La
proposta del Movimento per
l'Autonomia
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Un
museo nell'antica abbazia
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Ormai ridotta ad un rudere
la millenaria abbazia di
Sant'Angelo di Ceglie del
Campo (già Comune autonomo,
oggi quartiere di bari)
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Trasformare l'antica abbazia Sant'Angelo di Ceglie (XII
secolo?) in un grande museo archeologico dove
conservare i tanti reperti trovati nella zona e
nei siti circostanti considerati di grande
valore artistico. è
la proposta di Luigi Mangialardo, Gaetano Di
Monte, l'ingegner Raffaele De Rosa e Giuseppe
Balice, rappresentanti del Movimento per
l'autonomia di Carbonara, Ceglie, Loseto e Santa
Rita per dare nuova vita all'antica struttura
ormai fatiscente e nel contempo trovare un luogo
adatto per raccogliere tutto il materiale
affiorato negli anni passati dal sottosuolo,
migliaia di reperti archeologici dell'epoca in
cui l'area era abitata dai Peuceti rinvenuta in
tombe e antiche costruzioni affiorate durante
gli scavi di opere come il cimitero o scuole.
È solo una proposta o forse un sogno al momento non
realizzabile perché l'antica abbazia di Ceglie
del Campo sta cadendo a pezzi e tra poco sarà
anche difficile ristrutturarla"
. A lanciare l'allarme tempo fa, fu Vitantonio
Uggenti, presidente dell'associazione "Pro
civitate", che dopo numerosi inviti rivolti
all'amministrazione e agli enti preposti alla
salvaguardia dei beni artistici della città
denunciò il grave stato di degrado in cui versa
l'antico palazzo risalente al XII secolo d.C.,
facente parte del patrimonio dell'Opera Pia.
Nonostante le sollecitazioni nulla è stato
fatto perché la struttura venisse risistemata.
Il 4 settembre del 2003 fu siglato un accordo
tra il Comune di Bari, l'ente che assiste gli
anziani e l'allora Ausl Bari/4 finalizzato al
recupero dell'area. Secondo il protocollo
l'amministrazione avrebbe dovuto riqualificare e
ristrutturare l'abbazia con i fondi derivanti
dai Programmi operativi regionali per le aree
bersaglio di Ceglie e Carbonara. L'Opera Pia, in
quanto proprietaria ne avrebbe concesso
l'usufrutto e la Ausl avrebbe usato alcuni
locali del palazzo per svolgervi delle attività
per la tutela dell'ambiente e della salute dei
cittadini.
Invece nulla è cambiato e negli ultimi anni è stato
svolto solo un lavoro di puntellatura per
garantire sicurezza e staticità alla struttura,
ma nulla di più. Qualche tempo fa il Ministero
per i beni e le Attività culturali interpellato
sulla questione e sollecitato a fare qualcosa ha
risposto che "il Comune ha ritenuto non
opportuno onorare l'accordo perché non
conveniente per l'Amministrazione"
. Per essere precisi l'intervento di recupero
non è stato neanche inserito dal Comune nel
programma di interventi finanziabili con i fondi
Por 2000-2006 in assenza di idonee garanzie di
ordine gestionale e finanziario della struttura
da parte dell'Opera Pia. Insomma, al di là
delle buone intenzioni è stata stroncata sul
nascere l'ipotesi di attuare l'intervento con di
concerto con la Ausl.
«Arrivati a questo punto non si può certo pensare di non
fare più nulla», tuona polemicamente
Mangialardo che sollecita lo stanziamento di
fondi per ristrutturare l'opera pensando questa
volta ad un recupero finalizzato alla
valorizzazione culturale del territorio, di cui
l'abbazia Sant'Angelo è un simbolo. Il
Ministero dopo la lettera dell'associazione
"Pro Civitate" ha inviato a sua volta
un documento in cui sollecita l'amministrazione
ad avviare le previste procedure di recupero, ma
per ora non ci sarebbe l'intenzione di procedere
ad alcun intervento. Ma il movimento per
l'Autonomia non si arrende e vorrebbe che
l'antico palazzo diventasse uno degli elementi
distintivi del nuovo Comune se il progetto
dovesse andare in porto. Chiede che venga svolta
almeno una pulizia straordinaria del cortile.
Sono passati anni e l'abbazia di Sant'Angelo è rimasta
abbandonata a se stessa: nel tempo a causa anche
dell'inciviltà di tanti cittadini è stata
trasformata quasi in una discarica. Invasa
dall'immondizia, dai calcinacci e dai materiali
inerti derivanti dalla ristrutturazione di appartamenti
è diventata impraticabile. Addirittura
all'interno dell'area c'è un pulmino,
abbandonato anni fa davanti all'ingresso del
palazzo. Il tempo passa e le antiche mura
dell'abbazia si coprono di rampicanti, il
cortile si riempie di rifiuti e i vandali sono
liberi di deturpare e distruggere. Molti
cittadini sono indignati dello stato in cui è
stato lasciato l'immobile e gridano allo
scandalo perché «sino ad ora nulla è stato
fatto per salvare una struttura che rappresenta
un patrimonio artistico e culturale per Ceglie e
per tutta la città».
Molti anni fa il palazzo era stato interessato da una
parziale ristrutturazione da parte dell'Opera
Pia che avrebbe voluto realizzarvi una casa di
ricovero per anziani. Poi non se ne fece più
nulla e il palazzo è rimasto incustodito. «Da
allora - raccontano i residenti - i ladri hanno
portato via tutto quello che si poteva rubare,
perfino gli infissi, i vetri delle finestre e i
servizi igienici. L'abbazia è ridotta ad un
rudere, ma per fortuna non è pericolante per
cui si potrebbe ancora intervenire. Il quartiere
ha assistito in silenzio alla progressiva
distruzione di quello che doveva essere
considerato un palazzo storico, un'attrazione
culturale ed artistica del territorio.
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