VITO
RICCI
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Bari: rinvenuti resti di mura della cittadella bizantina
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Bari. Gli scavi che la Soprintendenza ai beni archeologici
continua a condurre nella città antica offrono
al pubblico e ai ricercatori nuove positive
sorprese. È degli scorsi giorni la notizia del
ritrovamento di probabili resti delle mura della
cittadella bizantina nell’area attorno alla
Basilica di San Nicola, precisamente
all’interno del palazzo Priorile al confine
con la facciata meridionale dell’edificio
sacro. Maria Rosaria De Palo, direttrice
responsabile degli scavi, formula l’ipotesi
che possa trattarsi della cintura muraria che
delimitava l’area del Pretorio bizantino, sede
del governatore, prima dello stratego e
poi del catapano. Bari
è stata il centro dei domini bizantini
nell’Italia meridionale per circa due secoli
(876-1071), in un primo tempo come capoluogo del
thema di Longobardia e successivamente
come capitale del Catapanato d’Italia.
La buona posizione difensiva dell’area e la scelta
operata dai Bizantini nel collocarvi il Pretorio
lascerebbe supporre che sin dall’epoca romana
questa sia stata l’area prescelta come sede
dell’autorità civile: sarebbe stata quindi la
residenza prima del preside romano, poi del
gastaldo longobardo, poi dell’emiro musulmano
e alla fine del governatore bizantino.
Tornando
agli scavi, sono stati portati alla luce due
metri della struttura muraria, tuttavia gli
esperti reputano che si potrebbe trattare di una
cinta più elevata, che serviva da difesa alla
città e non solo al Pretorio. Sono state anche
rinvenute dieci tombe costituenti una piccola
necropoli, alcune sono sicuramente infantili. Le
dimensioni delle tombe e i resti mortuari
trovati portano a concludere che accanto alle
sepolture di adulti ci fossero anche quelle per
bambini, è quanto afferma la dottoressa De
Palo.
La piccola necropoli è stata oggetto di uno studio
congiunto di diversi esperti: accanto ad un
gruppo di archeologi ha lavorato anche una
squadra di antropologi che sta studiando con
attenzione le sepolture per risalire ad
informazioni di maggior dettaglio come, ad
esempio, il sesso dei
defunti, le loro abitudini nella vita
quotidiana ed anche quale era la loro dieta
alimentare. Sono state rinvenuti anche alcuni
resti di suppellettili: frammenti ceramici di
vasi di epoca bizantina e una discreta quantità
di monete, molte delle quali bizantine altre
ancora da classificare. Tutti i reperti
affiorati sarebbero collocabili cronologicamente
tra il X ed il XIV secolo, sebbene la
Soprintendenza si riservi al momento di
comunicare ufficialmente una datazione più
precisa.
La scoperta è avvenuta mentre veniva sollevata la
pavimentazione dei locali che ospitavano la
biblioteca del Centro studi nicolaiani,
all’interno del Palazzo priorile. Lo scavo,
iniziato a dicembre dello scorso anno e
conclusosi agli inizi di febbraio 2007, era partito
in concomitanza con dei lavori di
ristrutturazione all’interno del palazzo.
Sicuramente esso fornirà elementi per poter
ricostruire uno spaccato di quella che era
l’antica cittadella bizantina andata distrutta
a fine XI secolo per lasciare spazio alla
Basilica nicolaiana.
Nei dintorni del Pretorion, quello che si suole
chiamare Corte del Catapano, sappiamo dai
documenti a noi pervenuti che vi erano della
chiese, purtroppo andate distrutte: San Giorgio
degli Armeni, San Eustrazio, Santa Sofia, San
Basilio e San Gregorio, quest’ultima è
l’unica sopravvissuta sebbene nelle forme
romanica. Nel 1011 il catapano Basilio
Mesardonide provvide a ristrutturare la corte
catapanale, come attestato da una lapide
rinvenuta, e fece edificare all’interno del
Pretorio la chiesa di San Demetrio. L’area in
questione è stata già oggetto in passato di
diversi scavi archeologici.
Tornando allo scavo più recente rimane l’interrogativo
del suo destino: gli archeologi sono determinati
ad andare avanti con i loro sondaggi e loro
ricerche e a continuare il lavoro avviato.
Purtroppo nessuno può assicurarci che tutto non
finisca con una colata di cemento per chiudere
un altro pezzo della storia di Bari per mancanza
di fondi. La dottoressa De Palo spera che le
ipotesi sulla cittadella bizantina trovino
conferma poiché questo potrebbe significare una
scoperta fondamentale per la storia di Bari che
andrebbe adeguatamente tutelata.
In tal senso l’archeologa auspica che i ritrovamenti
siano lasciati a cielo aperto in modo che tutti
i baresi possano ammirarli. Questo, aggiungiamo
noi, potrebbe (e dovrebbe) rientrare nel
progetto - sostenuto da diversi decenni dal
priore di San Nicola padre Damiano Bove - del
museo della cittadella nicolaiana, ove
troverebbero collocazione in forma museale i
numerosi reperti rinvenuti nell’area di San
Nicola nel corso delle campagne archeologiche,
offrendo anche percorsi espositivi in situ
e lasciando visibili gli scavi come le moderne
tecnologie permettono.
Vito
Ricci
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