Lorena
Saracino
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Una TAC per
la Madonna di Kàlena
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Per la prima volta l'università di Bari eseguirà una Tac (Tomografia assiale computerizzata) sul corpo della Madonna. Non si tratta di un grossolano svarione con derive feticistico-religiose, ma è quello che accadrà all'alba di domenica mattina nell'istituto di Neuroradiologia del Policlinico di Bari.
La statua lignea policroma della Madonna di Kàlena, proveniente dall'abbazia di Santa Maria di Kàlena, una delle più antiche d'Italia che si trova in agro di Peschici
sarà passata millimetricamente sotto i raggi del potente macchinario per verificare la struttura e lo stato del degrado del legno, internamente.
L'applicazione della Tac, in collaborazione con i Beni culturali, è già stata effettuata in altre
Università italiane per esaminare statue di legno e di cartapesta, ma mai
nell'Università di Bari. La speranza dei ricercatori è di individuare eventuali zone di degrado interno del legno per poter intervenire nel restauro con tecniche simili all'endoscopia chirurgica e salvare, così, un malato grave affetto da erosione da tarli fin dal 1400.
La Tac sarà eseguita all'alba per evitare che il macchinario sanitario possa essere distolto dalla quotidiana applicazione ai pazienti.
Dopo la diagnosi, e prima dell'eventuale restauro definitivo, sarà sottoposta anche alla visita di uno «specialista»: Achille Pellerani, docente di Tecnologie del legno
all'Università di Bari.
L'equipe medico-scientifica, invece, che porterà a termine la complessa fase diagnostica, è composta da Aristide Carella, direttore della cattedra di Neuroradiologia; Alfredo Castellano, ordinario di Archeometria a Lecce; Fabrizio Vona, direttore del Laboratorio di restauro della Sovrintendenza e docente di Restauro, a Bari; Francesco Adduci, docente di Fisica applicata e di Tecnologie laser per il restauro, a Bari.
Con la fattiva collaborazione di Filomena Maria Sardella, sovrintendente per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico per le province di Bari e Foggia.
La ricerca nasce nel contesto di un corso di laurea (il cui motto è:
"Il futuro del passato"), istituito 4 anni fa
dall'Università di Bari, «Tecnologie della diagnostica e del restauro dei Beni culturali», che affianca a materie umanistiche, discipline ad avanzato contenuto scientifico.
I laureati - ad oggi sono solo 6 (di cui tre solo la prossima
settimana) - saranno in grado di effettuare diagnosi per la scoperta di falsi nel campo della pittura e della ceramica.
Degli 007 dell'archeologia veri e propri, insomma, senza pistola ma con il microscopio alla mano.
La Madonnina di Kàlena, raffigurante la Vergine che tiene il Bambino sul braccio sinistro, con le sue aggraziate forme tardo gotiche, non mancherà di stendere la sua protezione oltre che sui suoi analisti e sui suoi medici, anche
sull'Università di Bari che, con questo nuovo corso, potrebbe persino sbancare nella estenuante competizione con gli altri istituti d'Italia.
Certo, la Madonna di Kàlena, che risale all'epoca dei Benedettini dei primi del Mille, è
tuttora un'icona della devozione e della tradizione popolare, spesso portata in passato in processione, come si usa nelle feste paesane dei nostri Comuni legati alla tradizione cattolica.
E come nelle migliori tradizioni ha anche dovuto subire rimaneggiamenti e restauri durante i secoli, non ultima la sostituzione delle corone che ornavano il capo con ghirlande di fiori in plastica. Quando se ne è capita la sua preziosità, è stata subito trasportata al Comune di Peschici e, poi, in Sovrintendenza.
E nella sua nicchia i peschiciani - per riempire il vuoto - ci hanno sistemato una moderna statua in serie.
La Madonna è ancora oggi custodita dalla Sovrintendenza di Bari e, terminato l'intervento di restauro, verrà esposta in una mostra insieme ad altre sculture lignee così che tutti i pugliesi possano ammirare quel tesoro restituito dalle ceneri dell'abbazia, semplice dimora dei Benedettini, divenuta nel tempo oggetto di culto - grazie alla sua crescente fama - da parte anche di celebri pellegrini.
Lorena
Saracino
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