorati ed arco a sesto acuto. Data la lavorazione dei conci finemente lavorati, con i quali è costruito, risulta essere di epoca diversa da quella del restante muro in cui è inserito. La chiesetta a pianta rettangolare con volte a botte, presenta un accenno di abside semicircolare non visibile dall’esterno perché contenuto nello spessore del muro. In essa si accede attraverso una porta aperta sul lato esterno su cui sono presenti due monofore con archetto a tutto sesto, l’ingresso originario era dall’interno del cortile attraverso un vano ancora oggi visibile. Altro elemento caratteristico del casale San Nicola, è la torre situata a circa 300 metri ad est chiamata Torre Longa. A pianta circolare all’esterno si presenta con due livelli e con scala interna contenuta nello spessore della muratura, il livello a piano terra è a pianta circolare anche all’interno mentre il secondo livello è a pianta ottagonale entrambi hanno copertura a cupola. ...».
http://www.pugliaevents.it/it/le-location/centro-storico-10
Bisceglie (casale Sant'Andrea)
«Il casale di Sant'Andrea fu eretto in epoca medievale, a un miglio dall'area suburbana. è stata recentemente localizzata presso la Villa Curtopassi, già dei Baroni Milazzi, una torre medievale del distrutto casale. Ancora oggi è visibile tra le altre fabbriche: è di forma quadrata e realizzata a bugne rustiche, con monofora e oculo».
http://www.rilievo.poliba.it/studenti/aa02/antonino/global/tema/casali/s.andrea/s.andrea.html
«Il Casale di Zappino è posto sulla via interna per Terlizzi, a circa 5 Km. dall'abitato. Si conservano di esso la chiesa, con annessa sacrestia, una torre, analoga a quella di Pacciano, con un corpo di fabbrica addossato (ad uso abitativo) ed un recinto della corte centrale e del giardino. Poco distante dalle fabbriche principali vi è una seconda torre coeva e facente parte del casale. ... La torre, a pianta quadrata, ha tre livelli: il piano terra, cui si accede dal cortile da una porta molto stretta ed allungata, con arco falcato superiore; un primo piano su impalcato in legno (oggi non più esistente ma se ne leggono benissimo gli alloggiamenti delle travi), coperto con volta a botte e con finestra verso il cortile, munita di architrave e timpano; un secondo piano, cui oggi si accede dall'attiguo corpo di fabbrica, a mezzo di una porta e una scala ricavata nel rinfranco della volta. La copertura è di legno e, a giudicare dall'irregolarità del profilo superiore delle murature esterne, le quali peraltro non si assottigliano a formare parapetto, si direbbe che non doveva essere l'ultima, e quindi la torre doveva avere un altro livello, coperto probabilmente a volta. La struttura di questa torre era pertanto probabilmente costituita da due vani, coperti a botte, sovrapposti, ognuno dei quali dimezzato con impalcato in legno. In cima alla torre vi è un campanile a vela di forme barocche, costruito sicuramente quando fu rifatta la copertura della chiesa, che rese inagibile il vecchio campanile a vela. L'altra torre, sita a 300 m. a sud del casale, è molto ricca sulle facciate, di finestre, nicchie ed altri elementi, tra cui un elemento sporgente, sorretto da mensole rudimentali, che prelude quasi alle future "garitte" fortificanti delle masserie. Nell'anno 1074 le genti del casale di Zappino confluirono nella città, lo dimostra la concessione rilasciata da Dumnello, vescovo di Bisceglie, a 55 persone "de loco Ciriniano et de loco Priminiano" e a 44 persone "de loco Zappino nunc ex precisata civitate" di una chiesa fabbricata a loro spese e dedicata alla Madre di Dio, a S. Adoeno e a S. Giovanni Evangelista, con tutti i privilegi connessi a tale concessione».
http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa02/antonino/global/tema/casali/zappino/zappino.html
a cura di Luigi Bressan
«Palazzo Borgia. è sicuramente il più antico dei palazzi a punta di diamante presenti nella città, in quanto mostra degli stilemi ancora legati al '400 come gli archetti gotici visibili nel cornicione in alto e il tetto a doppio spiovente che copriva le sale superiori e che fu spianato per creare i lastrici attuali. Esso richiama una serie di produzioni a punta di diamante che troviamo in Puglia (Bisceglie, Trani, Barletta, Corato), in Basilicata, a Napoli ma anche in Spagna e in Portogallo, in Oriente (Palestina, Damasco) e addirittura in Russia, a Mosca. Ciò rimanda al grande movimento, religioso culturale, costituito dai pellegrinaggi che avevano come meta la Terra Santa ma anche Santiago di Compostela in Spagna e che, quindi,consentivano una diffusione di stili, di elementi decorativi, di gusti, comuni, si può dire, a tutto il Mediterraneo. Architettonicamente il palazzetto si presenta elegante con bugnato rustico sul basamento, separato dal bugnato a punta di diamante del piano superiore dalla solita cornice marcapiano, successivamente interrotta per far posto ai balconi. All'interno la scalinata posta lateralmente presenta degli agili motivi decorativi: una colonna che sostiene due archetti e un fregio che corre lungo la linea di congiunzione delle strutture verticali e orizzontali».
http://www.bisceglieonline.net/proloco.cgi?key=borgia.html - http://www.bisceglieonline.net/proloco.cgi?key=palazzi.html
«Dolmen della Chianca e Torre di Gavetino. S'imbocca via S. Andrea fino al 4° km. All'incrocio, prendere a sinistra per la strada asfaltata e, dopo circa 1 km, fermarsi al quadrivio: a destra si raggiunge il dolmen (m 200); a sinistra, si va alla Torre di Gavetino (a 1 km circa). Il dolmen della Chianca è il più perfetto e noto tra i monumenti preistorici d'Italia e il più interessante d'Europa. ... La Torre di Gavetino, ben conservata, è una torre militare di vedetta e risale probabilmente ad epoca sveva. è visibile dal dolmen della Chianca».
http://www.vacanzeitinerari.it/schede/bisceglie_e_i_dolmen_sc_2909.htm
Canne della Battaglia (ruderi del castello)
«Sulla sommità orientale della cittadella di Canne, strettamente connesso alla cinta muraria, si individua il castello normanno-svevo, il cui interno è ancora da scavare. Ubicazione: Percorrendo la S.S. 93 da Barletta a Canosa, dopo c.a. 9 Km. c'è una deviazione per Canne della Battaglia. Un percorso pedonale conduce alla collina dove sorgeva il castello Località Canne della Battaglia. Il castello è a pianta quadrangolare con torri angolari e occupa una superficie di 900 mq. Già roccaforte tardoantica, successivamente araba e bizantina, fu probabilmente sistemata in epoca normanna e sveva. L'ultima fase si data al XVI secolo. La struttura si adagia sul terreno e da quota zero raggiunge il punto più alto a 10.80 m. Le prime campagne di scavo si effettuarono a partire dal 1956-57 e portarono alla luce una serie di ambienti. Nel 1999-2000 sono stati condotti gli ultimi scavi finalizzati a ripercorrere la sequenza Costruttiva del castello che hanno evidenziato come il corpo centrale rappresentasse un grande maschio o torrione attorniato da una cinta muraria successivamente inglobata da quella delle fasi posteriori oltre a portare alla luce una stratificazione pavimentale di XII- XIII secolo. ... Il nucleo primigenio del castello è costituito da un torrione quadrangolare corrispondente al castellium delle fonti di VI-VII secolo cui si aggiungono gli edifici successivi. L'area rettangolare intorno al torrione fu delimitata da una cinta muraria con torri d'angolo; il nucleo fortificato precedente rimase in uso come corpo edilizio centrale affiancato ad O da una serie di strutture. XII-XIII secolo: venne aggiunto il corpo orientale e il lato N fu occupato da tre ambienti quadrangolari. Gli spazi abitativi vennero pavimentati con malta e il vano tangente al lato ovest delle mura è stato interpretato come sala consiliare o di ricevimento. Sugli altri due lati del castello sono stati individuati ambienti di servizio legati a funzione di guardiana e acquartieramento, ad eccezione del vano rettangolare sul lato est con un focolare che è stato interpretato come sede del gruppo dominante. All'esterno del castello, fra le due torri nord e sud- ovest, ci sono ambienti per le attività produttive».
http://www.ba.itc.cnr.it/BRL/BRL1314.html
Canosa (masseria fortificata Caracciolo, già Villa Rossi)
«Ubicazione: Vicinanze S.P. Cefalicchio Canosa di Puglia. Il manufatto presenta una pianta rettangolare con agli angoli quattro torrioni sormontati da cupolette che rendono molto singolare l'edificio, sottolineandone la verticalità e l'imponenza. La villa infatti si dispone su due livelli. Interessante è la presenza di una cassa armonica posta dinanzi all'ingresso principale dell'edificio. Trasformata in sala ricevimenti, la villa risulta ben conservata e di grande interesse architettonico».
http://www.ba.itc.cnr.it/CNS/CNS0157.html#CNS0157
Canosa (masseria fortificata Quiraldi)
è posta sulla strada statale 93, ed è datata 1835.
«Ponte costituito da quattro grosse pile di diversa dimensione realizzate in blocchi squadrati isodomi, munito da speroni triangolari e pigne piramidali, con cinque arcate di luci differenti. Ubicazione: a due Km da Canosa, sul tracciati della via Traiana. Suggestiva testimonianza del periodo romano (I-II sec. d.c.) fatta realizzare dall’imperatore Traiano perché la via (chiamata poi Traiana) proveniente da Benevento potesse continuare verso Brindisi, consentendo l'attraversamento del fiume Ofanto. Il ponte ha subito nel corso dei secoli numerosi interventi di restauro e manutenzione, documentati nelle carte conservate presso gli archivi di Stato di Foggia (sezione Dogana delle Pecore) e di Bari. Il ponte fu restaurato infatti nel Medioevo, nel periodo dell'amministrazione del Regno di Napoli e nell'immediato dopoguerra, quando il ponte antico fu sostituito per il traffico veicolare dal ponte realizzato a valle del precedente, sulla S.S. 98. ...».
http://www.ba.itc.cnr.it/CNS/CNS0087.html#CNS0087
a cura di Luigi Bressan
redazionale
a cura di Luigi Bressan; testo di approfondimento di Stefania Mola
Le foto degli amici di Castelli medievali
Margherita di Savoia (Torre delle Saline)
redazionale
Margherita di Savoia (Torre Pietra)
redazionale
«Il Castello di Minervino Murge sorge sul margine del paese, sulla sommità della collina più a nord, in chiara posizione difensiva. La piazza antistante è ora denominata “A. Moro” (già Trento e Trieste), ma la gente, da sempre la intende anche coma piazza “Castello”. La costruzione dell'ala più antica del castello risale all’epoca normanna, presumibilmente nel 1042 e fu terminata agli inizi del 1300, come attestato da uno stemma del feudatario Giovanni Pipino posto all'ingresso di una torre negli ambienti oggi sede del Museo Civico Archeologico. Dopo essere stato utilizzato per secoli come fortezza (in particolare ricordiamo gli assedi e le battaglie del 1341 e del 1350 tra la famiglia dei Pipino e quella dei Del Balzo) il Castello conobbe nella prima metà del 1600 una serie di profonde modifiche ad opera dei Principi Pignatelli, feudatari tra il 1619 e il 1657, che lo trasformarono in una lussuosa dimora, aggiungendo tutto il corpo anteriore e la facciata, che un ampio cortile separa dalla parte normanna. In questo periodo fu costruito un corridoio interno che collegava il castello alla chiesa di San Francesco (oggi chiesa di Sant’Antonio o del Purgatorio), al fine di far assistere alle funzioni religiose i componenti della nobile famiglia all'interno della struttura protetta. L'utilizzo continuato sino ai nostri giorni del castello, ha portato a modificare sostanzialmente la struttura, si pensi che sino all’inizio degli anni ’70 il castello era sede del Municipio, della Pretura, del Commissariato di P.S., della Stazione Carabinieri e del carcere mandamentale. Oggi è sede del Municipio, del Museo archeologico, dell’Ufficio del Il Giudice di Pace ed ha, ancora intatti ( sono stati dismessi da sette-otto anni), gli ambienti del carcere mandamentale».
http://www.comune.minervinomurge.ba.it/media/5.pdf
«Fra i monumenti più significativi dì Minervino certamente la Torre occupa un posto importante. Nel 1454, alla morte di Gabriele Orsini, duca di Venosa, che era anche barone di Minervino, la nostra Città fu ereditata dalla figlia di costui, Maria Donata, che era sposata a Pirro Del Balzo, figlio di Francesco, duca di Andria. Fu proprio il Del Balzo che fra il 1454 e il 1462 costruì la Torre su una delle ultime colline nord occidentali della Murgia. Essa nacque come osservatorio: infatti, sul muro esposto a ponente esisteva una lapide senza data, la cui iscrizione ne precisava la destinazione. La trascrizione della lapide è "CONSTRUIVIT IN SPECULA DUX HUIUS TERRAE DEL BAUCIA PIRHUS". Al di sopra di essa era stato anche posto uno stemma in marmo dei Del Balzo, una stella a diciassette punte, che evidentemente dovette essere asportato, in data imprecisabile, nel corso di uno dei numerosi scempi che la Torre ha subito nei secoli. La costruzione era isolata, fuori dell'abitato, e così rimase per molto tempo, sino a quando verso la fine del XVII secolo il paese non cominciò ad estendersi verso Sud, occupando la collina dove essa è posta. Attualmente, soffocata tutt'intorno da altre costruzioni addossate ad essa e sfregiata in molte sue parti, è appena visibile il suo corpo superiore. Sulla sua sommità un chiosco, costruito in epoca recente, costituisce una prova evidente del cattivo gusto di chi, avendo abusivamente fatto della Torre una proprietà privata, lo aggiunse a sanzionare il proprio successo. ... Si tratta di una costruzione massiccia a pianta circolare con un muro spesso circa tre metri, a diversi piani che comunicano tra loro non con scalinate costruite ma con scale mobili di legno, per ovvi motivi di difesa. All'esterno era circondata da un bastione a pianta quadrata, che costituiva la sua prima difesa. Fra la torre e questo muraglione esterno lo spazio era in gran parte sgombro, con piccole costruzioni addossate al muro del bastione; in esse si riparavano uomini e cavalli e venivano depositati carriaggi ed altro materiale. Passata l'epoca eroica della Torre, tale spazio fu utilizzati dai pastori del luogo come rifugio per i propri armenti. Il bastione esisteva ancora nel XVII secolo e non si sa quando e perché sia stato demolito. L'attuale proprietario del bene [è] don Luigi Gravina ...».
http://www.minervinomurge.com/torre.html
Montegrosso (palazzo del duca Belgioioso)
«Il palazzo rinascimentale del Duca di Belgioioso si trova nel borgo di Montegrosso, piccolo centro alle porte di Andria, accanto alla chiesa. Il Palazzo, oggi, presenta due piani, ma in origine era formato solo da un unico piano, chiamato “torre”. All’interno è possibile vedere un affresco, che riconosce la proprietà del palazzo al Duca nel 1816».
San Ferdinando di Puglia (borgo e posta di San Cassiano)
«Sul colle di San Cassiano, dove oggi sorge San Ferdinando di Puglia, sin dal 1051 è attestata la presenza di un Casale di San Cassiano, annesso alla Mensa Vescovile di Canne, che decadde nei secoli XII-XIII. Rimase la Posta di San Cassiano e qui nel 1831 Ferdinando II di Borbone decise di trasferire una parte della popolazione delle regie Saline di Barletta: il 26 settembre 1847 fu inaugurata la nuova colonia, dando vita alla costituzione dl nuovo centro che, il 12 luglio 1848 ebbe la denominazione di "San Ferdinando". Oggi la cittadinanza conta 14.359 abitanti. Raggiungendo il centro abitato si consiglia di portarsi in Piazza Umberto I, considerata il "salotto" del paese. Sul lato meridionale sorge la "Torre dell'orologio" costruita nel 1900 sull'antico pozzo di San Cassano: serviva a regolare le ore nelle quali si somministravano i medicinali agli animali affetti da malaria e segnalava, essendo la popolazione dedita alla coltivazione dei campi, i tempi per levarsi e recarsi alò lavoro della campagna».
http://www.siafg4.it/AZIENDA/Comuni-consorziati2/San-Ferdinando-di-Puglia
San Ferdinando di Puglia (Torre Bisaccia o masseria del Duca)
«Masseria viti-vinicola. Era collegata con Cerignola da una ferrovia privata (detta "del Duca"), smantellata verso la metà del XX secolo. Ubicazione: Località Larovere a nord dell'abitato San Ferdinando di Puglia».
http://www.ba.itc.cnr.it/SFR/SFR1189.html#SFR1189
San Ferdinando di Puglia (Torre della masseria Bellaveduta)
«Masseria con torre a scopo difensivo facente parte delle poste della Dogana delle pecore di Foggia. Abbandonata. Ubicazione: Contrada Risicata Contrada Bellaveduta, nei pressi della S.S. 16 tra S. Ferdinando e Cerignola».
http://www.ba.itc.cnr.it/SFR/SFR1185.html#SFR1185
Spinazzola (resti del castello)
a cura di Luigi Bressan
a cura di Luigi Bressan; testo di approfondimento di Stefania Mola
Le foto degli amici di Castelli medievali
TRANI (Fortino, Torre Barbinelli, Porta Antica)
«Fortino. All'estremità sinistra della villa comunale si accede all'antico fortilizio destinato alla protezione dell'estrema punta orientale del porto: si tratta del fortino di S. Antonio, che incorpora l'omonima antica chiesa. Da esso si può ammirare tutta l'insenatura su cui si affaccia la città antica, e si distinguono con chiarezza la cattedrale, le tre absidi della chiesa di Ognissanti e la parte retrostante della chiesa di santa Teresa e la torre dell'orologio, è considerato dai suoi abitanti uno dei posti più belli e suggestivi della città.Torre Barbinelli. Torre fortificata dell'XI sec. situata in piazza Cesare Battisti. Con scopi di avvistamento faceva parte del primo castello regio bizantino-normanno. Porta Antica e baluardo difensivo. Delle 4 porte di accesso dell'antica e prima cinta muraria della città una sola si conserva ancora oggi intatta e visibile, è Porta Antica detta anche Aurea. Era l'unica munita di due torri difensive, una delle due è ancora visibile oggi e si trova su di una scalinata appena sopra la porta».
http://it.wikipedia.org/wiki/Trani#Architetture_militari
Trinitapoli (masseria fortificata Caraldo-Valderiso)
«Antica masseria denominata Querandi facente parte della Dogana delle pecore di Foggia. Uno stemma gentilizio lapideo raffigurante un leone rampante esistente sulla facciata è stato trafugato. Versa in stato di abbandono».
http://www.ba.itc.cnr.it/TRT/TRT1187.html#TRT1187
Trinitapoli (masseria fortificata De Biase)
«Masseria fortificata costruita nel 1833, costituita da stalle e alloggi per gli operai a piano terra e da due garitte pensili un alloggio padronale al piano superiore. Ubicazione: Contrada Posta Grande, a sud-ovest dell'abitato, nei pressi del tratturello Cerignola-Trinitapoli».
http://www.ba.itc.cnr.it/TRT/TRT1451.html
Trinitapoli (masseria fortificata De Leone Pantolfelli)
«Masseria di campo e fortificata. Il complesso è composto da due edifici. Quello a ponente reca la data del 1812 mentre quello a levante reca la data del 1817. Sul portone principale sono incise le iniziali del proprietario D.L.P. Ubicazione: Km 734 + 500 Contrada Coppa Malva, a sud-est dell'abitato».
http://www.ba.itc.cnr.it/TRT/TRT1467.html
Trinitapoli (masseria fortificata della Grotta)
«Masseria fortificata costruita nel 1835 (o 1885), costituita da un piano terra coperto con volta a botte lunettata con sottostante grotta e due garitte pensili in copertura. Ubicazione: Località Le Grotte, ad Ovest dell'abitato, in prossimità della linea ferroviaria. Masseria fortificata in contrada Masseria di Mezzo. Costruita l.d.g. 1885 o 1835. Il piano terra è costruito su una grotta che per accedere si devono scendere 21 gradini. La cantina sottostante ha cinque finestre: due a sinistra, due a destra e una frontale alla scalinata, tutta lastricata di basole rettangolari, all'esterno vi sono due garitte, ha volte a botte con lunette laterali».
http://www.ba.itc.cnr.it/TRT/TRT1449.html
Trinitapoli (masseria fortificata di Basso)
«Ubicazione: Contrada Papaglione. Antica masseria allo stato attuale precario. Nel 1984 sono state demolite le stalle ed è stato distrutto il pozzo. Quello che è rimasto della costruzione lentamente ma inesorabilmente sta subendo le ingiurie del tempo e degli atti vandalici. è stato divelto lo stemma dei Bonelli dell'architrave del portone centrale; è stato asportato l'ambone della chiesetta ed è stato devastato l'altare».
http://www.ba.itc.cnr.it/TRT/TRT0287.html#TRT0287
Trinitapoli (masseria fortificata di Filipponio)
«Masseria da campo fortificata costruita nel 1834, caratterizzata da garitta con spioncini rivolti verso Trinitapoli e da un giardino con alberi di pini, abeti, mimosa, circondata da tendone. Ubicazione: Località Posta Piana».
http://www.ba.itc.cnr.it/TRT/TRT1157.html
Trinitapoli (masseria fortificata di Mezzo o di Nardudde)
«Ubicazione: Località Motta. Masseria fortificata in contrada posta piana. Nel 1720 nel cabreo del comm. Caracciolo; nel 1653 sotto il comm. Cardenos; nel 1621 appartenente al comm. Della Marra. Situata a 100 metri dal casello ferroviario km. 574+554 (tratta Trinitapoli-Candida). La masseria è composta da due cameroni molto bassi con tetto a doppio spiovente con coppi. Fioriscono molte piante: la calendola, ottimo foraggio per gli animali e per lo strutto, pomata per i calli, borsa del pastore (erve du coure)».
http://www.ba.itc.cnr.it/TRT/TRT1158.html
Trinitapoli (masseria fortificata La Motta)
«Ubicazione: Contrada Gattariello. Masseria fortificata. Nella masseria vi era un nicchia col quadro di S. Antonio a cui i "Casaleine" erano molto devoti. La vegetazione spontanea è ricca di "scechepoune" - soffioni, "marruggie" - marrubi».
http://www.ba.itc.cnr.it/TRT/TRT1159.html#TRT1159
Trinitapoli (masseria fortificata Torraca o don Umbertino)
«Masseria di campo fortificata. Composta da rimesse, dormitoi, magazzini e fosse granaie al piano terra; abitazione con garitta pensile al piano nobile. Ubicazione: Contrada Pirazzitiello, sul tratturello Cerignola - S. Cassiano - Mezzana di Motta, a sud-est dell'abitato».
http://www.ba.itc.cnr.it/TRT/TRT1469.html#TRT1469
Trinitapoli (masseria fortificata Valerio)
«Masseria fortificata composta da due piani. Al piano superiore una garitta pensile. Nei pressi una chiesetta dedicata al culto della Madonna formata da un'aula con volta a botte lunettata. Ubicazione: Contrada Chiavicella Grande a sud-ovest dell'abitato».
http://www.ba.itc.cnr.it/TRT/TRT1462.html#TRT1462
Trinitapoli (villa La Fenice Antica Posta)
«La Fenice Antica Posta sorge nel verde e nella quiete di un parco con piscina a 7 km da mare, terme, riserva naturale e siti archeologici; vi si accede dalla s.s. 16 al km 734,500. La parte più antica della masseria, risalente al secolo XVIII, permette di ospitare confortevolmente 20 persone in 7 unità da uno a quattro posti letto. Il ristoro agrituristico invita ai sapori tipici della tradizionale cucina pugliese. L'azienda è ideale partenza per importanti itinerari: il Gargano, la via Sacra dei Longobardi, la via Francigena, le Cattedrali Romaniche, i Castelli Normanno-Svevi, la via Appia e i Tratturi della Transumanza».
http://www.laterooms.com/it/hotel-reservations/87749_la-fenice-antica-posta.aspx
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