Sei in: Mondi medievali ® REC - Recensioni Elzeviri Commenti



L'AUTORE:

Irio Ottavio Fantini, insegnante di tecnica pittorica e di storia dell’arte, abbandonato l’insegnamento entra nel cinema e nel teatro come costumista e scenografo. Inizia la sua attività come pittore di affiches cinematografiche, realizzando manifesti per vari importanti film (I ragazzi del coro, di Robert Aldrich, Gran bollito di Renzo Bolognini, Caligola, di Renzo Rossellini). Come illustratore ha collaborato per molti anni alla rivista Motor, oltre che ad altre testate. Numerosi sono i libri che ha illustrato, tra gli ultimi Roma in valigia, di Fabio Della Seta, per cui ha realizzato oltre 50 disegni che sono stato esposti al Museo di Roma, alcuni dei quali poi donati allo stesso museo. L’interesse per quel particolare campo che è la filatelia, lo ha portato a realizzare vari soggetti per lo Stato della Città del Vaticano, per il Principato di Monaco e per altre amministrazioni postali. Questa è l’attività che attualmente lo assorbe di più e che gli ha fatto conseguire il premio forse più prestigioso del settore, il Cavallino d’Oro per la migliore opera originale riguardante la serie vaticana “I Papi e gli Anni Santi 1300- 2000” .


NEL SITO:
Tutti insieme in una Fondazione per Kàlena
Una TAC per la Madonna di Kàlena
Il segreto di Kalena
La vicenda di Kalena si colora di rosso
Le «raggioni» di Santa Maria di Kàlena nel Regesto di Timoteo Mainardi del 1592
Origini e storia di Ischitella e del Varano
Castello di Peschici
Castello di Vieste
Il Gargano del 1943 in un filmato dell'Istituto Luce
Viaggio a Rodi Garganico. Tra icone bizantine ed ex voto
Fotogrammi... dall'oasi agrumaria di Rodi. Fra sacro e profano

Irio Ottavio Fantini

 

Tesori dimenticati: Santa Maria di Kàlena

  

Un servizio su Kàlena dell'artista nonché noto illustratore filatelico Irio Ottavio Fantini. è venuto in agosto in vacanza a Peschici e si è appassionato alla storia dell'abbazia. Il suo articolo, corredato di servizio fotografico, è stato appena pubblicato sulla rivista d'arte nazionale «Eventi culturali. Arte Cultura e informazione a Roma e nel Lazio».

  

   

   

      

    

Il nostro è un paese dove convivono opposti inconciliabili, è ricco di tesori d’arte tra i più sublimi e celebrati che convivono con altri considerati a torto minori, una definizione applicata spesso ad opere egualmente degne, cariche di storia e di valenze artistiche ingiustamente sottovalutate, dimenticate o addirittura ignorate e per questo destinate alla decadenza e alla completa distruzione. Spesso trattiamo il nostro patrimonio con indolenza e superficialità, quasi ci fosse piovuto dal cielo, dimenticando troppo facilmente che esso ci appartiene, ci rappresenta, fa parte del nostro essere oggi, e per questo abbiamo il dovere di amarlo e soprattutto conservarlo. Non è stato così nel caso dell’abbazia di Santa Maria di Kàlena situata nel territorio di Peschici, la deliziosa bianca cittadina garganica protesa nello splendido mare pugliese. Ci siamo accostati a questo complesso con il grande rispetto che si deve a vecchio saggio malandato, carico di anni e di esperienza, ma dimenticato da tutti. Ci siamo trovati di fronte a un rudere prossimo alla morte, nel quale rimangono ancora barlumi del passato e glorioso splendore.

Importante e gloriosa lo è stata davvero questa abbazia, indiscutibilmente una delle più antiche d’Italia, se da fonti più che attendibili si fa risalire la sua fondazione all’872, da parte di una comunità basiliana approdata da queste parti dall’area greco-turca.

Ben presto l’abbazia venne fortificata a difesa e baluardo contro le numerose  invasioni, e assunse il ruolo di centro spirituale e materiale, controllando territori sempre più estesi.

Nel 1023 il Vescovo di Siponto la assegnò come pertinenza alla Abbazia di San Nicola di Tremiti, dalla quale si svincolò, anche se provvisoriamente, riguadagnando la sua indipendenza.

Nel tempo i suoi beni si estesero ben oltre l’area garganica: nel 1420, possedeva 30 chiese verso il nord con relativi possedimenti di estesi territori coltivati, un numero imprecisato di molini, case, oliveti ed altro, ai quali si aggiungeva il diritto sul pescato del  lago di Varano oltre ai diritti feudali sulla città di Peschici.

Un patrimonio enorme che giustificava l’interesse dell’abbazia di Tremiti e di Montecassino a far ricadere nelle rispettive giurisdizioni Santa Maria di Kàlena.

I canonici Lateranensi, chiamati a gestire gli affari del complesso abbaziale assegnarono definitivamente il monastero alla giurisdizione di san Nicola di Tremiti.

Santa Maria di Kàlena era una tappa obbligata sul cammino dei pellegrini verso la miracolosa grotta dell’Arcangelo Michele, prima dell’imbarco per la Terra Santa. Fu oggetto di sostanziose donazioni e lasciti da parte di importanti visitatori che contribuirono ad un continuo arricchimento del corpo abbaziale.

Veneratissima la sua Madonna col bambino, una pregevole statua lignea policroma del XIV secolo che ci risulta sia in restauro presso la sovrintendenza dopo essere stata custodita presso una casa privata per molto tempo, «per salvaguardarla da certa rovina», questo è quanto dichiararono i custodi.

Che rimane oggi di questa abbazia di storia e di fede?

Un complesso di edifici degradati da antica rovina determinata dall’incuria dell’attuale proprietà (è vero, è una proprietà privata!), aggravata da vecchi rancori e da altrettanti vecchi contenziosi giuridici che si sommano alla colpevole dimenticanza delle sovrintendenze e del ministero.

Intanto alcuni tetti sono crollati, compreso quello della chiesa, mirabile esempio di architettura francese, gli interni si stanno polverizzando, orribili coperture in bandoni fanno bella mostra di sé, il campanile a vela è parzialmente crollato. La vegetazione copre le facciate, l’innalzamento detritico del terreno copre ormai per metà il murato ingresso, sul quale campeggia, testimone muto dell’antico splendore, lo stemma dei Canonici Lateranensi.

Quella che era stata una delle più potenti e ricche abbazie italiane, oggi è preclusa a tutti e nulla si fa per fermare il suo inarrestabile degrado.

 Irio Ottavio Fantini

         

L’articolo e il servizio fotografico di Irio Ottavio Fantini sono stati pubblicati in «Eventi Culturali. Arte, Cultura e Informazione a Roma e nel Lazio», a. 2, n. 1, gennaio 2007, nella rubrica Appunti, pp. 78-79.  La rivista si rivolge a tutti coloro che hanno sete di conoscenza, dal teatro all'arte, dai libri alla fotografia, dal cinema all'archeologia, dalla mondanità alla buona tavola. Per chi volesse visitare il portale Internet, l’indirizzo è: http://www.culturalevents.info/home.htm

    

 
  NEL SITO ANCHE:
  La Memoria dimenticata. Microstorie
  Biblioteca. Proposte di lettura
  Cinema e Medioevo
  Fonti del Medioevo on line
  Libridine medievale
  Links per la ricerca
  Castelli italiani
  Pre-Testi
  LE ALTRE RUBRICHE
 
  Tutte le Università italiane
  Università.it
  Scuola-Università
  Tuttoscuola
 
  RaiNews24
  RadioOnLine
  TvOnLine
 
  QUOTIDIANI:
  Corriere della Sera
  Corriere del Mezzogiorno
  La Gazzetta del Mezzogiorno
  La Repubblica
  La Repubblica-Bari
  L'Unità
  Il Manifesto
  Il Sole 24 Ore
  La Stampa
  Il Messaggero
  Il Giorno
  Il Mattino
  Bari Sera
 
  RIVISTE E SITI:
  L'Indice
  La Stampa/Tuttolibri
  ItaliaLibri
  RaiLibro
  Sapere.it/Storia
  Le Scienze
  Sapere
  National Geographic Italia
  SWIF-Rivista elettronica di Filosofia
  L'Espresso
  Panorama

 

 

 

segnalato da Teresa M. Rauzino

 

  

 

 

Su

REC-Indice

Home