Saverio
Zuccarino
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La
Puglia, culla della cultura
greco-bizantina
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Non
è impresa assolutamente titanica o di
impossibile attuazione, rinvenire tracce del vicino "Oriente"
nella storia e nella cultura della nostra regione; come logicamente si desume
dall'etimo abbastanza noto che individua la Puglia come
"Puglia d'Oriente", che sintetizza un programma di lavoro molto vasto e
con tante potenziali sfaccettature in una sola concisa espressione;
tra l'altro impropriamente composta dalla presenza
ravvicinata, quasi a costituire un unicum, di due sostantivi, volendo
così sottolinearne la fusione e l'intima dipendenza fra loro, cioè
fra la nostra Puglia ed il vicino Oriente, particolarmente quello
frontaliero mediterraneo.
La natura della ricerca avviata da parte di
molti studiosi in merito, è da sempre volta ad acquisire una maggiore e
profonda comprensione di quanto la Puglia, nell'arco dei millenni,
abbia rappresentato il locum per eccellenza
dell'incontro tra le civiltà e culture orientali con quelle occidentali. Tale fenomeno
di naturale cerniera tra realtà così simili pur nella loro diversità,
rappresenta una delle categorie storico-culturali tra le più
illuminanti, al fine di potere comprendere pienamente l'identità e la
vocazione che la nostra regione ha avuto nel tempo pregresso, ha
attualmente ed è deputata ad avere a futura memoria per naturale
destinazione.
Ottocento chilometri di costa delimitano e
contornano come un delicato e seducente merletto, una lingua di
terra assolata, a volte piana ed a volte ondivaga, protesa in tutta la
sua unità nel mar Mediterraneo, quasi a voler "toccare"
- tra l'altro - con i propri ulivi nodosi e le bianche "cianche" il
tanto vicino mondo balcanico e quello mediorientale. Realtà non mute, ma che
certamente devono pur voler dire qualcosa in termini geo-politici
all'indirizzo di coloro che hanno la sensibilità di coglierne il forte
messaggio pregnante che conduce alle radici della nostra identità
storico-culturale. Facendo mente locale a quale civiltà viene
spontaneamente alla mente non appena si mette in relazione l'Oriente in
Puglia, si constata che è senz'altro quella greca. La civiltà
ellenica, infatti, influì enormemente sulla nascita e sullo sviluppo della
maggior parte delle civiltà mediterranee dell'epoca
preclassica ed
uno degli elementi portanti di tale fenomeno fu certamente la
colonizzazione politico-culturale dell'Europa mediterranea;
fenomeno
che, nel Mezzogiorno d'Italia, prese il nome di Magna Grecia.
Non si contano i Comuni pugliesi che affondano
le loro radici storiche nella ricca e fertile cultura greca,
prendendone a prestito il mito e l'etimologia del nome, al fine di
costituirne una vera e propria polis della
Koinè, prefigurazione
politico-culturale di ciò che sarebbe stata prima l'Ecumene cristiana e
successivamente l'Europa moderna. La "grecità classica" seminata in
Puglia durante l'età del bronzo e del ferro rappresenta, quindi, sicuramente un
primo e corposo "strato d'Oriente" servito, poi, alla costruzione
della civiltà della regione; divenuto fondamento e struttura di
quell'impianto che sempre più si andrà configurando e consolidando
durante i secoli successivi. Basti pensare ai numerosi intrecci che si
comporranno in Terra di Puglia tra le comunità orientali bizantine,
asiatiche, nordafricane, balcaniche, anatoliche e la nostra regione,
anche se non sempre intesi come "...scambio d'amorosi
sensi"!
Ciò che in questo contesto può interessare
maggiormente, non è tanto la cronotassi storica delle primitive relazioni
tra le due sponde adriatiche, quanto piuttosto il rinvenire
l'eventuale relazione che esisterebbe (il condizionale è d'obbligo,
stante la consapevole ignoranza tematica di chi scrive) tra il
substrato greco in Puglia dell'epoca pre-classica e la cosiddetta fase
storica che gli studiosi hanno chiamato di "bizantinizzazione"
del Meridione d'Italia. Programma che identificava la Puglia come Terra
privilegiata per potere radicalizzare e propagare la cultura di
Bisanzio in tutto l'Occidente. Ricordiamo a noi stessi che, con l'avvento
dell'Imperatore romano Costantino (IV secolo), la capitale imperiale
viene trasferita da Roma a Costantinopoli; l'Urbe è così lasciata
in mano ai barbari, difesa soltanto dal Papa che argina alla meglio
la furia devastatrice delle genti provenienti dal
Nord Europa. Il
destino estemporaneo di Roma sarà comunque quello di essere ridotta,
nel giro di pochi anni, ad una delle tante città collocate ai confini
dell'Impero.
La corte imperiale sedente in Bisanzio, resasi
però conto dell'errore commesso, non solo di natura politica ma anche
di marca culturale - Roma rimane comunque una città molto importante
anche per il motivo della presenza del papa, ritenuto sempre il capo
indiscusso della cristianità sia occidentale che orientale -
riconquista l'Italia, ormai in mano barbara da circa due secoli,
attaccando da sud, prima dalla Sicilia e poi dalla Puglia; precisamente
dalla città di Otranto, destinata a diventare la futura
capitale bizantina in terra di Puglia e Calabria.
La guerra cosiddetta Greco-gotica è una delle
più efferate che la storia europea ricordi; ben diciotto sono
infatti gli anni di scontri cruenti che riducono alla fame ed alla povertà
le popolazioni del Meridione d'Italia. Nel 553 d.C. la Puglia è
finalmente bizantina; Giustiniano, imperatore d'Oriente, per mano del
suo generale Belisario, instaura la cosiddetta prima
"colonizzazione bizantina". Alla lingua latina della dominazione
romana e
della liturgia cristiana, ormai officiata ovunque nel
Mezzogiorno d'Italia, si affianca in Puglia anche la lingua greca, che
sempre più diverrà preponderante (il caso del "griko",
idioma ancor oggi presente nei Paesi della così detta "Grecìa
salentina" in Terra d'Otranto, docet), fino a divenire ufficiale soprattutto con
l'avvento della "seconda bizantinizzazione" del Meridione d'Italia
(convenzionalmente databile a cavallo del periodo compreso tra gli anni
871-1071 d.C.), che vedrà la città Bari ergersi capitale e centro di
maggiore diffusione della cultura greca in Occidente.
Se la precedente
grecizzazione della Puglia abbia aiutato a consolidare nella nostra
regione la cultura bizantina imperiale e cristiana d'epoca
altomedievale, è ancora oggetto di approfondito studio da parte degli
specialisti del settore. Certamente, come semplici uomini della
strada, si può sostenere che la Puglia ha rappresentato,
soprattutto con l'avvento della "Seconda bizantinizzazione"
, un naturale e facile approdo per l'inserimento della cultura ellenofona; a tal
punto che fino all'epoca moderna - ed in molti paesi ancora
oggi, come detto in precedenza -, si continua a parlare il "griko",
idioma medievale di matrice prevalentemente greco-albanese, che
riecheggia sovrano ed armonioso in ben cinque comuni del Salento
(Calimera, Corigliano d'Otranto, Martano, Zollino, Sternatia, che
costituiscono appunto il tradizionale bacino denominato della "Greca
salentina") e che ha inserito nel suo già voluminoso dizionario,
anche termini che riguardano l'attualissimo linguaggio informatico
e multimediale.
Saverio
Zuccarino
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